Mercoledì primo giugno il Collegio di Garanzia del CONI ha respinto i ricorsi della Procura Federale e della Procura Generale del CONI che chiedevano la penalizzazione del Lanciano nella classifica di Serie B. Il successo legale degli abruzzesi (che ha evitato la retrocessione in Lega Pro e difeso il playout con la Salernitana) porta la firma di Michele Cozzone, Eduardo Chiacchio e Cesare Di Cintio.
Avvocato Cesare Di CintioMa chi? Quel Cesare Di Cintio? Sì, proprio lui, l’uomo che sussurrava ai cavilli, la garanzia di successo di chiunque vi si sia affidato in una controversia riguardante il diritto sportivo. Pro Patria compresa. Le cui speranze di ripescaggio in Serie C passano (anche) attraverso il lavoro fatto dall’avvocato bergamasco nella lunga battaglia che ha portato alla drastica riduzione dei punti di penalizzazione e alla parziale riabilitazione dell’immagine del club, pesantemente offuscata dalla vicenda del calcio scommesse. Tutti particolari che, in qualche modo, andranno messi in conto.

A partire da martedì quando il Consiglio Federale avrà in agenda il tema spinoso delle garanzie economiche che dovranno presentare le società ricorrenti per il reintegro nella categoria. In estrema sintesi (come già scritto il 24 maggio), da una parte Tavecchio e la riconferma del “fondo perduto” (magari scontato da 500 a 300 mila euro). Dall’altra Gravina e la proposta di una simbolica fideiussione ad integrazione di quella già richiesta per l’iscrizione al campionato. Ai punti dovrebbe avere la meglio il presidente federale. In realtà, in vista della campagna elettorale di fine anno, al numero uno di via Allegri farebbe decisamente comodo il (quasi) 20% di consenso che la Lega Pro si porta in dote. Della serie, compromessi in vista. O almeno questa è l’aria che tira.

Ma il percorso è solo all’inizio perché nelle prossime settimane (plausibilmente entro la fine di giugno), la stessa FIGC renderà noti i criteri utili a stabilire le graduatorie per i ripescaggi. Praticamente certa l’esclusione delle squadre che hanno subito sanzioni per illecito sportivo o per il divieto di scommesse. Quindi anche la Pro Patria? Probabilmente sì. Quantomeno in prima battuta perché la circostanza potrebbe poi venire meno una volta che ci si troverà di fronte alla necessità di completare gli organici. Con slot liberati da qualche fallimento (Rimini?) e squadre impossibilitate a richiedere il ripescaggio causa problemi economici assortiti o mancanza della Licenza Nazionale (principalmente per l’impianto non a norma, vedi il caso della Caronnese).
Traduzione: mettetevi comodi. Ce n’è per buona parte dell’estate.

Nel frattempo, sul fronte societario, va segnalato un singolare status quo. Dopo le storie tese (anzi tesissime) di febbraio, la rottura di marzo e il grande freddo di aprile, maggio è stato il mese delle rose nei rapporti interni al cda biancoblu. Tutto finito a tarallucci e quote? Non proprio. Ma se è vero che la scelta del DG Asmini (e, per riflesso, del DS Turotti) è tutta farina del sacco di Patrizia Testa e (soprattutto) di Nazareno Tiburzi, è altrettanto innegabile che l’incidenza della SportPlus4You di Nitti e Collovati non è così marginale come si potrebbe pensare. Attualmente poco sotto il 50%, l’ex maggioranza dovrebbe proseguire la cura dimagrante fino a quel 10% più volte individuato come peso forma a regime. Ma parte delle quote potrebbero però finire a partner “vicini” agli stessi Nitti & C. Un’ideale sponda per gestire una transizione che si sapeva molto complicata. E la realtà non ha tradito le aspettative.

Insomma, se rivoluzione dovrà essere, sarà comunque morbida, per gradi e senza brusche accelerazioni. Parigi val bene una messa. La Pro Patria anche.

Giovanni Castiglioni