Patrizio Caso, l’esperto difensore della Varesina arrivato a dicembre, non è disposto a darsi per vinto. La squadra sta lottando per mantenere la Serie D conquistata due stagioni fa e il finale di campionato sarà al cardiopalma: domenica la Caronnese, poi gli scontri diretti anticipati con Pro Settimo e Pinerolo.
“In questo finale mi aspetto di festeggiare la salvezza – dichiara il giocatore -, anche se dovesse arrivare all’ultimo respiro, all’ultimo minuto dei playout. Sia noi giocatori che la società ce la meritiamo e stiamo lottando per questo. Molte cose non sono girate bene, ma la lotta continua“.

Nato a Vigevano il 28 febbraio 1987 e neopapò di Antonio Elias, che ha tre mesi, Caso è arrivato in corsa per rinforzare la difesa rossoblù. Dopo varie esperienze tra D, ex C2 e Lega Pro con Como, Avellino, Arzanese, Martina Franca, Ischia Isolaverde, Gelbison, ha disputato la prima parte di questa stagione a Seregno.
“Sono salernitano e ho iniziato la mia carriera nel settore giovanile dell’Avellino – racconta -. Ho girato parecchio e dopo il fallimento dell’Avellino vi sono tornato in Serie D, vincemmo il campionato e quella è l’annata che resterà indelebile. Anche i successivi campionati in Lega Pro sono stati significativi e mi hanno formato”.

Come è arrivato alla Varesina? “Ho iniziato con il Seregno che lottava per vincere, ma a dicembre si è ritrovato a 10 punti dal Monza e allora il presidente ha deciso di alleggerire gli stipendi e sono stato messo sul mercato. Mia moglie era incinta, io volevo restare in Lombardia ed è arrivata la chiamata della Varesina che non potevo rifiutare. La società è ambiziosa; purtroppo sono arrivato che seriva la marcia in più per un posto ai playoff e adesso invece ci troviamo nella zona bassa della classifica”.

Che cosa non ha funizonato? “Il calcio non è come la matematica. Due più due nel calcio non fa quattro. Non è detto che se hai giocatori esperti e di categoria superiore fai bene per scontato. Borgosesia e Inveruno, che hanno tutti ragazzini, lo hanno dimostrato. In questa categoria fanno la differenza anche la grinta, la fame e la cattiveria. La nostra rosa secondo me ha giocatori molto importanti; purtroppo nelle circostanze decisive siamo stati un pizzico ingenui e sfortunati”.

Domenica al Comunale arriva la Caronnese ferita dal Legnano. “Ha perso quella sfida, ma ho visto la partita e ha dominato. Noi non abbiamo paura. Se ci mettiamo la fame e la voglia del Legnano possiamo portare a casa la vittoria. A livello rosa, la qualità non ci manca, serve voglia di fare e di lottare. Per noi sarà fondamentale, è già una finale playout”.

Elisa Cascioli