Cose che si possono fare con 500.000 euro. Mettersi al volante di una Rolls Royce Phantom Drophead Coupé (tenendosi in tasca gli spiccioli per bollo e benzina). Infilarsi al polso (tasse escluse) un Patek Philippe Celestial Date. Rogitare (salvo annessi e connessi) un trilocale soppalcato di 80 mq in zona Brera a Milano. Oppure (al centesimo), versare l’incomodo a fondo perduto per vedere la propria squadra ripescata in Lega Pro. Ebbrezza provata l’estate scorsa dall’AlbinoLeffe e (con lungimirante senso degli affari) dal Pordenone che, attraverso quell’investimento, ha posto le basi per un possibile approdo nella serie cadetta. A dimostrazione che (a volte), chi più spende, meno (o meglio) spende.
Presidente LovisaI neroverdi friulani prossimi avversari della Pro Patria (sabato ore 15, stadio “Ottavio Bottecchia”) sono (parole di mister Tedino) “gli intrusi nella corsa alla promozione”. Un ruolo di abusivi guadagnato a scapito di squadre teoricamente più attrezzate per il salto di categoria. La candidatura al piano si sopra non ha però segreti. O, se ci sono, rispondono al galateo del buon calcio di provincia. Mercato oculato, tanto lavoro sul campo e pazienza quanto basta per un saldo che (al momento) recita secondo posto alle spalle del Cittadella.
Dopo la retrocessione (virtuale) ai playout con il Monza, il presidente Lovisa (in foto a lato) si è messo alle spalle i quattro allenatori dell’ultimo campionato, affidando la ricostruzione ad una vecchia conoscenza, il tecnico Bruno Tedino, già sulla panchina naoniana a cavallo del cambio di secolo. La solidità è arrivata subito, così come la pareggite (7 X nelle prime 11 giornate). Poi, la minicrisi di dicembre (3 sconfitte in 4 gare) e la volata nel nuovo anno con 5 vittorie a nastro, porta immacolata da 360’ e fortissima sensazione di aver trovato la rotta giusta. Tanto che l’intero staff è stato confermato in settimana fino al 2018. Sul piano tattico il 4-3-3 è l’indiscusso passepartout della stagione. Sabato dovremmo vedere in campo Tomei tra i pali; Alberto Boniotti, il capitano Stefani, l’ex Bassano Ingegneri e il figlio d’arte De Agostini (al posto dello squalificato Martin) in difesa; l’ex Inter Simone Pasa, il tigrotto mancato Alex Pederzoli e l’altro neroverde dal padre illustre Matteo Mandorlini a centrocampo; il veterano Filippini, Luca Cattaneo e l’ex Lucchese Strizzolo in attacco.
Staff tecnico PordenoneAll’andata (il 3 ottobre), finì 4-1 per i ramarri del Noncello (l’ameno corso d’acqua che bagna la città), con prova antologica di Cattaneo e difesa biancoblu vietata ai minori. Lo Speronazo costò la panchina ad Oliva e fu l’innesco di discrete storie tese in tribuna tra Nitti e Ragazzoni. Tornando ai trascorsi tra i due club, i precedenti in campionato sono 15 con leggera supremazia friulana: 6 vittorie a fronte di 5 successi bustocchi e 4 pareggi. Al “Bottecchia” però, la Pro Patria ha vinto una sola volta, l’8 novembre 2014, quando una doppietta di Guglielmotti ed una zingarata di D’Errico regalarono ad Aldo Monza la prima (ed unica) vittoria della sua effimera esperienza sulla panchina tigrotta. Da allora molte cose sono cambiate. Soprattutto a Pordenone, dove non si insegue più la salvezza ma (da intrusi), si strizza l’occhio alla serie B. Un sogno che vale tanto, tantissimo. Non meno di 500.000 euro.

Giovanni Castiglioni