Ormai non è più una novità. O un segreto. Almeno a giudicare dai risultati. Il Ponte San Pietro Isola (per gli amici Pontisola), è una delle squadre più giovani dell’intera Serie D. Il club brembano (prossimo avversario biancoblu domenica, ore 14.30, stadio “Matteo Legler”), è infatti attualmente terzo (alle spalle di Virtus Bergamo e Ciserano in una graduatoria che vede la Pro Patria 17^ e il Rezzato 15°), nella speciale classifica Giovani D Valore. Incentivo economico della Lega di competenza che mette a bilancio 450 mila euro (25 mila, 15 mila e 10 mila per le prime 3 di ogni Girone), sul piatto di chi schiera più under. In estrema sintesi, viene assegnato un punteggio per l’utilizzo tra gli 11 titolari di ogni ’97, ‘98, ’99, ’00 e ’01 eccedente i 4 previsti (e imposti) dal regolamento stagionale. Con un ulteriore moltiplicatore per i giocatori provenienti dal proprio Settore Giovanile.

Ma, come sottolineato in apertura, il tema non è esattamente una novità. Anzi. Già perché l’anno passato quella classifica il Pontisola l’ha addirittura vinta piazzandosi al terzo posto nazionale dietro a Montebelluna e Vivi Altotevere Sansepolcro. Mettendosi così in saccoccia (come prima del Girone B), i 25 testoni di cui sopra. Sintomo di una continuità di gestione che attraverso il DT Lucio Seghezzi ha consentito di promuovere dal proprio vivaio elementi (tra gli altri) come Falciglia (00), Rota (99), Fradegrada (99), Esposito (98) e De Marco (00). Non tutti con ancora una presenza, ma comunque aggregati alla Prima Squadra in prospettiva futura. In più, le ottime relazioni con le maggiori società del territorio (Atalanta e, soprattutto, AlbinoLeffe), hanno garantito i prestiti di under di sicuro affidamento come Lorenzo Mandelli (classe 98, 23 presenze) e Davide Perego (sempre 98, già 24 caps e 5 reti). Entrambi arrivati in estate proprio dalla Celeste.

Per assortire la miscela, la solita batteria di veterani con la conferma (nel mazzo), del capitano Ruggeri e del quasi 39enne Ferreira Pinto, più l’ingaggio del bomber Recino, già a quota 18 centri e vice pichichi del Girone alle spalle del solo Ferrario. Insomma, il tecnico Curioni ha davvero poco (o nulla) di cui lamentarsi. Ma la domanda a nascere spontanea è una e una sola. Può una squadra costruita (da anni) con questi principi essere una credibile contendente per la promozione? La classifica cristallizzata alla 26^ (terzo posto a meno 5 dalla vetta con il turno di stop ancora da osservare), tutto sommato, suggerisce una risposta affermativa.

Giovanni Castiglioni