I tifosi più sarcastici avranno accolto la sconfitta di ieri con un sorriso ironico (ed amaro), scherzando su come Varese abbia fatto dei progressi dalla sconfitta di Klaipeda, passando da 34 punti di scarto a “soli” 33.

Il resto dei supporters varesini, invece, avrà giudicato l’asfaltata di Pistoia (la peggior sconfitta di Varese in serie A dal 2004) con preoccupazione, poiché probabilmente lo stop in Lituania non è stato solo un passo falso, ma un segnale che ha trovato conferma ieri. Gli uomini di Moretti hanno disputato un’altra prestazione incolore, altamente deficitaria non solo dal punto di vista tecnico-tattico, ma anche per quanto riguarda l’atteggiamento e la concentrazione messa in campo.

Esattamente come a Klaipeda, Varese ha sofferto in maniera enorme la transizione avversaria: se nel primo tempo la difesa era riuscita quantomeno a contenere a metacampo le iniziative pistoiesi, quasi tutte relegate ad un incontenibile Cournooh, dal terzo quarto i poi la squadra di Esposito ha saputo distendersi anche in campo aperto, facendo valere la netta differenza di energie sia fisiche che mentali. È da segnalare anche la difficoltà (anche questa riscontrata in maniera preponderante in coppa) nel contenere i lunghi avversari nelle situazioni più comuni di taglio verso il canestro, nelle quali Magro e Crosariol (due onesti mestieranti) hanno fatto il buono ed il cattivo tempo.

In attacco, invece, si sono persi i due punti di riferimento offensivi che stavano garantendo punti in quest’inizio di stagione, ovvero Eyenga e Johnson. Soprattutto si teme che il secondo possa essere troppo monodimensionale e abbia poco da offrire alla squadra nelle giornate in cui il tiro non entra.

In ogni caso non c’è alcun bisogno di gridare allo scandalo o di “abbandonare il carro”: erano previsti dei periodi come questo in una stagione con un doppio impegno dal livello decisamente più alto rispetto all’anno scorso. Adesso sta a Moretti e ai suoi rifarsi subito martedì contro il Paok e domenica contro Avellino, due match casalinghi che significheranno molto, perché è nei momenti di maggiore difficoltà che si vede il carattere di una squadra.

Marco Mastrorilli