La pallacanestro che prima era solo un gioco. Che poi è diventata un’enorme passione. Che, infine, si è trasformata addirittura in un lavoro.
Contrariamente a ciò che dice la nota canzone per riuscire a realizzare tutto questo “devi volerla, la luna”. Per un breve periodo puoi anche provare a stare in disparte a sognare ma, poi, devi passare dai sogni alla realtà e prendere in mano la tua vita. Luna Tovaglieri, fresca responsabile marketing della Pallacanestro Varese l’ha fatto e, oggi, è una ragazza (o donna??) felice.
“Pur desiderandolo più di ogni altra cosa -dice Luna-, dopo l’università (laurea in lingue e comunicazioni internazionali, ndr) non avrei mai pensato che la pallacanestro potesse diventare il mio lavoro. Invece, negli ultimi due anni, grazie ad una di quelle combinazioni in cui magicamente si mescolano eventi inattesi, coincidenze, circostanze fortuite, sacrifici premiati e fortissima volontà sono riuscita a dare forma al sogno e come si usa dire ‘a svoltare’”.
Raccontaci, allora, le traiettorie della “svolta”
“Sinteticamente: ho iniziato a frequentare e collaborare con l’ambiente della Pallacanestro Varese qualche anno fa per ragioni legate alla mia attività commerciale (Luna, insieme ai notissimi Mauro Costantino, Mario Di Sabato e Davide Restelli, è socia di un negozio col brand Triple in quel di Legnano, ndr) e perché, in qualità di presidente dell’Associazione Amici del Campetto, mi occupavo dell’allestimento di campi all’aperto. In occasione di un evento organizzato insieme conobbi Michele Lo Nero e Cecco Vescovi e al termine di una chiacchierata dal torno informale loro mi proposero di entrare nello staff e di occuparmi di amministrazione e marketing”.
Risposta da parte tua?
“Un no secco per l’amministrazione, campo rispetto al quale non ho competenze e ok per il settore marketing nel quale, grazie al progetto Free Italian Street Ball avevo già accumulate esperienze interessanti e avevo aperte davanti nuove e interessanti strade: leggi la collaborazione con la FIP per organizzare il Free Italian Tour, leggi i tornei di 3 contro 3 e altre iniziative. Così, con un impegno inizialmente part-time -mattinata in negozio, pomeriggi in sede-, cominciai, nella stagione 2011-2012, a lavorare al fianco di Marco Zamberletti che, armato di grande pazienza e delicatezza, mi introdusse pian piano ai ‘segreti’ del marketing di una società sportiva. Tutto ciò, in un’atmosfera alacre, ma sempre propositiva e stimolante fino al giugno scorso quando, è cosa risaputa, Zamberletti optando per altre scelte professionali lascia la Pallacanestro Varese”.
Che succede al qual punto?
“Succede che Lo Nero e Vescovi mi chiedono di subentrare a Marco. La scelta non è semplice, anche perché, essendo un’occupazione a tempo pieno, si tratta di mettere da parte la gestione diretta del negozio, una ‘creatura’ alla quale tenevo molto. Però, sull’altro piatto della bilancia, dovevo pur mettere parecchie cose: la prospettiva di un’esperienza lavorativa di alto livello professionale, la possibilità di crescere umanamente in uno staff di notevole valore, la chance di poter fare delle scelte, far partite idee e progetti lavorando anche in autonomia e diversi altri aspetti tutti positivi”.
Risposta, questa volta?
“Ovvia: fu un sì. Al 100%, su tutta la linea. E subito affiora il ricordo di giornate assolutamente frenetiche, con turni lavorativi pazzeschi -roba da 16 ore al giorno-, perché Zamberletti era in uscita ed io, nel giro di una decina di giorni, dovevo imparare tutto e diventare, di fatto, e in fretta, ‘padrona’ del lavoro. E’ stato un periodo intensissimo anche dal punto di vista mentale e, in qualche occasione, penso sia normale, sono venuti a galla dubbi e perplessità. La più grande ‘Ce la farò mai?’, è stata superata grazie all’aiuto di Elisa Fabris, la mia assistente che si occupa della parte amministrativa e di Giorgio Gaspari che, dietro le quinte, da direttore del marketing, sorvegliava, interveniva se del caso, mi davo una mano. Senza di loro, forse, non sarei riuscita”.
Quindi, ti cosa ti occupi?
“Le attività da seguire, che per certi versi corrono lungo la ‘stagionalità’ della squadra, sono talmente tante e variegate che quasi non ci si crede. Quindi: rinnovi degli sponsor, ricerca di nuovi sostenitori, lancio della campagna abbonamenti, presa in carico dei contatti con tutti i consorziati e, più di tutti, la parte più interessante del mio lavoro, essere sempre propositiva e dare sempre, costantemente, nuova linfa vitale in termini di idee, creatività, proposte. Il tutto, senza mai dimenticare che il nostro è un bellissimo lavoro di squadra ed è dal ‘brainstorming’ comune, quello realizzato in riunioni di lavoro insieme a Raffaella De Mattè, Lo Nero, Vescovi, Antonia Calabrese, Mario Oioli, Davide Minazzi, Elisa Vescovi, Gianmaria Vacirca, che prendono vita le idee più accattivanti”.
Quando incidono i risultati della squadra nella vostra attività?
“Molto, come potrai immaginare. Lo scorso anno, con una squadra vincente, simpatica, capace di attirare l’attenzione di tutta Italia e, per questo, sulla bocca di tutti, ci si muoveva con sorrisi a 32 denti e sulle ali dell’entusiasmo. Quest’anno far felici le persone è un po’ più faticoso. Più duro anche sotto il profilo dei rapporti, ma anche largamente più stimolante sul piano della sfida. Pertanto, si ‘gioca’ con tutte le iniziative passando da ‘Sostenitore più’ a ‘Tifoso leggenda’ -un’idea del vulcanico Vacirca-, una forma più evoluta e stuzzicante sul piano personale perché, come recita lo slogan ‘I Campioni passano, le Leggende restano’ e, per fortuna, la Pallacanestro Varese, club unico nel suo genere, di leggende ne può schierare davvero tante. Poi, il ‘Christmas box’ che ha dato buoni riscontri e le ‘millemila’ iniziative col le quali, ad ogni appuntamento casalingo cerchiamo, ci proponiamo, vogliamo arricchire il nostro bagaglio di tifosi, simpatizzanti, amici”.
Insomma: pentola piena e sempre ribollente
“Deve essere così ed i nostri sforzi si propagano, per davvero, a 360 gradi. La chiusura di un contratto biennale con un marchio famosissimo come Adidas ci rende orgogliosi permettendoci di collaborare con un ‘brand’ col quale, certamente, faremo belle cose. Le stesse belle cose che stiamo realizzando con le piccole e medie imprese per le quali abbiamo pensato all’iniziativa dello ‘Sponsor temporaneo’, regalando visibilità anche a quelle aziende che, per dimensioni o scelte strategiche, non possono legarsi a noi per periodi più lunghi. Poi, c’è sempre l’iniziativa ‘Basket scuola di vita’ che riscuote crescente successo al punto che, non esagero, dovremmo avere a disposizione tre squadre per ottemperare alle richieste pervenuteci dalle scuole del territorio. Infine, ma in realtà avrei ancora molto da dire e da aggiungere, nel futuro c’è la volontà di lavorare nel sociale del varesotto coinvolgendo in maniera più massiccia e attiva le associazioni”.
Chiusura che assomiglia, vorrebbe essere, una sorta di “Saranno famosi”: chi sono i giocatori che, per qualità e caratteristiche personali, fanno “audience”?
“Noi, come noto, abbiamo puntato sulla coppia italiana De Nicolao-Polonara, due ragazzi giovani, di casa nostra, belle persone, col volto pulito e con interessanti storie individuali alle spalle. De Nick e Achille sono ottimi testimonial anche perché regalano una certezza: con impegno, determinazione e passione, puoi arrivare al top. Tuttavia, accanto a loro, c’è un personaggio naturale come Adrian Banks che, di suo, ama essere sotto i riflettori e avere un’immagine sovraesposta. Banks è un comunicatore nato, simpatico e coinvolgente ma, se mi permetti, vorrei girarti un nome inatteso: Marco Scekic: uno che ha ironia, intelligenza, capacità di battute e smorfie da attore consumato. In tre parole: una vera sorpresa!”

Massimo Turconi