E’ l’uomo che ha portato i Benetton nel basket. Una vita da dirigente da Porto San Giorgio a Treviso, da Livorno a Sassari fino sull’isola della Maddalena. Fondatore dell’Associazione di una categoria in via d’estinzione almeno come denominazione: i general manager.
Ora l’incarico di Nestore Crespi è ben più impegnativo e ricco di emozioni: il nonno.

“E’ proprio così – risponde Crespi, presenza fissa nel parterre del PalaWhirlpool – fare il nonno è un  compito che mi gratifica e mi permette di seguire serenamente da vicino il cammino di questa bella Cimberio”
Di solito per rinnovamento s’intende voltar pagina per iniziare un percorso nuovo e quindi tutto da testare, rodare…

“E invece questa Varese ha stupito tutti rinnovandosi nel senso che l’anno scorso perdeva spesso mentre quest’ anno non perde quasi mai. L’ ho seguita fin dai primi allenamenti e mi ha dato da subito la sensazione che stava nascendo qualcosa d’ importante soprattutto vedendo crescere i giocatori non tanto singolarmente ma come gruppo. Condizione ideale per bruciare le tappe verso i buoni risultati”.
Felici di vedere in salute la Cimberio, un po’ meno se allarghiamo lo sguardo sulla pallacanestro italiana.

“Anche per il basket italiano è tempo di rinnovamento e io confido nel ritrovato presidente Petrucci. Niente da dire sull’operato del mio grande amico Dino Meneghin che perché probabilmente non ha trovato le l’ambiente giusto per poter lavorare come avrebbe voluto. Ora vediamo come saprà muoversi una vecchia volpe come Petrucci”.
Dopo parecchio tempo Varese torna protagonista anche nel torneo finale della Coppa Italia per di più guardando le altre pretendenti dall’alto al basso.

“Non ci voleva quel canestro che ha messo Milano sulla nostra strada. Con i padroni di casa sarà un esordio difficile ma l’avversario tosto stimolerà  senz’altro Ere e compagni”.
Nella Varese che appassiona ed entusiasma non c’è traccia di varesini e solo un paio di italiani.

“Questo è un tema che non riguarda solo Varese. La Cimberio sta lavorando bene e i frutti arriveranno ma  quando si parla di settore giovanile i tempi sono necessariamente lunghi. Una volta i ragazzini più alti della media arrivavano al basket automaticamente o indirizzati dalla scuola. Oggi la concorrenza con altre discipline è forte.  Responsabili tecnici competenti come Franco Passera e Bruno Bianchi sanno il fatto loro. Sono certo che i frutti del loro lavoro si vedranno in tempi ragionevolmente brevi”.
Anche la leggendaria Ignis terminata la sua la marcia trionfale lasciò il deserto o quasi.

“Le mie prime partita di pallacanestro le ho viste nell’immediato dopoguerra. Dopo di che arrivò come una valanga l’Ignis, ‘la valanga giallo blù’. Quel primo basket era un neonato che cresceva grazie a passione ed entusiasmo. Con Borghi ci fu il salto di qualità in termini economici A seguire, non senza rare eccezioni, mancarono scelte oculate e lungimiranza”.
E’ un caso se la carenza di talenti è parallela all’estinzione di quei tecnici di settore giovanile che un tempo venivano chiamati “maestri”.

“Bravo! Ecco il vero problema, la mancanza o la rarità di maestri veri. Una carenza di cui deve necessariamente farsi carico la Federazione. Per gli aspiranti allenatori sarebbe bene prevedere un percorso utile ad imparare e incamerare esperienza. Oggi invece dal momento in cui un giovane inizia anche solo a pensare di diventare allenatore ha come principale obiettivo quello di vincere”.
Altro fatto evidente della pallacanestro moderna è che spesso le partite più importanti si giocano non tanto sul campo quanto dietro alla scrivania. Forse la prima preoccupazione di Cecco Vescovi è che ci sono tanti consorzisti in scadenza…

“E’ inevitabile. Prima o poi si doveva arrivare ad un ridimensionamento dei budget.  Meglio sarebbe stato anticipare i tempi e non arrivare per inerzia a doverlo fare per sopravvivere. Varese in questo senso è stata ed è un esempio per tutti.  Nonostante ciò i costi restano esorbitanti. Se è vero che i giocatori migliori dimostrano scarsa attenzione per la crisi economica è anche vero che fino a quando trovano qualcuno che li strapaga fanno bene a pensare ai propri interessi”.
Io le trattengo Coach Vitucci nello spogliatoio, lei scelga un giocatore della Cimberio da allenare.

“Il Coach stia tranquillamente al suo posto sul campo per continuare il suo splendido lavoro. Se proprio devo scegliere un giocatore della Cimberio da allenare chiederei a Vitucci di darmi il meno dotato per aiutarlo a far sbocciare il suo talento”.


RB