L’esperimento ha funzionato. Due estati fa, di fretta e furia, è nata una Berretti biancorossa tutta nuova, grazie alla fusione con l’Aldini Bariviera, una squadra affidata a Maurizio Ganz e costruita di corsa. A più di un anno di distanza, quell’amalgama di ragazzi provenienti da diverse realtà funziona ancora. Con la “promozione” di Ganz in Primavera, la Berretti è stata affidata ad Alessandro Pistone che la passata stagione ha allenato gli Allievi Nazionali dell’Aldini. In otto partite la squadra ha collezionato 14 punti, frutto di 4 vittorie, 2 pareggi e di sole 2 sconfitte. Il campionato è diviso in 4 gironi e al termine della stagione regolare le prime quattro si giocano le final four che mettono in palio il titolo nazionale.
Mister, che rosa ha a sua disposizione?
«La rosa è ampia perché abbiamo 28 giocatori, la maggior parte classe 96’. Alcuni di loro arrivano dagli Allievi del Varese, altri dall’Aldini. Alcuni sono stati acquistati dal Varese durante la sessione estiva, mentre altri sono rimasti nella Berretti. Il livello è buono e siamo competitivi».
La fusione Varese-Aldini ha concretamente funzionato?
«Assolutamente sì, perché ha permesso di non perdere giovani. Nella Berretti si portano quei ragazzi che hanno delle potenzialità, ma che sono ancora un po’ acerbi. Senza questo livello andrebbero ceduto, scambiati o dati in prestito con il rischio che la società li perda di vista».
Quali sono le favorite in campionato?
«Ci sono alcune compagini molto valide, ma le squadre in testa come Pro Vercelli e Renate dobbiamo ancora incontrarle. Il campionato è molto equilibrato e c’è un ritmo alto. Non basta solo la componente tecnico-tattica, ma anche quella atletica. La favorite sono paradossalmente quelle di Lega Pro, perché per loro la Berretti coincide con la Primavera dei club di Serie A e B».
Un bilancio sul percorso dei suoi ragazzi?
«Siamo partiti male nelle prime due gare, poi ci siamo ripresi mostrando a tratti buon calcio. Di solito le valutazioni si fanno al termine del girone d’andata. Il gruppo è misto e da assemblare. I ragazzi devono trovare l’intesa e il mio compito è quello capire le qualità dei singolo e gli equilibri. Siamo ad un buon punto, ma l’intesa deve sempre migliorare».
La sua carriera da giocatore è iniziata nella Solbiatese ed è proseguita su alti livelli. Tra le maglie vestite, l’Inter, il Newcastle e l’Everton. Quanto aiuta nell’allenare essere stato un professionista?
«Su questo va fatta una premessa. Non è detto che un buon giocatore sia anche un buon allenatore. Uno deve esserci portato indipendentemente. Personalmente mi aiuta molto perché conosco gli stati d’animo e le situazioni che si possono creare durante l’anno».
Dove e quando ha iniziato ad allenare?
«Ho iniziato nel 2010 negli Allievi dell’Aldini come vice di Ganz. Poi lo scorso anno lui è passato alla guida della Berretti e io ho guidato gli Allievi. Io e Maurizio ci conosciamo bene e ci sentiamo spesso».
Chissà, magari l’anno prossimo passerà alla Primavera…
«L’obbiettivo deve essere sempre quello di crescere e migliorarsi. Non so se mi verrà data la possibilità. Dipenderà dal lavoro e dai risultati di quest’anno».
Quali sono i principi che cerca di trasmettere ai suoi giocatori?
«Una cosa non deve mai mancare nella mentalità di un calciatore: il volersi migliorare, la ricerca continua di un obbiettivo più alto. Non ci si deve mai sentire appagati. Si deve fissare un preciso obbiettivo e una volta che lo si raggiunge se ne deve trovare un altro».
Il traguardo da raggiungere per questa stagione?
«Chiaramente l’obbiettivo non è quello di vincere il campionato, ma quello di portare il numero maggiore possibile di ragazzi in Primavera. Io lavoro per questo».

Elisa Cascioli