
Non era facile inserirsi in una formazione con meccanismi ampiamente rodati, in sostituzione di un giocatore con caratteristiche opposte come Norvel Pelle e oltretutto dopo una prima parte di stagione – a Capo d’Orlando – molto difficile sul piano personale e dei risultati di squadra. Mario Delas non si è fatto spaventare dall’entità del compito e ha raccolto la sfida, provando ad aggiungere la sua sapienza cestistica ad un gruppo che – da inizio girone di ritorno – sembra aver spiccato il volo. Il croato ha fino ad ora disputato quattro partite in biancorosso, con 2.8 punti e 2.8 rimbalzi di media in 12.5 minuti di utilizzo alle spalle di Tyler Cain. Nella trasferta di Sassari ha dimostrato di essere in crescita, offrendo una prestazione solida soprattutto in un primo tempo da 6 punti realizzati con 3/3 al tiro.
Sei a Varese da quasi due mesi. Come ti stai trovando?
«Un trasferimento di questo tipo, a stagione in corso, non è mai facile perché hai bisogno di un po’ di tempo per conoscere la squadra, il sistema e l’allenatore. Fisicamente, poi, è stato difficile perché ho vissuto una prima metà di stagione in cui facevo le coppe e quindi non mi allenavo tanto, qui invece quando sono arrivato c’era la sosta e perciò ho fatto subito due settimane filate. Mi sto trovando molto bene, in ogni caso, anche perché il momento di forma della squadra è ottimo e le ultime due vittorie lo testimoniano».
Cosa non ha funzionato a Capo d’Orlando nella prima parte di stagione?
«Abbiamo provato letteralmente qualsiasi cosa per migliorare la nostra situazione e trovare un punto di svolta, ma alla lunga la società ha dovuto prendere le sue decisioni perché il periodo di crisi stava perdurando. Ho accettato la separazione e spero che possa rivelarsi una buona soluzione per entrambe le parti, anche perché di Capo d’Orlando conservo bellissimi ricordi legati soprattutto ai risultati della scorsa stagione. Spero di poter vivere le emozioni dell’anno scorso anche qui a Varese».
La Openjobmetis ha sconfitto sei delle prime sette in classifica. C’è la possibilità di sottovalutare la sfida con Pesaro?
«Sarà anche vero che le grandi sfide portano grandi motivazioni, ma io penso che nello sport professionistico discorsi di questo tipo non esistano. Pesaro è comunque una buona squadra al di là del numero di sconfitte, ha dato vita ad alcune ottime partite in stagione e perciò noi dobbiamo essere concentrati come in tutte le altre partite. Il vero professionista trova motivazioni contro chiunque, non guarda la classifica».
In queste partite hai avuto spesso problemi di falli. È frutto dell’intensità difensiva di squadra o ti devi ancora semplicemente adattare al nuovo sistema?
«Non penso ci sia una situazione generalizzabile o un problema specifico per quanto riguarda questa questione. È semplicemente capitato: in qualche caso non eravamo in bonus e quindi ho fatto qualche fallo tattico per evitare una penetrazione o un canestro facile, in altri casi sono stato magari un po’ troppo aggressivo in uscita. Niente di speciale, non è un qualcosa di cui mi sto preoccupando».
L’anno scorso hai partecipato ai Playoff con Capo. Varese ha una chance? Cosa servirà per raggiungere questo obiettivo?
«Mancano ancora tante partite da qui alla fine della stagione, per cui sebbene la classifica non sia del tutto favorevole penso che abbiamo sicuramente un’opportunità. Per giocarci le nostre carte non dobbiamo fare altro che continuare così: bisogna giocare duro in ogni singolo istante. Poi si vedrà quello che succede».
Filippo Antonelli