Busto Garolfo è una cittadina della Pianura Padana situata fra il fiume Olona e il Ticino, territorio dove sono coltivati cerali, viti e foraggi. “Busto” che deriva dal termine latino “Bustum” usato dai Romani per indicare il luogo dove bruciare i cadaveri e seppellirne le ossa e “Garolfo” dal nome proprio di persona, probabilmente appartenuto a un Signore del luogo, sono i due termini che costituiscono il nome della città. Nel XVI secolo veniva anche chiamata Busto Piccinino, in confronto a Busto Arsizio che era invece conosciuta come Busto Grande. Durante le Guerre d’indipendenza è stata luogo di truppe austriache e italiane, soprattutto durante la Battaglia di Magenta. Nel XIX secolo la campagna bustese grazie alle molte coltivazioni di viti e gelsi, è famosa in tutta la Penisola per la produzione di vini, purtroppo verso la fine del secolo si diffonde un’epidemia di parassiti sia sulle viti che sui gelsi che distrugge gran parte del raccolto e rallenta la produzione. Nelle campagne in questo periodo l’unico alimento disponibile era la polenta come racconta lo scrittore Giavini: “condita solo con l’aria dell’uscio che si apriva e si chiudeva”. Da qui nasce il culto della carne che veniva mangiata d’inverno grazie alla compravendita del maiale, acquistato nel periodo estivo per essere messo all’ingrasso. Il territorio poco generoso, le dominazioni straniere, hanno fatto crescere la popolazione bustocca con un grande senso di appartenenza e una grande attenzione verso gli sprechi. Elementi che si ripercuotono nella cucina tradizionale locale, fortemente influenzata dall’andamento della natura e dal cambiamento delle stagioni. Passando da Busto Garolfo è inevitabile provare uno dei piatti tipici che ha fatto la storia della città: “Pulti, Fasoeu e Verzi” , una polentina che gli antichi facevano con il farro o con altri cereali di scarto.

La squadra di calcio della città è l’ ASD Bustese, nata attorno 1946, dall’unione di un gruppo di giovani, soliti frequentare il Bar Branca. A fondare la società e a divenire primo presidente è stato proprio Domenico Branca, proprietario del Bar, che aveva costituito una squadra composta unicamente da ragazzi del paese che giocavano per amore del calcio, senza particolari esperienze tecniche. Dal 1948 al 1954 quella squadra è diventata un punto di riferimento per il calcio dilettantistico della zona, storici alcuni scontri con Inveruno, Corbetta e Snia Varedo.

Nella stagione 2007-08 la squadra allenata da Ferdani ottiene la Promozione in Prima Categoria. L’anno successivo, inizialmente allenata dallo stesso Ferdani e poi in seguito da Banfi la Bustese si piazza all’undicesimo posto del campionato di Promozione piazzamento mantenuto anche nell’annata 2009-10. Guidati da mister Cavicchia (vecchia conoscenza da queste parti, attaccante del Varese negli anni Novanta) nel 2013-14 conquistano la tanto ambita serie D, dopo aver concluso il campionato imbattuti ed aver vinto la Coppa Lombardia.

Simona Romaniello