Tanta soddisfazione quella che si sente nelle parole di Fabrizio Frates al termine del match vinto contro il Paris Levallois:
“Io avevo sensibilizzato i ragazzi sul fatto che dovessimo fare passi avanti dal punto di vista della solidità -ha raccontato il tecnico nel dopo partita-. Devo dire che mi hanno accontentato per i primi 25 minuti, dove siamo stati attenti, cancellando Williams e non concedendo alcun tiro a Lang; c’era giusta sintonia in pratica. Non siamo però riusciti a mantenere questo livello per tutta la partita; abbiamo avuto un calo di concentrazione come già successo in altre gare. Questo è un aspetto che effettivamente dobbiamo imparare ancora ad affrontare. Ciò che conta, però, sono i due punti in classifica che ci danno l’entusiasmo di ripartire per la prossima gara con più motivazioni”.
Sapevamo che stasera sarebbe stato difficile -prosegue- anche perché venivamo da una gara a Milano dove avevamo speso tanto in termini di forze. I francesi sono giovani ed atletici, ma finché abbiamo giocato il nostro basket siamo stati superiori. Poi abbiamo giocato con più superficialità, subendo a rimbalzo e perdendo troppi palloni complicandoci la vita. Clark? ha fatto canestro quando era aperto e ha sentito il flusso della partita che poi l’ha spinto per tutto il resto del match. La sua forza, che poi è anche il suo limite, è fare a canestro. Se non ci riesce lui si sente inutile e senza motivazioni. Ma la cosa più bella, a mio parere,  è l’aver visto che i tifosi prima della gara l’abbiano incitato. Una rondine comunque non fa primavera, anche se mi auguro che questa partita l’abbia definitivamente sbloccato”.
“E’ stata una partita dai due volti -racconta Marko Scekic– non mi so spiegare nemmeno io come sia potuto accadere di dominare così nettamente il primo tempo cedendo in maniera così netta nel secondo. La cosa più importante, però, è aver vinto ed aver messo i primi due punti in cascina che risulteranno molto utili”.
“Mi spiace per la partita di stasera e per il livello messo in mostra dalla mia squadra -afferma l’ex Gregor Beugnot-. Ho spiegato ai miei giocatori che qui a Varese la pallacanestro si respira come l’aria ed il PalaWhirlpool è teatro di una grandissima tradizione. Sono infuriato proprio per questo perché non è concepibile mettere in mostra un gioco come il nostro. La cosa positiva? L’accoglienza da brivido che mi ha riservato il pubblico varesino. Ringrazio tutti per questo”.

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MG