Mirko Borghese, dopo 26 stagioni in prima squadra e oltre 600 presenze, dà il suo addio al calcio giocato. Il portiere classe 1974, ex giovanili del Varese, ha deciso di appendere scarpette e guantoni al chiodo. Questo il suo messaggio: “Senza falsi moralismi e senza frasi spezza cuore mi sembra solo doveroso scrivere un pensiero per rispetto di ciò che ho sempre messo davanti a tutto.  Amato calcio e il momento di dirsi addio. Grazie di tutto”.

mirko borgheseLa sua carriera, iniziata nel Varese, è poi proseguita indossando le maglie numero uno di tante squadre dilettanti della provincia: Cardano, Cairate, Solbiatese, Gavirate, Tradate, Olgiate e infine Leggiuno: Ho vissuto 26 stagioni senza mai cambiare maglia in corso di stagione – dice -, questa è la mia soddisfazione più grande. Ci sono riuscito grazie ad un po’ di fortuna, ma soprattutto alla mia tenacia. Cosa mi rimarrà? Sicuramente le tante amicizie che mi sono costruito e che tutt’ora continuano ad essere tali”.

Capitolo Varese. “Ho iniziato nell’88 negli Allievi Nazionali. Poi sono passato alla Berretti di Criscimanni e dopo 6 mesi mi hanno aggregato alla Primavera di Codogno. A 16 anni ho esordito in prima squadra con Magni allenatore. Ho vissuto l’autoretrocessione sotto la presidenza di Orrigoni. Sono stati anni belli, spensierati e indimenticabili”.

L’emozione più bella? “L’ho vissuta a 15 anni, ma la ricordo come fosse ieri: il mio esordio nella Nazionale Under 15. Un’esperienza fulminea, ma comunque bella. Davanti a me c’erano portieri tecnicamente molto bravi; fu molto bello e stimolante”.

Il suo giocatore modello? “Un nome su tutti: Angelo Seveso, un vero modello di professionalità che adesso purtroppo non c’è più. Mi ha aiutato a durare così tanto. Quando si allenava dava il 150 per cento. Mi ha insegnato davvero tanto”.

Basta calcio giocato. E il futuro? “Al momento dico basta al calcio in generale. Voglio staccare un attimo e dedicarmi alla mia fidanzata Stefania che il 16 luglio diventerà mia moglie. Il mio obiettivo è di mettere in piedi una famiglia. La domenica potrò accompagnarla a fare le passeggiate. Un po’ di pausa non fa mai male, poi si vedrà”.

Elisa Cascioli