Una mamma, un paese, quello di Besozzo, un’intera provincia, il mondo del calcio e quello dei motori colpiti da un dramma che ha provocato una ferita che non guarirà mai più. Lo squarcio al cuore è troppo profondo, il dolore di mamma Licia (41 anni), che in pochi potranno veramente capire, ha pervaso tutti; gli altri famigliari, gli amici, i semplici conoscenti e anche chi non conosceva la famiglia Colombo e ha appreso la straziante notizia dai quotidiani.
Il giorno dopo, la terribile morte dei fratelli Luca e Martino (di 14 e 6 anni) e del loro papà Fabrizio (51 anni), soffocati nel sonno, nella notte tra sabato e domenica, dal monossido di carbonio emanato dalla stufa del loro camper, sembra ancora più tragica perché ci si rende conto che è successo davvero, che non è un incubo. Erano a Rivarolo, nel Canavese, per assistere ad una corsa di motocross, la mamma non ha preso parte alla gita perché non si sentiva bene.
Lo sport era nel sangue di papà Fabrizio, ex motociclista, che ha trasmesso la sua passione al figlio più grande. Luca faceva parte del Team TitoCross di Gemonio. “Siamo frastornati” dice il responsabile del team, Maurizio Magnani. “Stasera ci stringeremo attorno alla mamma per recitare il rosario. Non la lasceremo sola. Luca era un ragazzo dolcissimo -ricorda-; aveva tanti amici e gli volevano bene tutti”. Partecipava al Campionato Regionale Piemonte Aics ed era tra i primi tre in classifica della sua categoria: “Correva in moto per passione -continua Magnani- e adesso era in convalescenza dopo un brutto infortunio al braccio che non aveva intaccato la sua voglia di correre. Aspettava con ansia di tornare in moto. Aspettiamo di dargli l’ultimo saluto per poi fare in modo di non dimenticarlo mai”. Il Team TitoCross raccoglie circa 30 ragazzi che si dividono tra campionati regionali e nazionali.
Se papà e Luca avevano la passione per le motocross, il piccolo Martino amava correre dietro al pallone. Faceva parte dei “Piccoli Amici” del Varese 1910 (nella foto a sinistra è quello dietro con la pettorina verde). “Siamo assolutamente sconvolti – le parole del Responsabile del Settore Giovanile del Varese, Marco Caccianiga -. Una doppia tragedia perché mamma Licia ha perso tutta la sua vita e non sappiamo come farà ad andare avanti. Noi come Varese le saremo vicini e abbiamo già pensato a diverse iniziative per ricordare il piccolo Martino”. Domani, giorno di allenamento, sono stati convocati sul campetto in sintetico del “Franco Ossola” tutti i suoi compagni di gioco con i loro genitori per ricordarlo. “Poi faremo lezione come sempre dedicandola a lui” aggiunge il Caccia. Domenica, in occasione di Varese-Crotone, la squadra di Martino scenderà in campo insieme alla formazione maggiore prima del fischio d’inizio e lascerà volare in cielo un palloncino. La società potrebbe inoltre chiedere di giocare con il lutto al braccio.
La volontà  di Caccianiga e degli allenatori Federico Fumagalli, Cosimo Bufano, Paola Florio, Giulio Spissu, Pino Papa e Antonio Rossato è quella di intitolare a Martino il campetto in sintetico a 5 adiacente all'”Alfredo Speroni” comunemente chiamato “la gabbia”, dove Martino giocava la consueta partitella al termine dell’allenamento. “Inoltre, dalla prossima stagione vorremmo dedicargli una giornata per aiutare la mamma”, aggiunge Caccianiga che su facebook ha lasciato un incisivo messaggio alla squadra di Stefano Sottili:  “Fatemi un piacere. Giocate per lui. Con il suo entusiasmo, la voglia di divertirsi, il sorriso. Impegnatevi per Martino. Glielo dovete. Veniva spesso allo stadio. Vi sosteneva sempre e cantava con gioia. Noi non abbiamo più lacrime. Voi dimostrate di essere Uomini e non semplici calciatori. Domenica contro il Crotone lottate per un angelo”.

Elisa Cascioli