L’uomo più chiacchierato in estate. L’uomo più atteso in autunno. Nome e cognome: Michele Crugnola. Il neo-coach della Robur Saronno, nonchè ex-coach del Nelson somma Lombardo, avrà certamente le orecchie che fischiano come una ciminiera perchè, per breve esperienza, ho ragione di credere che da giugno a tutt’oggi la sua vicenda sarà entrata nelle considerazioni, nei commenti, nel “gossip” di gran parte degli appassionati di basket lombardi.
“Una vicenda travagliata, quella del clamoroso addio a Somma e successivamente l’addio “di” Somma che – dice in tono accorato Crugnola -, ha “devastato” soprattutto la mia persona. Forse non tutti sanno che il contratto triennale che avevo firmato con Somma nel giro di un paio di giorni si è trasformato in carta straccia ed io, la faccio breve e sorvolo su tantissimi particolari, mi sono ritrovato senza squadra e con le tasche piene solo di delusione e promesse mancate”.
Ma come si usa dire, quando si chiude la porta, spesso si apre un portone…
“In effetti questa volta devo proprio dar ragione a questo famoso detto perchè – conferma l’allenatore varesino -, mentre stavo per riallacciare contatti, in modo particolare con alcuni club di serie C2 è arrivata, del tutto inattesa, sicuramente sorprendente, la telefonata di Ezio Vaghi, presidente di Saronno. Ci siamo incontrati, parlati a viso aperto e nel giro di pochi minuti abbiamo raggiunto un accordo”.
Tue sensazioni?
“Il mio stato d’animo era quello, felicissimo, che caratterizza chi sa di aver finalmente fra le mani una grossa opportunità perchè Saronno è una società prestigiosa, una delle top nel pur vasto panorama delle serie minori, forte di una serietà e solidità riconosciuta da tutti, con uno staff tecnico- dirigenziale, un’organizzazione e un modus operandi di primissimo livello. Qui, giusto per essere chiari, si respira, si avverte, si sente la tradizione di una pallacanestro fatta in modo diverso”.
Però, arrivi al Centro Ronchi, in un anno un po’ particolare…
“La rinuncia alla serie B è stata una scelta dolorosa per tutti, Ezio Vaghi in testa. Ma, come più volte sottolineato, la “ragion di stato”, o in altri termini l’importanza di sopravvivere, ha giustamente preso il sopravvento e, passati i primi momenti di sconcerto e delusione, Vaghi, il g.m. Marco Novati, gli altri dirigenti e tutti i giocatori, o quasi, si sono rimboccati le maniche dicendosi l’un l’altro: “Ok, siamo pronti per ripartire. Più motivati di prima”
Quindi, sotto il profilo tecnico, da chi ricominci?
“Il primo obiettivo era cercare di confermare gran parte del gruppo che lo scorso anno ha disputato una stagione incredibile vincendo il campionato quasi in carrozza. A conti fatti direi che l’obiettivo è stato centrato perchè ad eccezione di Petrosino, che ha scelto di salire e mettersi alla prova in B, Minoli, nostro giovane nonchè play titolare che un po’ a sorpresa ha preferito le offerte dell’Edimes Pavia, e Bellotti, che parte per uno stage di studio all’estero, siamo riusciti a trattenere ben 6 decimi della formazione vincente del 2016: Leva, Guffanti, Furlanetto, Cacciani, Gurioli e Aceti. I nuovi arrivi sono rappresentati dalla coppia di playmaker formata da Piermattei, che arriva dalla Omnia Pavia; Fiore, talentuoso prodotto del nostro vivaio tornato alla base dopo un paio di stagioni nel campionato di Promozione; Filippo Tagliabue, centro di grande esperienza che lo scorso anno ha giocato molto bene a Piacenza; e infine due giovani: il classe ’99 Pasinato e il ’97 Di Meco lungo di scuola Olimpia Milano visto l’anno passato in C1 a Bernareggio”.
Contento di questo gruppo?
“Strafelice – risponde di getto Michele -. Alleno ragazzi dotati di grande talento, straordinaria mentalità, eccellenti qualità umane, ma più di tutto sono contentissimo di poter allenare giocatori “veri”, sempre al pezzo in allenamento come in partita e calati nel loro ruolo con un atteggiamento che non ha nulla da invidiare a quello dei professionisti. Una situazione che, come si può ben immaginare, è molto diversa da quella che ho trovato nel mio recente passato in serie C2, un torneo in cui sono presenti tanti giocatori di buonissimo livello che però, per ragioni di lavoro o famiglia, hanno abbastanza attaccato il cappello sotto il profilo mentale. Qui a Saronno, invece, sono ancora tutti freschi, presenti, partecipi e coinvolti. allenare gente del genere è davvero gratificante”.
Obiettivo nel mirino?
“I dirigenti non mi hanno chiesto solo una cosa: fare meglio dello scorso anno! Battute a parte, tutti sanno che una “perfect season” come quella scorsa è decisamente irripetibile. Detto questo, e pur consapevoli che a bocce ferme le due squadre di Pavia e Vigevano, in virtù di budget pazzeschi e inarrivabili, sembrano destinate a monopolizzare i pronostici, posso garantire che nel nostro clan le ambizioni sono ancora elevatissime e la voglia di ripetersi è presentissima ed entra in ogni discorso. Quindi, lasciamo pure che gli addetti ai lavori piazzino la mia Saronno nella file arretrate della griglia, ma io, noi, siamo convinti che tutti dovranno fare i conti con noi e, magari, chissà: nel giugno prossimo, tra i… tre litiganti, a godere sarà il quarto”.

Massimo Turconi