Damiano Micheli, difensore classe 1987, dopo cinque stagioni a peregrinare per l’Italia è tornato alla base. “Al Verbano ho conosciuto il calcio dei grandi, la prima squadra, l’esordio in D e tanto altro. Ho fatto una scelta di vita per stare vicino a casa e ho sposato un progetto che mi sembra molto interessante”.
Nel dicembre del 2011 qualche problema con i rossoneri lo porta a Trieste per vestire la maglia del Kras Repen in Eccellenza: “Quando sono arrivato, la squadra era quarta in classifica; partita dopo partita, abbiamo messo a segno diverse vittorie importanti che ci hanno catapultato nelle prime posizioni. All’ultima giornata, eravamo primi in classifica ad un solo punto dall’inseguitrice Fontafredda e, con una grande partita, siamo riusciti a pareggiare (1-1, ndr) conservando la prima posizione e conquistando la Serie D. Ancora oggi lo considero il ricordo più bello della mia carriera”.
Verbania e poi Stresa le altre sue tappe per una carriera che forse non è decollata come doveva. “Mi piace essere realista e concreto. Se non sono andato mai oltre la serie D è perchè questa è la categoria che merito. Sono soddisfatto di come sono andate le cose e di quello che ho avuto e dato”.
Sei pronto per questa nuova avventura al Verbano? “Assolutamente sì. Uno dei motivi principali per cui ho deciso di tornare è per essere allenato da Celestini. Ho sentito sempre parlare bene del mister e dal quel poco che l’ho conosciuto personalmente mi affascina. Abbiamo allestito una squadra giovane, come ormai viene fatto da un paio di anni, con un gruppo di ‘vecchietti’ a tirare la carretta”.
Cosa vi ha chiesto il presidentissimo Barbarito, qual è l’obiettivo? “Conosco il pres da una vita, so che il suo obiettivo primario è quello di salvarsi ma so anche che a perdere non ci sta mai. Se ti dicessi che partiamo per vincere sarebbe falso, ma se ti dico che ci proveremo… credimi”.
Hai già pensato al dopo calcio? “Non proprio, ritengo di poter dare ancora il mio contributo al calcio giocato per qualche anno. Mi piacerebbe riuscire a stare nell’ambiente, non so ancora se come allenatore o con qualche incarico dirigenziale. Mi piace veder giocare i più giovani e provare l’esperienza di allenarli mi alletta. Vedremo, per ora devo pensare la mio Verbano”.
Michele Marocco