Sedici anni. Sedici lunghi anni da quando Gorla Maggiore si ritrovò a disputare un playoff che non valse altro che una “figuraccia” visto che il risultato fu un mesto 5 a 0.
Sedici anni di attesa, ma senza pretesa alcuna.
E poi è giunta quest’ultima stagione, quella in cui, ancora una volta, la società ha chiesto ai propri ragazzi di fare semplicemente del loro meglio, senza aspettarsi null’altro in cambio se non prestazioni decorose ogni domenica.
L’obiettivo dichiarato era, senza ombra di dubbio, una salvezza tranquilla, ed invece ti ritrovi a disputare una semifinale playoff dopo un quarto posto in classifica, e contro una squadra davvero di alto livello, una di quelle che all’inizio dell’anno metti sicuramente almeno “tre gradini sopra il tuo”. E non solo: se al 95’ di una partita da mille e una notte, quel pallone avesse cambiato traiettoria anche solo di pochissimi centimetri e fosse carambolato in porta anziché stamparsi sul palo, il sogno sarebbe senza fine.
Quella di Gorla Maggiore è senza ombra di dubbio una favola calcistica semplice ed umile, di cui è protagonista un gruppo di ragazzi, un mister, ed una società, che si sono uniti giornata dopo giornata e che alla fine hanno visto ripagati tutti i loro sacrifici.
Se ci penso a volte ancora non mi sembra vero, aver giocato un playoff quando davvero noi aspiravamo a salvarci senza troppi patemi, eppure è successo, abbiamo fatto un campionato straordinario, e la partita con Busto 81 è stato il coronamento di un sogno – afferma mister Colombo – certo quel palo un pizzico di rammarico lo lascia (Gorla ha colpito un palo al 95’ nella gara con Busto 81 che li avrebbe portati sul 1-2 e che quindi gli avrebbe concesso il passaggio del turno ndr), ma non sono retorico se dico che va bene così. Sono contento di tutti, dei giovani ’94, dei “senatori”, della società, che ci è sempre stata vicino senza mai metterci pressioni, della tifoseria che domenica si è superata e ci ha regalato un tributo eccezionale, il mio grazie va davvero a tutti”. Gorla
Poi prosegue: “Lo avevo detto prima dell’incontro: avremmo vinto se avessimo dato noi il 105% e loro il 95%, invece non hanno sbagliato nulla, hanno dato il 100% ed hanno meritatamente passato il turno, il nostro 105% non è bastato”. “Con tutto il rispetto per tutti i giocatori scesi in campo, credo che la prestazione di Ippolito sia stata davvero impeccabile: dopo una stagione di alto livello, ha messo in campo tutto, non ha mai mollato, e vederlo giocare è stato semplicemente un piacere”. Ed il futuro? “In settimana ci sarà la classica cena di fine anno, poi parlerò con la società e vedremo il da farsi. Sono certo che la nostra filosofia non cambierà: noi siamo un po’ come l’Udinese, ci sono le annate in cui ci aspettiamo di essere da Champions e andiamo in Champions avendo fatto il massimo, e annate in cui, sempre facendo il massimo, ci salviamo, senza recriminazioni e senza pensare alla stagione precedente”.
Come ha confermato lo stesso coach uno dei protagonisti dell’anno è stato, indubbiamente, Antonio Ippolito. Il 27enne che milita a Gorla ormai da 5 anni, ancora una volta ha rispettato a pieno tutti gli oneri e gli onori di cui si carica solo chi indossa il numero dieci.
“Che dire, è stato un campionato pazzesco, siamo partiti zoppicando e siamo cresciuti partita dopo partita. Gorla è una squadra ed un ambiente in cui, forse, le motivazioni sono meno rispetto ad altre compagini, invece noi ne abbiamo tirate fuori di importanti, abbiamo lavorato bene, abbiamo fatto un gruppo di amici ancor prima che di compagni e soprattutto abbiamo avuto l’appoggio di un mister che non è solo mister: Colombo è un amico, un fratello, un allenatore, ma anche un sergente. E’ riuscito a tirare fuori da ognuno di noi il nostro meglio, e il mio primo grazie va a lui”, afferma il vicecapitano.
Ma quando c’è stata la svolta? “Nella partita contro Olgiate, una delle squadre che lottava per i playoff, ci siamo ritrovati sotto 1-0 alla fine del primo tempo, nonostante stessimo giocando una buona gara. Nello spogliatoio ci siamo guardati in faccia e ci siamo davvero chiesti cosa volevamo da quella sfida, siamo rientrati in campo ed abbiamo ribaltato la situazione vincendo 1-3. Credo che quello sia stato il momento della consapevolezza”.
Poi continua: “Sono orgoglioso di come io e i miei compagni abbiamo affrontato il match di domenica scorsa, a viso aperto, senza paura, abbiamo dato tutto ciò che avevamo nelle gambe e nella testa ed onorato la maglia fino alla fine, sentendoci appagati anche da un pubblico incredibile che ci ha sostenuto moltissimo. Progetti per il prossimo anno? Non guardo troppo in là. Io sono gorlese nel cuore, nel bene e nel male, il sentimento che nutro per questi colori supera ogni limite, parlerò con la società, ma la mia volontà è quella di restare qui e togliermi ancora molte soddisfazioni con questa maglia, che anche quest’anno mi ha permesso di ribadire a me stesso e agli altri l’essenza del calcio, ovvero dare tutto ed onorare sempre al massimo se stessi e la squadra per cui si gioca. I risultati poi arrivano, e quando sono inaspettati sono ancora più belli”.

Mariella Lamonica