Che fosse un predestinato lo si era intuito fin da subito. Dai primi passi mossi circondato dal profumo del terreno di gioco e da quella palla dalla forma un po’ strana a cui in famiglia davano tutti del tu. Nasce cosi Federico Bianchi, 16 anni il prossimo 9 ottobre.
A otto inizia a muovere i primi passi nel rugby biancorosso, seguito con attenzione da una famiglia sempre presente. Mamma Nadia e papà Leonardo hanno un occhio vigile sulla crescita sportiva e non solo del figlio. Difficile poter pensare il contrario in effetti con una generazione alle spalle di rugbisti, dal nonno Anibal fino al padre Leonardo cresciuti a pane e palla ovale in Argentina. Un cognome sinonimo di sicuro successo da quelle parti dal punto di vista calcistico, cognome che richiama alla mente i tanti italiani costretti a lasciare il bel paese per cercare miglior sorte nei paesi d’oltreoceano.
La storia della famiglia Bianchi non è molto diverse da tutte le altre. Ai primi del novecento la famiglia del nonno si trasferì proprio in Argentina, terra selvaggia ma estremamente affascinante per l’epoca. Il padre di Federico nasce a San Antonio de Padua, vicino Buenos Aires. La carriera da giocatore di rugby è legata a doppio filo a quella del CASA, meglio noto come Club Atletico San Antonio, nato nel 1926 come società di calcio, squadra nella quale ha militato anche il nonno. Lo zio di Federico, Norberto gioca invece nei “Matreros”, nome scelto per ricordare il Martin Fierro celebre romanzo della letteratura Gauchesca scritto da Josè Hernandez, e legato al luogo di nascita del club, Moròn, vicino Buenos Aires, dove furono combattute molte battaglie per l’indipendenza argentina. La magia di quei luoghi legata allo spirito del rugby crea qualcosa di speciale nei cuori di tutti coloro che sono passati da quelle parti.
Il Federico giocatore invece, cresce a Varese. La sua crescita fisica, 1metro e 89 per 77 kg, e la sua duttilità in campo, ne fanno un prospetto più che interessante e dal potenziale indiscutibile. Nel quindici dell’under 16 di Varese, dove ha giocato quest’anno, è in grado di ricoprire il ruolo di estremo grazie alla rapidità di movimento e un’intelligenza tattica non indifferente. Mani educate gli consentono di gestire bene l’ovale uscendo dalla mischia, il ruolo di tre quarti è un’alternativa che gli permette di coprire tranquillamente tutti i ruoli dalla mediana in su. A sedici anni da compiere i margini di miglioramento sono tutti dalla sua parte.
Federico sta completando tutto il percorso a livello di selezioni Lombarde, da due anni è stato scelto anche a livello nazionale. Quest’anno la chiamata per il lungo percorso a ostacoli dell’Accademia Federale per la prossima under 17, che gli permetterebbe di completare gli studi e di crescere in maniera definitiva dal punto di vista sportivo in quel di Milano. Un motivo di orgoglio per una famiglia che vive di rugby ma non solo. Papà Leonardo una volta tornato in Italia negli anni ’80 fa in tempo a giocare a football americano e a vivere l’ambiente del Rugby Varese dove oggi svolge il ruolo di accompagnatore dell’under 16. Nota di merito per la crescita di Federico negli ultimi anni va proprio alla società del presidente Malerba che, grazie ai tecnici Eugenio Leli e Giovanni Soldini e a tutti i compagni di squadra, ha permesso a Federico di esprimersi ad alti livelli ed entrare a far parte di quel gruppo di ragazzi futuri campioni di domani.
Giuseppe Lippiello