Federica Stufi, centrale toscana classe ’88, arriva all’intervista indossando la maglia degli AdF e sfoggiando il più bello dei sorrisi che mette tutti a proprio agio e di buon umore. Inoltre, chiede di metterle da parte una ventina di copie del Farfalle Magazine per amici e parenti.

 

stufi primo piano by molinariGuardando alla tua carriera pallavolistica, si può certo affermare di te che sei “Fede, la ragazza con la valigia”. Ti ci ritrovi?
“Sì, decisamente. Inizialmente qui mi chiamavano la libellula gipsy, poi sono stata il giglio biancorosso, ora sono la gazzella di Fiesole”.

Nella partita contro Scandicci, la tua vecchia squadra, c’era un’enorme gigantografia tua. Cosa hai provato vedendola?
“È mio cognato che me l’ha preparata, ma ha sbagliato un po’ le misure ed è venuta enorme. Infatti alla fine della partita mi ha detto: ‘Meno male che avete vinto perché ho speso il doppio dell’anno scorso’”.

È difficile stare lontani dalla propria terra e dai propri affetti per te che sei toscana doc?
“In realtà ci sono un po’ abituata. Sono tornata a giocare in Toscana dopo dieci anni l’anno scorso a Scandicci e ora forse ne starò via altri dieci (ride, ndr)”.

Busto non è una città con il patrimonio artistico di Firenze, ma siamo sicuri che squadra e tifosi hanno fatto di tutto per farti sentire a casa. Che cosa ne pensi?
“Certamente sì, un tifo e un palazzetto come quelli di Busto non li ha nessuno e lo dico pensando anche a quando ero un’avversaria. Soprattutto nei momenti caldi delle sfide, il pubblico si fa sentire ed è un bene se ce l’hai dalla tua parte. Inoltre, ovunque tu vada, dalla farmacia a fare la spesa, i tifosi ti fermano e commentano la partita. E poi sono come i tifosi viola, sempre presenti a farti sentire il loro attaccamento”.

stufi by molinari alessandraConoscevi o avevi già giocato assieme a qualcuna delle tue attuali compagne?
“Sì, avevo già giocato con Signorile e Diouf, in particolare”.

Qual è stato il tuo segreto per integrarti al meglio?
“Intanto una delle ragioni per le quali sono venuta a Busto è perché appunto conoscevo alcune delle giocatrici. Con Valentina Diouf mi spacco dalle risate e ho ho legato tantissimo anche con Valentina Fiorin che è una persona favolosa. In generale posso dire che siamo una squadra allegra dove ci si carica l’un l’altra”.

Nelle ultime gare qual è il tuo pensiero sull’attuale stagione e sugli obiettivi rimasti?
“C’è tanta amarezza per aver perso uno degli traguardi che ci eravamo prefissate, ossia la Coppa Italia. Però dalle sconfitte bisogna trarre sempre insegnamento e sono sicura che dimostreremo il nostro potenziale in campionato e in Coppa Cev, gli altri due obiettivi rimasti. Dobbiamo continuare ad essere concentrate perché giocando due volte a settimana la lucidità è fondamentale”.

stufi con mencarelli by ilaria baldoinIn ogni partita apprezziamo sempre la tua grinta. Quali sono le motivazioni che ti caricano e ti spingono a dare il massimo?
“Il fatto che ci sia Mencarelli in panchina è un altro dei motivi per cui sono venuta a Busto. Lo conosco da quando eravamo in Juniores: è una persona che vuole vincere e trasmette a tutte le giocatrici questo suo obiettivo. Credo che siamo “la squadra del riscatto”: Diouf, ad esempio, vuole far vedere chi è davvero, Signorile desidera essere protagonista in un top team, io stessa ho molta voglia di sentire il brivido di giocare partite importanti come quelle dei playoff e di Coppa Cev. Tutto questo mi carica tantissimo”.

Con i tifosi è stato amore a prima vista?
“In verità mi hanno immediatamente rimproverata per il colore dei miei capelli che, essendo blu, ricordavano i colori di Villa Cortese, mia ex squadra. Io li ho subito tinti di rosso; ora devo ammettere che il colore è un po’ stinto, ma provvederò presto a renderlo più intenso, a farlo diventare un bel rosso UYBA, insomma. I tifosi sono stati carini con me fin dai primi giorni. Alcuni li conoscevo già perché sono molto amica di Alessandra Petrucci, che è come una sorella per me, e quando venivo a vederla giocare a Busto, ho avuto modo di incontrarli; già allora mi hanno fatto sentire tutto il loro calore e il loro affetto”.

stufi by ilaria baldoinSecondo te l’affollamento dell’infermeria nella prima parte della stagione può avere condizionato alcuni risultati?
“Sicuramente sì. Non eravamo mai al completo né in partita né durante la settimana. Il coach, anche nella scelta di chi mandare in campo, ha privilegiato dunque l’esperienza e soprattutto chi riusciva ad avere più continuità in settimana. Per alcune di noi non c’è stata possibilità di avere un po’ di respiro perché ha dovuto giocare sempre e per tutta la durata della gara. Con Vasilantonaki fuori, abbiamo perso qualche centimetro importante anche nella preparazione della partita  e Alice Sartori è stata integrata nel nostro gruppo dalle giovanili”.

Pensi che la dirigenza si rivolgerà al mercato o sei fiduciosa nel pronto recupero delle compagne acciaccate e di Vasilantonaki?
“Credo che siamo una grande squadra e non mi sento di dire nulla sulle scelte della società. Posso mettere la mano sul fuoco sul valore delle mie attuali compagne e, anche se dovesse arrivare qualche rinforzo, loro saprebbero riprendersi il posto con le unghie e con i denti”.

Federica come resetta una sconfitta?
“Dipende da che sconfitta è. Quando le partite vanno male faccio fatica ad addormentarmi, rivedo i flash della gara e il mattino dopo alle 7.30 sono già sveglia e ho bisogno di scaricare la tensione. La sera stessa vado a mangiare una pizza e mi bevo una birra rigorosamente senza glutine (Federica è celiaca, ndr): se si vince è per festeggiare, se si perde è per consolarmi. Chi subisce di più il mio malumore è sicuramente il mio compagno”.

stufi con bambina by ilaria baldoinSe non avessi giocato a pallavolo, che lavoro avresti fatto?
“Ho frequentato il liceo delle scienze sociali ad indirizzo bio-medico e mi sarebbe piaciuto fare la maestra alle elementari: i bambini sono spontanei e schietti, ti fanno notare cose impensabili e ti fanno spaccare dal ridere”.

Se pensi al tuo futuro come ti vedi?
“Anche qui apriamo una voragine: fino a quando mi divertirò continuerò a giocare a pallavolo anche perché penso di essere una privilegiata: ho potuto fare della mia passione il mio lavoro. Per il dopo, cambio spesso idea: passo dal voler prendere un bell’agriturismo tra la Toscana e l’Umbria, la regione del mio compagno, ad andare al caldo della California, negli Stati Uniti, dove si sta diffondendo la filosofia veggy e gluten free e magari investire in qualcosa legato a questo ambito. Oppure mi piacerebbe aprire un asilo nido; mia sorella ha fatto molta fatica a trovarne uno vicino a casa per mia nipote e, conoscendo la situazione, metterei in gioco la mia creatività e la mia passione per la musica da usare con i più piccoli”.

Se nella tua famiglia siete tutti “Stufi”, come fate ad andare d’accordo?
“Bisognerebbe chiederlo a mio padre: nella mia famiglia siamo tutte donne e lui è disperato perché anche il mio cane è femmina. Quello stufo è sicuramente lui”.

stufi esulta by ilaria baldoinChe sensazione si prova ad essere sempre Stufi?
“#MAI STUFI! è il nostro hashtag!”.

È vero che il tuo piatto preferito è lo stufato?
“No! Sono celiaca e anche vegetariana e quindi niente stufato per me. Inoltre la mia terra è la terra dei ceci (ricordo ancora la zuppa che mi preparava mio nonno) e il mio compagno, oltre ad essere vegano, è di Norcia, patria delle lenticchie. Al posto della carne mangiamo legumi. È solo mio padre che, da buon toscano, quando vado a pranzo da loro, dice: “Oggi c’è Federica, che si mangia? Becchime per uccelli?”.

Qual è la cosa che più ti stufa?
“Non saprei. Forse la pioggia. Se piove per troppi giorni non posso portare fuori il mio cane”.

Manuel Prearo e Michela Guarino
(foto di Alessandra Molinari e Ilaria Baldoin)