Quindici anni da raccontare l’uno all’altro. Anzi: uno sull’altro. Quindici anni che messi insieme fanno tante storie da ricordare e condividere. Quindici anni che snocciolati per date, eventi, risultati fotografie, immagini fanno un saliscendi di emozioni che potresti stare sulle montagne russe consecutivamente per un paio di mesi.
Poi, all’improvviso Marco Zamberletti, per quindici anni apprendista stagista-aiutante factotum-addetto stampa-responsabile marketing, ha deciso che basta. Che era ora di cambiare. Che era arrivato il momento di guardare fuori dalla porta della sede di via Monte Grappa e, come canta Luciano Ligabue, chiedersi: “Fuori come va?”
“Beh, all’improvviso, mica tanto perché -mi corregge Zamberletti-, dietro alla decisione di svoltare, cambiare lavoro e iniziare, a 38 anni, una nuova carriera e avventura professionale, ci sono state settimane e settimane fatte di ripensamenti, struggimenti interiori e valutazioni di ogni tipo. Poi, alla fine di questo lungo percorso, ho pensato ad un classico: ‘Se non ora, quando?’. Così dopo aver presentato le dimissioni alla Pallacanestro Varese sono passato, sempre come responsabile marketing, alla InternetOne, azienda che offre servizi informatici di tutti i tipi e ho conosciuto proprio grazie alla Pallacanestro Varese, visto che si tratta della società che ha attivato le rete WEB del PalaWhirlpool”.
Parlavi di struggimenti: quali?
“Prima di tutto quelli legati al lasciare la Pallacanestro Varese che è stato come lasciare una famiglia, una casa, un gruppo di persone amiche ed un lavoro che ho visto crescere e diventare, negli anni, sempre più grandi, belli, importanti, significativi. Poi, già che ci siamo, se vuoi ci mettiamo anche i ripensamenti perché prima di abbracciare InternetOne sono stato tentato da un’offerta suggestiva arrivata da un team che partecipa al Moto Mondiale GP e al Mondiale di Moto 2: la NGM Scuderia Forward Racing. I responsabili del Team mi hanno invitato a trascorrere il week-end motoristico insieme a loro al Mugello. Ma, devo essere sincero, ho capito che al di là delle emozioni e del respiro internazionale che avrebbe avuto la cosa, c’entravo poco con tutta la situazione”.
Torniamo al punto di partenza. Storie dell’altro secondo: anno 1999, quello del tuo primo contatto con la Pallacanestro Varese.
“Ero laureando in Scienze della Comunicazioni e stavo preparando la tesi che riguardava le sponsorizzazioni sportive preso la TeamWork di Odobez che ai tempi collaborava con Varese. Odobez nella primavere del ’99 mi disse: ‘Che ne dici se ti mando in prestito ai Roosters per uno stage?’. Da li è cominciato tutto perché l’attività, oltre che di grande interesse, si dipanava in un ambiente di grande apertura mentale, ricco di progetti, passioni, iniziative ed entusiasmo culminato con la conquista dello scudetto della stella. Restai in Pallacanestro Varese occupandomi di tutto: dalla pubblicità, alla gestione della biglietteria, ai rapporti con gli sponsor, alla gestione/organizzazione del magazzino, alle piccole-grandi incombenze quotidiane. Tutto ciò diventando, nel corso degli anni, prima addetto stampa e, in seguito, responsabile del marketing. Insomma: una palestra di vita e di professione nella quale ho appreso tanto e di tutto, imparando a destreggiarmi a 360 gradi”.
Quindici anni, tre grandi proprietari, tre modi diversi di vivere il club: Bulgheroni, Castiglioni, il Consorzio
“La tua sintesi è già esaustiva e -osserva Marco-, comprende, appunto, tre situazioni ed epoche completamente differenti. Potrà sembrare banale sottolinearlo ma sento di ringraziare tutti e tre: i Bulgheroni, i Castiglioni e la famigliona allargata del Consorzio perché con tutti ho potuto lavorare bene, sono stato apprezzato, ho accumulato bellissime esperienze e sono cresciuto professionalmente. Da assistente ufficio marketing coi Bulgheroni a factotum con crescenti responsabilità coi Castiglioni fino alla grandiosa avventura rappresentata dalla nascita del consorzio: un’attività che ci ha prosciugato le forze e impegnato allo spasimo ma anche tanto, tanto gratificato”.
Marketing del prodotto pallacanestro: immagino che tu, da esperto, abbia tanto da dire
“Vero, avrei tanto da dire e, in tempi non sospetti, mi sono permesso di dare qualche suggerimento a chi di dovere. Il discorso ci porterebbe lontano ma, per farla breve, ti dico solo una cosa. Per far crescere il movimento del basket, che ha potenzialità enormi, bisogna investire convintamente e noi della palla a spicchi non l’abbiamo fatto. Nemmeno quando giravano più soldi. Anzi, in questi anni, l’ufficio marketing della LegaBasket anziché crescere è arretrato, ha perso posizioni, spinta e motivazioni. Esattamente il contrario di quanto fanno gran parte delle società che, chi più, chi meno, hanno alzato enormemente il loro livello di attenzione-operatività sul marketing. Noi di Varese, ad esempio, siamo cresciuti in maniera esponenziale in termini di messaggi all’esterno, iniziative, visibilità”.
Personaggi: butta lì quello che vuoi. Anche alla rinfusa…
“Vorrei ricordare le persone più che i personaggi. Persone incontrate lungo la strada che per me sono state importanti. Parlo di ‘Smaz’, un tifoso di Varese con cui ho speso intere serate a parlare di basket; Livio Pirovano, mitico factotum sempre disponibile, Stefano Pini, gentleman che si occupa con ironia, leggerezza ed intelligenza di marketing e cose tecniche; Cesare Fermi, uomo tanto gentile quanto prezioso, Diego impareggiabile braccio destro di Gianfranco Castiglion. Poi, mi piace ricordare tre allenatori coi quali, quand’ero addetto stampa, ho collaborato da vicino. Dodo Rusconi, cervello cestistico di primissima qualità, Greg Beugnot, decisivo per instradarmi verso il mio hobby -collezionare autografi di ciclisti-, e Ruben Magnano che dopo un’iniziale e comprensibile diffidenza si è rivelato un uomo molto alla mano, simpatico e disponibile”.
Amici: tra i giocatori?
“No, nei loro confronti ho sempre avuto rispetto, preferendo però tenere separati i piani. Certo, ricordo con affetto un bambinone come Pavel Podkolzhin, Ho ammirazione per un vero signore come Rusty La Rue, ma penso sia meglio fermarsi qui”.
Cimberio 2013-2014: come la vedi?
“Prima cosa: pensare che la stagione scorsa è parte della storia e sarebbe ingeneroso e ingiusto fare paragoni. Quindi: insieme agli oltre 3000 abbonati sarò in prima fila a fare il tifo per la nuova squadra. Altro giro, altra corsa e -conclude Marco-, altre passioni per cui scaldare i cuori”.

Massimo Turconi