Il Giro d’Italia è nel vivo, lui che lo ha vinto in due occasioni, nel 2006 e nel 2010, vi ha dovuto rinunciare all’ultimo per un guaio fisico. Ivan Basso però non si abbatte, segue da lontano le avventure dei suoi colleghi su e giù per l’Italia e passa il suo tempo libero allo stadio per seguire il Varese che tifa da sempre. Ieri sera era proprio in tribuna come dimostra la foto twittata da lui stesso.
L’ultima volta che è stato avvistato a Masnago è stato in occasione della promozione del Varese dalla Prima Divisione alla Serie B. Speri di portare fortuna anche quest’anno?
«Sono fedelissimo del Varese, non riesco a venire spesso allo stadio perché la mia attività non me lo permette. Ovviamente spero che la squadra ci faccia rivivere le emozioni provate negli ultimi anni magari facendoci ricordare una promozione in Serie A. Dobbiamo crederci tutti».
Da atleta e da tifoso come vedi questa stagione del Varese?
«Sono in lotta per giocarsila SerieAquindi la definisco fantastica. Non dobbiamo pensare a quello che è stato, ma a guardare con serenità alla prossima partita. Da tifoso dico che dobbiamo stare più vicino possibile alla squadra per spingerla sempre più in là, verso la massima serie».
Basso non era solo, con lui in tribuna, c’era suo figlio Santiago che non ha seguito le orme del papà…
«In famiglia ne basta uno che corre in bici. Santiago ha la passione per il calcio, è ancora piccolo quindi per lui è solo un gioco. È bello vedere il suo sorriso mentre si diverte dietro un pallone. Gioca con la squadra del nostro paese, Cassano Magnago, e si diverte molto».
Paragoni tra ciclismo e calcio. È possibile farli?
«Sono due sport completamente diversi però si assomigliano perché anche nel ciclismo ci sono azioni che risultano decisive grazie al supporto dei compagni. Quando c’è un gruppo si deve lavorare con tutti gli altri per ottenere un risultato».
La prossima tappa del Varese, quella a Brescia, che tappa sarebbe nel ciclismo?
«Una tappa difficilissima e decisiva. Ma la squadra è in salute e deve rimanere serena. Per me può fare grandi cose».
Veniamo al Giro d’Italia. Hai dovuto rinunciare, come stai adesso fisicamente?
«Non ho ancora ripreso ad allenarmi perché il problema è stato più grave del previsto. Dobbiamo aspettare ancora qualche giorno per tornare in bicicletta e pianificare il ritorno alle competizioni. Sono professionista da molti anni e l’esperienza aiuta a superare le difficoltà, fa parte del mio mestiere e adesso non mi resta che recuperare dall’infortunio. Uno stop forzato di un mese a metà anno è una cosa negativa al momento, ma può essere anche positiva in termini di freschezza alla fine dell’anno».
Quando ti rivedremo in sella?
«Non so ancora una data precisa però spero al più presto. Sono fiducioso per la seconda parte dell’anno»
Un tuo pronostico sul giro?
«Difficile dirlo in questo momento credo ci sia in testa l’atleta (Vincenzo Nibali ndr) che più merita, che in queste settimana ha fatto molto bene e per questo resta il favorito».
Abbiamo parlato di ciclismo allo stadio, a pochi metri c’è il palazzetto: segui anche la Cimberio?
«La seguo di meno proprio perché sto poco tempo a casa però sono andato a qualche partita. Varese è una terra di sport. Siamo tutti orgogliosi perché riusciamo a primeggiare in tante attività sportive e anche a livello giovanile e questa è una grande cosa».

Elisa Cascioli