falsettini melosiQuella ottenuta contro l’Accademia Pavese “è una vittoria importantissima per diversi motivi” spiega Giuliano Melosi che poi elenca: “per le assenze, per l’avversario incontrato e per la classifica. L’Accademia Pavese ha fatto molto bene nel primo tempo; noi eravamo in grossa difficoltà sugli esterni. Il successo di oggi (il terzo di fila col risultato di 3-0 ndr) vale doppio anche alla luce dei risultati delle altre. E’ la dimostrazione che il gruppo c’è. Oggi vincere era più importante di giocare bene”.

Nel 4-4-2 Melosi ha schierato Leonardo e Piccinotti sulle fasce. “Sono contento per Leo perché aveva bisogno di una prestazione così – il commento del tecnico -. Stava soffrendo a causa delle ultime prove non all’altezza e non era libero mentalmente. Ieri e oggi gli ho parlato come un padre al figlio e ci ha ripagato. Ha compiuto galoppate importanti. Piccinotti è sceso in campo nonostante non stesse benissimo e si è visto.  È uno molto aggressivo e oggi non lo è stato, ma ha dato una grossa mano”.
Gheller è risultato uno dei migliori in campo: “Questa estate gli ho parlato chiaro: lo reputavo importante, doveva aiutare la squadra sia in campo che fuori e gli ho detto che non gli avrei regalato nulla. Se gioca è perché se lo merita e sta facendo un grandissimo campionato. È l’emblema di questa squadra. E’ uno di quelli che mi ha stupito in maniera positiva. Non me lo aspettavo così e sono contentissimo di averlo”.

Capitolo classifica: con 9 punti di vantaggio diventa difficile trovare ogni settimana stimoli nuovi. “Non è vero – dice l’allenatore biancorosso –. Già domenica avremo una partita difficilissima a Trezzano e l’obiettivo è di mantenere il vantaggio sulla seconda. Motivare questi giocatori è molto facile perché sono bravi nel caricarsi già da soli”.

L’Accademia Pavese è risultata una delle migliori squadre viste a Masnago. Alla fine del primo tempo Melosi è passato al 4-3-3 per smuovere la gara: “Ho provato a dare una sterzata – spiega –, ma non mi piace lasciare Marrazzo da solo. Subito dopo abbiamo preso la traversa con Lercara, ma nella ripresa siamo tornati al 4-4-2. Abbiamo incontrato una buona squadra, nel primo tempo abbiamo subito un contropiede assurdo ed è stato bravo Bordin a compiere una grande parata. La difesa ha seguito l’azione e poi abbiamo rimediato all’errore”.

Tornando alla partita, sul 2-0 è scoppiato il parapiglia perché Marrazzo non si è fermato nonostante ci fosse a terra un avversario. “Gli ho urlato di buttarla fuori – racconta Melosi -, ma non mi ha sentito. Però questa è una cultura che ha stufato. In campo c’è un arbitro ed è lui che deve fischiare. Poi gli animi si sono surriscaldati, ma guardiamo oltre”.

“Il nostro capitano ha preso una botta sulla mandibola racconta mister Falsettinie il regolamento prevede che il gioco si fermi, ma sono d’accordo sul fatto che sia l’arbitro a dover fischiare. Melosi ha gridato a tutti di buttare via la palla, ma non lo hanno sentito. La terna arbitrale è andata in confusione. Una squadra come il Varese non dovrebbe essere ammessa ad una categoria così perché gli arbitri non sono capaci di gestire queste partite. Gli sono stati dati due rigori uno più ridicolo dell’altro – aggiunge -. Sul secondo si sono messi a ridere anche loro”. Durante la rissa sono stati espulsi due giocatori dell’Accademia: “Purtroppo Dragoni e Castellazzi sono due giocatori importantissimi per noi e non averli domenica prossima ci penalizzerà. Anche Gheller ha provato a scagionare Castellazzi che non aveva fatto nulla, ma il guardalinee ha detto di aver visto una manata in faccia”.

Sulla partita commenta: “Il nostro rammarico è che fino al gol abbiamo giocato alla pari e avuto una bella occasione. Marrazzo ci ha puniti, ma il risultato è bugiardo. Ho avuto la fortuna e il piacere di allenarlo, se lo avessimo noi magari saremmo al primo posto. Siamo venuto a giocarcela senza fare barricate. L’obiettivo è di salvarci tranquillamente e di far crescere i nostri giovani. Ben 8 sono del nostro vivaio”.

Questo il commento di Gheller sulla rissa: “All’inizio me la sono presa perché è l’arbitro che deve fischiare e non c’è stato nulla di così drammatico da buttare via il pallone. Il loro capitano ha fatto una sceneggiata e improvvisamente è diventato Hulk facendo una pessima figura. Mi dispiace per Castellazzi, che tra l’altro conosco. Basterebbe che arbitri e assistenti ogni tanto ammettessero di aver sbagliato“.

A fine gara il difensore classe ’75 è stato premiato come migliore in campo: “Mi ha fatto molto piacere – commenta -. Finché ce la faccio vado avanti. Potevo anche segnare, sul terzo rigore mentre il pubblico incitava il mio nome. Ho chiesto a Marrazzo di batterlo, ma lo sappiamo che è un assatanato di gol, un vero killer e non me la sono di certo presa”.
Sulla vittoria aggiunge: “Abbiamo raggiunto una grande forza mentale. Ci adattiamo a tutte le situazioni: mancanza di giocatori, campi brutti. Il ruolo di esterno non è facile e oggi chi ha giocato lì ha fatto un gran lavoro”.

A fine partita, Gheller ha preso parte anche ad una delle mini sfide sul sintetico “Speroni” per ricordare Martino Colombo: “Questa società prima di tutto è fatta di uomini e la sta dimostrando chiunque. La Curva è corsa di qua per fare i cori a Martino. Da papà questa cosa mi ha enormemente toccato. Martino non lo ricordiamo solo oggi; in spogliatoio ci sono appesi ancora i fogli di Caccianiga. Ogni tanto li leggiamo e ne parliamo”.

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Elisa Cascioli