È nato a Napoli il 20 luglio 1970, vive a Sorrento e da martedì si è trasferito a Varese. Il nuovo tecnico Carmine Gautieri, nel suo discorso di insediamento alla guida della panchina biancorossa, ha detto di voler infondere nella squadra «cultura del lavoro». Gautieri è un ex calciatore di alto livello che ha iniziato ad allenare nel 2008. Nella sua carriera da giocatore ha vestito tante maglie come quelle di Empoli, Cesena, Bari, Perugia, Roma, Piacenza, Atalanta, Napoli e Pescara che sono solo alcune. La sua carriera l’ha chiusa nel Sorrento per poi rimanere nel mondo del pallone.
Mister, come è stato il passaggio da giocatore ad allenatore?
«Prima di smettere di giocare mi vedevo già allenatore. Seguivo già con molta attenzione il lavoro dei miei tecnici per cercare di capire certi meccanismi».
Gautieri fuori dal campo: cosa fa nel tempo libero?
«Sono un’amante degli animali e quando ero a Lanciano andavo tutte le settimane allo zoo. Altrimenti mi piace stare a casa. Ho una vita molto tranquilla».
Ci parli della sua famiglia…
«Al momento è rimasta a Sorrento, ma presto mi raggiungerà. Lì ci sono mia moglie Sara e Marianna, mia figlia maggiore che ha 19 anni. Mio figlio Marco invece ha 14 anni e vive in Toscana perché gioca a pallone nel Settore Giovanile dell’Empoli».
I cambi di panchina sono all’ordine del giorno nel calcio. Come ci si sente da subentrati?
«Sicuramente è diverso rispetto al partire dall’inizio. Incidere in corsa su di una squadra che ha già dei meccanismi non è mai facile. Ma proprio perché nel calcio capitano spesso questi cambi si è più abituati ad adattarsi alle novità. Sono vicino a Sottili perché so che l’esonero fa sempre male e sono solidale con lui».
Cosa ha significato per lei la felice esperienza a Lanciano?
«Lavorare lì è stato speciale per i grandi risultati ottenuti. Con l’obbiettivo della salvezza abbiamo raggiunto per la prima volta nella storiala SerieBche lo scorso anno siamo riusciti a mantenere. Quella piazza mi ha dato molto, adesso spero di dare io qualcosa a Varese».
Cosa ne pensa di questa piazza?
«Sono contento di essere venuto a Varese, una società che è fatta di persone serie che gestiscono al massimo delle loro possibilità. Vengo in una squadra che è ottima e dove si possono fare cose importanti. Negli ultimi anni ha raggiunto grandi risultati facendo sempre campionati di vertice in Serie B. Attraverso il lavoro ci possiamo togliere grandi soddisfazioni».
Come è arrivata la proposta di ingaggio?
«C’è stato prima un semplice contatto al quale è seguito un confronto. Ho parlato con la società esponendo le mie idee e poi si è trovato un accordo».
A cosa può puntare questo organico?
«Si deve creare giusto equilibrio e cultura del lavoro. Puntiamo a cambiare organizzazione di gioco e a far migliorare ogni giocatore. Prima pensiamo alla salvezza, poi vogliamo dare soddisfazioni ai tifosi».
Ha ritrovato due suoi ex uomini nel Lanciano, Leonardo Pavoletti e Luigi Falcone. Cosa pensa di questi due giocatori?
«Leonardo è un giocatore molto bravo che ha grandi margini di miglioramento, prima di averlo a Lanciano non lo conoscevo, si è rivelato importantissimo. Così come lo è stato lo scorso anno al Sassuolo e come lo è qui. E’ stato determinante in due promozioni, sta facendo benissimo e può ancora migliorare. Riguardo a Gigi, di esterni nel calcio italiano non ce ne sono più, può fare grandi cose e dipende solo da lui”.
Il 4-3-3 è la sua firma…
«Il Varese giocherà con questo modulo e cercherò di mettere in condizioni perfette i giocatori. È già stato fatto un buon lavoro. Neto nel 4-3-3 deve adattarsi, ma può tranquillamente giocare. Mi aspetto risposte positive. Dobbiamo creare un corpo unico».

Elisa Cascioli