Speroni” vs Pro Patria. Della serie: quando vincere non basta. L’anoressico 1-0 con il Lecco ha certificato quello che, in realtà, si sapeva da tempo. E cioè che, nel calcio, mettere d’accordo tutti è impresa velleitaria. A Busto più che altrove. E se Santana a fine partita decide di venire in sala stampa (luogo che, è risaputo, Marito frequenta con poco entusiasmo), è perché il punto andava messo. Da capitano vero: “Non bisogna pensare che questa categoria sia facile. Anzi, è difficilissima. Infatti, in questo momento stiamo facendo fatica. Quello che chiedo ai tifosi è di starci vicini. E se qualcuno vuole criticare, lo faccia con me e non con i ragazzi”. Serve aggiungere altro? In teoria no. In pratica, almeno due temi di discussione. Uno è strettamente tecnico. L’altro, riguarda l’ambiente.

Nell’ordine: la squadra non sta giocando bene, attacca (spesso) in maniera episodica, ha due terzini che non accorciano praticamente mai isolando così la linea d’attacco e un centrocampo in cui manca la cinghia di trasmissione. Magari, al momento, è seduta in panchina (Santic e Andreasson) o magari andrà cercata (e trovata) attraverso qualche correttivo. Con un pizzico di elasticità e, se necessario, aggiustando (almeno nell’interpretazione) il monolite 4-3-3. Ma se il rodaggio (legittimo e inevitabile) avviene facendo punti, alzare il sopracciglio è a tutti gli effetti intempestivo. Perché il risultato (comunque la si giri) non può essere un dettaglio. E la compattezza del gruppo (testimoniata plasticamente dall’abbraccio post segnatura) è parte non marginale del lavoro di Bonazzi. Doveroso dargliene atto.

Ora la seconda riflessione. Quella ambientale. Il clima respirato ieri allo “Speroni” non era quello che (probabilmente) la squadra si era immaginata. Quantomeno nella partecipazione emotiva visto che quella numerica (580 paganti e 318 abbonati) è stata più che incoraggiante. Una freddezza di fondo che Santana ha subito fiutato recapitando l’avviso ai naviganti. La stagione è lunga. Ci sarà un tempo per le critiche e uno per la fiducia. Oggi (al netto di quanto segnalato sopra), è il caso di far prevalere la seconda.
E’ la Serie D, bellezza! Meglio farsene una ragione. Senza tante menate.

Giovanni Castiglioni