In frantumi. Prima (metaforicamente) il campionato. Poi (materialmente) i vetri del pullman della squadra distrutti in una notte dei cristalli che ha riportato la Pro Patria al centro del dibattito mediatico. Purtroppo però, solo attraverso le pagine della “nera”. Come spesso accaduto negli ultimi due lustri.

Ma al di là degli sviluppi (amministrativi e giudiziari) che la vicenda potrà avere, resta il quadro desolante di quel che resta della tifoseria biancoblu: stadio (semi)vuoto e assalti notturni. Una sintesi brutale e volutamente grossolana che rappresenta una Ground Zero da cui ripartire. Perché malcontento, frustrazione e indignazione sono comprensibili (anzi, doverosi), ma ciò che è accaduto l’altra sera nei pressi dello “Speroni” non ha nessuna giustificazione e va condannato senza riserve. Anche perché, paradossalmente, il fattaccio rischia di produrre l’effetto contrario di quello (immaginiamo) voluto. E cioè fornire ulteriori alibi a società e squadra. Come non ce ne fossero già abbastanza. Un pessimo affare. Oltre che un atto deprecabile.

Ciò detto, resta ora un rapporto da ricostruire. Un’operazione che andrà fatta isolando ed escludendo chi non rispetta le regole della società civile ma non ignorando chi invece (legittimamente) esprime profondo sdegno per l’andamento della stagione in corso. A botta calda Roberto Centenaro, presidente del Pro Patria Clubs, ci ha detto: “Questo non è più sport. Quello che è successo è inaccettabile. Non posso che condannarlo e prenderne le distanze”. Ma anche: “Siamo esasperati per i risultati e la gestione societaria”. Come dire che il confine è molto sottile. E va maneggiato con cura.
E, forse, il modo migliore per farlo non è quello di mettere sul piatto (come da comunicato ufficiale), la necessità di mantenere a tutti i costi la Lega Pro: “Azioni come quella di ieri, posta in essere da un gruppo di pochi facinorosi, ledono non soltanto l’immagine e l’onore della Pro Patria, ma rischiano anche di toglierle la possibilità di essere riammessa in Lega Pro nella prossima stagione”.
Le categorie andrebbero conquistate e difese sul campo. Per le carte bollate c’è sempre tempo.

Giovanni Castiglioni