Potrebbe andare peggio di così? Sì, potrebbe anche piovere. Allo “Speroni” invece il cielo tiene. E’ la Pro Patria che fa acqua da tutte le parti incassando la settima sconfitta di una stagione senza pace. E’ il modo però che ancor offende il popolo bustocco che dissotterra l’ascia di guerra fischiando a pieni polmoni l’ennesima prestazione da zero in condotta. Nitti lascia torvo lo stadio con orecchio incollato allo smartphone. Novità in panchina? Possibile. Solo così, tra l’altro, si spiegherebbe il giorno di riposo concesso alla truppa dopo uno 0-3 a domicilio. Ripresa degli allenamenti fissata quindi per martedì alle 15. Nel frattempo, supponiamo, si proverà a chiudere per un’altra guida tecnica.
Stante il provvidenziale silenzio stampa (che ci risparmia bla bla bla d’ordinanza su sorte avversa e condizione atletica carente), l’unico a presentarsi ai taccuini è il tecnico delle Aquile Salvatore Iacolino la cui analisi è senza bollicine: “Prima mezzora in equilibrio. Poi abbiamo avuto la meglio. Sapevamo che sarebbero calati avendo giocato mercoledì. E così è stato”. Un successo netto che non cambia peraltro gli obiettivi stagionali: “Vogliamo e dobbiamo salvarci. Stiamo provando a farlo giocando anche bene. Nonostante i risultati, avevamo fatto benissimo anche le prime gare. Ora finalmente stiamo raccogliendo i frutti. Il lavoro paga. E’ quello che auguro alla Pro Patria”. A proposito, ma con quale modulo hanno giocato i biancoblu? “All’inizio era un chiaro 4-4-2”. Mah, a noi sembrava un 4-3-3. Anche questa è la cifra del cortocircuito tigrotto.

Giovanni Castiglioni

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