Chissà cosa sarebbe successo se quella partita con la Rasa fosse andata male, se fosse arrivata la terza sconfitta consecutiva e quelle dimissioni avessero davvero fatto il loro corso, giungendo fino alla scrivania di ds e del Presidente Barbarito, chissà…forse non staremmo qui a parlare di una cavalcata trionfale e di un playoff vinto, o forse si, ma ciò che conta è che la favola abbia avuto il suo lieto fine perché “tutto è bene ciò che finisce bene”.
E la favola Brebbia nasce da una sfida nelle sfide, accettata nella scorsa estate da mister Pasquale Martusciello e vinta, per non dire stravinta, sul campo. Il terzo posto in campionato è valso un playoff fatto di un cammino netto e spumeggiante, che ha messo al tappeto, nell’ordine, Cas, Gorla Maggiore, Barzago ed Ome. La festa di domenica scorsa è ancora negli occhi di centinaia di tifosi accorsi al campo per l’occasione, quelli che in realtà ci hanno creduto tutto l’anno, e negli occhi dei protagonisti, giocatori, staff e dirigenza, che questo “miracolo” lo hanno voluto fortemente e che hanno lottato in ogni centimetro di campo per ottenerlo. Il finale non sarebbe potuto essere più bello: 120 minuti di gioco per un roboante 3-2 che ha visto il Brebbia spuntarla proprio all’ultimo respiro., grazie ad una squadra tosta ed alle pennellate del solito Marzetta, una delle note più liete dell’annata gialloblù (ha anche ricevuto una nomination al Premio Varese Sport).
brebbia-ome34Ma l’aneddoto delle dimissioni è cosa vera: il 13 marzo il Brebbia rimediò una sconfitta contro l’Ispra Angera, sette giorni dopo altra battuta d’arresto contro Gorla, poi il turno infrasettimanale contro la Rasa martedì 22, e quel messaggio lanciato da mister Martusciello ai suoi, poco prima di entrare in campo “Se si perde oggi, io lascio”. Ma andò esattamente così? “Più o meno sì – esordisce il tecnicoera un periodo un po’ complicato in cui non girava e mi sono reso conto che qualcosa doveva cambiare, non ho detto quella frase tanto per dire o per scuotere i ragazzi, ma solo perché era giusto che loro arrivassero dove meritavano, e piuttosto mi sarei fatto da parte io”. Ma poi è successo che…”Che la terza sconfitta consecutiva non è arrivata”, aggiunge sorridendo il tecnico. Non solo non è arrivata, ma nonostante un altro risultato negativo, quello con la Belfortese, i gialloblù hanno ottenuto ciò che volevano, andando persino oltre le aspettative. “Non siamo certo partiti per questo, ci siamo resi conto della nostra forza strada facendo, ma soprattutto abbiamo costruito un gruppo che poi ha fatto la differenza”. Gruppo e divertimento, le chiavi del successo:Senza ombra di dubbio – continua il tecnico – se i ragazzi vengono al campo dopo una giornata di lavoro e non si brebbia-ome08divertono, che senso ha?”. Nessuno, appunto. Ma chi glielo spiega al tecnico che divertirsi è stato anche sinonimo di far divertire? Il gioco del Brebbia, basato su un 4-4-2 in fase difensiva che abilmente si trasforma in 4-2-3-1 quando c’è da attaccare, ha trovato consensi ovunque, e il saper giocare la palla è stata l’arma di cui il Brebbia non si è mai privato, soprattutto nella post season, dove su ogni campo si è calato nella parte della squadra autoritaria che non solo ha puntato a vincere, ma che ha voluto farlo “a suo modo”, con la propria personalità e le proprie caratteristiche fino in fondo. “E’ il mio modo di allenare, usare la palla per me è tutto, più la tocchi in settimana, più sei pronto la domenica, ed i ragazzi sono stati bravi perché mi hanno seguito sempre, perché si sono messi a disposizione, sono riuscito a far emergere tutte le loro qualità, questo è gratificante, soprattutto quando ricevi dei grazie anche da chi ha giocato meno ma comunque ha dato tutto, perché qui davvero ognuno ha dato il proprio contributo, se così non fosse stato non avremmo mai vinto”.
E cosa riserverà il futuro all’allenatore di Besozzo? “Non lo so ancora, in settimana parlerò con la società, con il presidente, continuare sarebbe bello ma c’è anche da dire che la Promozione è un altro mondo, c’è bisogno di mezzi importanti, non lo so ancora, parleremo e vedremo il da farsi”.
Per concludere una dedica, la più dolce: “I ragazzi e la mia famiglia, mia moglie e mio figlio Luca, che è la nostra mascotte, sono certamente le persone che meritano riconoscenza per quest’annata, ma c’è una dedica ancora più profonda che va a mio padre: è mancato un anno fa dopo una lunga malattia, oggi so che io e mio fratello (prossimo allenatore dell’Empoli in serie A ndr) lo abbiamo reso orgoglioso, dopo tanti sacrifici siamo stati premiati”.
Gruppo, divertimento, perseveranza, volontà, e tanti altri ingredienti hanno reso questo Brebbia vincente, ma a tutto ciò ne va sommato un altro, ovvero l’umanità che mister Martusciello ha mostrato e saputo trasmettere senza alcun freno, indubbiamente il valore aggiunto di questa squadra in questa stagione da sogno.

Mariella Lamonica