Dopo due anni lontano da Busto Arsizio, Helena Havelkova è tornata a vestire la maglia della Unendo Yamamay Busto Arsizio. La ventiseienne ceca è stata la capitana dello storico triplete della stagione 2011/12 ed è rimasta nel cuore dei tifosi che quest’estate l’hanno accolta di nuovo a braccia aperte.

Havelkova primo piano by MedauCome è stato il ritorno a Busto? Stessa spiaggia, stesso mare o hai trovato qualcosa di diverso rispetto a tre anni fa?
“Ho scelto Busto perché sono sempre stata bene qua e ne avevo bisogno, in quanto lo scorso anno è stato davvero difficile a causa dell’infortunio alla spalla. Quindi volevo andare “sul sicuro” questa stagione tornando in Italia e Busto è stata una scelta pressoché naturale. La differenza che ho trovato in questo ritorno riguarda le mie prestazioni: quando arrivai la prima volta nessuno aveva molte “pretese” da me, cosa che ora invece ho notato dall’inizio di quest’anno. Questo per me rappresenta una sfida”.

L’allenatore conta molto su di te e sul tuo contributo, lo vivi come una responsabilità o come un attestato di stima e di riconoscimento del tuo valore?
“A me piace molto che il mister abbia fiducia in me. Con Carlo, poi, ci conosciamo da anni, essendo anche l’allenatore della nazionale della Repubblica Ceca dove io sono capitano. Abbiamo molto feeling.

Che differenze ci sono tra il Parisi allenatore della UYBA e il Parisi allenatore della Repubblica Ceca?
“La differenza principale è che qui a Busto la squadra rappresenta di più Carlo perché partecipa alla scelta del roster, cosa che invece non può fare così su ampio raggio nella nazionale ceca, per ovvi motivi. Diciamo anche che in nazionale è più ‘fine’”.

La squadra è molto cambiata rispetto a quella del triplete. Hai fatto fatica ad adattarti alle nuove compagne o hai trovato un ambiente stimolante dove lavorare bene?
“Quest’anno è forse un gruppo ancora più bello di quello del triplete e mi trovo davvero bene con tutte le ragazze. Probabilmente non abbiamo cominciato come avremmo voluto e la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia brucia, ma ci sosteniamo a vicenda specialmente nei momenti bui. Diciamo che c’è tanto amore – sorride -”.

Sono stata a Praga, la capitale della Repubblica Ceca, un posto meraviglioso dove si respira nostalgia e romanticismo. Ti ritrovi in queste caratteristiche della tua terra?
“Oramai è dieci anni che ho lasciato la mia terra perché sono andata via da casa molto presto. Sono stata a Praga ed è una bella città che piace specialmente agli italiani, tutti la conoscono. Per quanto riguarda romanticismo e nostalgia, non saprei, anche se ammetto che è molto romantica”.

A volte abbiamo visto sugli spalti tua sorella (la bellezza è un dono di famiglia) e sui social network posti foto con i tuoi parenti. Senti molto la mancanza della tua famiglia quando sei in Italia?
“Purtroppo ho perso mio papà e ho solo mia mamma, i nonni e una sorella che fortunatamente viene  a trovarmi spesso. Ho notato che tutti  la ‘ammirano’ – sorride -. Sì, soffro abbastanza la lontananza e più cresco più mi manca casa. Per fortuna sopperisco alla mancanza tramite i social network”.

Havelkova abbraccia Perry by MedauSei diventata molto amica di Becky Perry. Cosa hanno in comune una ragazza ceca e un’americana? E in cosa sono più diverse?
“Innanzitutto voglio dire che tengo molto alla mia privacy e quindi all’inizio non mi apro subito. Con Becky, invece, ci siamo immediatamente trovate bene sin dalla prima settimana, pur non conoscendoci minimamente: mangiamo spessissimo insieme e passiamo molte sere in compagnia perché siamo molto simili e ci troviamo bene”.

Chi fa sport deve controllare la linea e tu ne hai una invidiabile. Ti basta l’allenamento o ti tocca rinunciare a qualcosa che ti piace tanto? C’è invece un piatto  a cui non riesci proprio a dire di no?
“No, non faccio nessuno dieta, anzi mangio anche tanto e potete chiedere conferma a Perry che anche lei è una mangiona. La cosa a cui non riesco a rinunciare è il mascarpone e mi porto dietro questo vizio dalla stagione in cui ho giocato in Emilia”.

Qual è il difetto nelle persone che più ti infastidisce e quale, invece, è la caratteristica che più apprezzi?
“Non sopporto la falsità nelle persone e questa cosa si evince soprattutto dal mio modo di fare: se una persona non è a me gradita lo si nota subito dal mio sguardo. Apprezzo moltissimo la sincerità, anche se brutta”.

Nel futuro dopo la pallavolo ti vedi nel mondo dello sport o in un ambito completamente differente?
“Guarda, io vivo molto alla giornata. Da quando mi sono operata alla spalla, mi sono resa conto che tutto possa sfuggire dalle tue mani in un attimo, quindi per ora non penso molto al futuro. Vedremo quando sarà il momento”.

Se non fossi diventata una pallavolista, che sogno avresti voluto realizzare lavorativamente parlando?
“Fino a 15 anni praticavo anche nuoto ed è il mio secondo sport preferito dopo la pallavolo. Sì, magari sarei andata avanti a nuotare, ma tra i due sport ho scelto il volley in quanto mi piace molto di più specialmente perché è uno sport di squadra e non individuale”.

Havelkova in battuta by MedauI tifosi ti hanno riaccolto a braccia aperte. Cosa pensi della tifoseria di busto e quanto è importante averla come settimo giocatore in campo anche nelle partite fuori casa?
“Qua, e non è retorica o per fare una sviolinata, ma c’è il pubblico più bello e lo dico anche per le mie esperienze fuori dalla UYBA e all’estero. Non esiste come in questa zona una presenza così massiccia di persone che viene al palazzetto a tifare. Se posso permettermi una piccola critica, però, credo che l’aspettativa di quest’anno sia davvero diventata altissima e questo, forse, si ripercuote in maniera anche un po’ negativa su di noi. Io, per esempio, batto in salto più serena fuori casa che al palazzetto in quanto quest’anno sembra quasi sia vietato sbagliare. Per spezzare una lancia a nostro favore, chiedo di osservare chi batte in salto nelle altre squadre e nel volley maschile: si può notare che prendere la rete capita a chiunque”.

Ad assistere alla partita contro l’Azeryol Baku sugli spalti c’era tua sorella ed era evidente che sia in attesa di un bebè. Che tipo di zia sarà Helena?
“Spero di essere una zia presente in quanto il mio lavoro mi porta ad essere sempre in giro. Per la cronaca, la bimba nascerà a maggio”.

A settembre hai dichiarato che tornando dopo due anni, “nulla è cambiato” rispetto a quando sei partita: per caso intendevi che a Busto ti chiedono ancora il numero di telefono con la stessa frequenza di allora?
“Guarda, secondo me tutti mi rispettano e nessuno si permette di fare queste cose – sorride -”.

Molti tifosi pensano che tu sia la preferita di Parisi e che per te lui abbia un occhio di riguardo; vuoi smentire oppure ci vuoi svelare la somma che paghi al mister per giocare sempre?
“Ti dirò: essere una preferita non vuol dire essere una privilegiata; io sono tornata anche perché avevo bisogno di una mano da parte sua. Tutto qui – sorride -”.

Helena, è vero che sei tornata in Italia perché sia in Russia sia soprattutto in Turchia non c’era un negozio che vendesse dei vestiti di tuo gradimento?
“In Russia ho fatto shopping poche volte perché tutto è molto caro ed eravamo sempre in viaggio per le partite; invece di Istanbul non mi posso affatto lamentare sotto questo aspetto. Però lo shopping qui in Italia è il massimo”.

Ora, scherzi a parte, vogliamo davvero scoprire cosa davvero ti ha spinto a tornare in Italia. Scegli tra queste 3 risposte:
Per le ragazze che ti mancavano da tempo;
Prova tu a mangiare per una stagione intera in Turchia e poi vedrai se non vuoi tornare in Italia;
Prova tu in Turchia a trovare un bel ragazzo.
“L’ultima!!”

havelkova schiaccia by MedauTu e Camila ricevete un invito a cena dal vostro ammiratore segreto. Ci andate. Chi sperate d’incontrare? A) il presidente degli AdF. B) il Prez. C) Valentino Celotto. D) l’Assessore ai Servizi Sociali di Samarate.
“Ahah, ma sono la stessa persona!”.

E’ vero che nei playoff 6 contro Mosca non è tanto la partita che vuoi vincere, ma la gara di bellezza con Goncharova magari prendendola a pallonate in faccia?
“Ti risponderei dicendo che sicuramente vorrei fare bene contro di lei per fermarla”.

Quest’anno la società ha deciso di coinvolgere molto il pubblico del palazzetto già da quest’estate con i video promozionali dei tifosi, passando alle “prove” che vedevano protagoniste voi giocatrici: hai già detto a chi di dovere di smetterla di rompervi le balle oppure lo dobbiamo fare noi?
“Ahah ma no, dai, Enzo e Giorgio sono i top a coinvolgere la gente ed a fare pubblicità per la UYBA e tutto quello che ci gira intorno. La gente, poi, è aumentata dalla prima volta che misi piede al Payamamay grazie anche al loro lavoro”.

I maligni dicono che te la tiri molto: è per quello che sei soggetta a strappi addominali?
“Dai, ma non ho uno strappo addominale da 3 anni! Sono molto esigente nei miei confronti e probabilmente non ho sempre lo sguardo sereno; ma io sono così e non voglio non essere me stessa per piacere alla gente. Fuori dal campo mi diverto, parlo molto e scherzo, non sono assolutamente una ragazza che se la tira”.

Preferisci quelli lunghi, corti o leggermente angolati? Parlo di pallonetti ovviamente.
“Ahah, i pallonetti corti!!”

 

Manuel Prearo e Michela Guarino
(foto di Salvatore Medau)