Il risveglio di Varese all’indomani della partita contro Milano è molto duro. Probabilmente perdere era da mettere in preventivo, ma la prestazione offerta ieri dai ragazzi di Moretti ha riportato alla superficie tutti i limiti. Non è bastato affrontare Milano nel momento migliore della stagione – parlando di risultati -: l’EA7, pur in estrema emergenza, si è dimostrata più dura e decisa, ma soprattutto più compatta. E a calamitare l’attenzione è lo scontro fra pesi massimi Moretti-Repesa. Ormai si è già scritto molto su questo episodio, ma l’importante è che il coach di Varese abbia chiesto scusa. Perché non è da lui lasciare per metà partita i suoi in difficoltà senza guida tecnica: Moretti ha capito e ha chiesto perdono ai tifosi, alla squadra e a tutta Varese. Al di là dell’episodio in sé, che ha evidenziato come ci fosse una certa disparità di trattamento fra i due tecnici biancorossi. Ma un allenatore come Moretti non deve cadere nei tranelli orditi da vecchi volponi come Repesa, e di quanto è successo ieri farà tesoro. Anche perché – lo ripetiamo da settimane – il coach ex Pistoia è nettamente l’arma in più della Pallacanestro Varese: la squadra è dov’è ora per merito di Moretti. Certo è la seconda volta di fila che Varese vede il suo tecnico espulso contro Milano… Ora si spera che non arrivi una pesante squalifica: l’espulsione di Pozzecco costò ben due giornate, probabilmente dato che Moretti non ha inveito contro nessuno (a Repesa ha detto “sei un bel fenomeno”) e ha chiesto subito scusa ne arriverà solo una, convertibile in una multa. Vedremo cosa deciderà il giudice sportivo, fra stasera e domani.

E se in un certo senso la partita di ieri può essere “dimenticata” con una grande prestazione in Fiba Cup mercoledì, preoccupa la situazione-Galloway. Contro Milano è stato francamente disastroso, come dimostrano le 8 palle perse e un impegno che in campo non si vede. E sono ancora nelle orecchie di tutti i fischi del PalaWhirlpool che hanno accompagnato l’americano in panchina. È chiaro che Varese non punta su di lui, ma prima di lasciarlo andare a Omegna – continuano a volerlo – si attende di avere l’ultimo rinforzo. Dopodomani – quando di stranieri ne servono solo sei – toccherà a Varanauskas, e Galloway non sarà neanche in panchina. C’è da dire che il numero 55 non ha sfruttato benissimo il suo reintegro in squadra, e questo si riflette nelle sue scelte in campo e nella sua intesa – inesistente – coi compagni. Emblematico quello che è successo con Kangur: Galloway prova una forzatura, e l’estone va di fianco a lui per riprenderlo. Da parte sua Galloway non pare propenso ad ascoltare i consigli di Kangur – per usare un eufemismo -, e lo manda a quel paese. I due hanno continuato a discutere mentre andavano verso la panchina per il timeout, per poi riappacificarsi molto dopo. Anche Wayns si era unito alla discussione, prendendo le parti di Galloway. C’è del nervosismo, questo è evidente. Ma la stagione è appena al giro di boa.

lu.mastro.