Paolo Maccecchini c’è sempre stato. In tanti anni il suo aiuto al Varese è sempre stato concreto e, soprattutto, appassionato. Se la squadra è riuscita a portare a termine la stagione attuale, seppur culminata con una storica retrocessione in Eccellenza, di riffa o di raffa è anche grazie a lui che non solo si è incaricato di pagare le trasferte della squadra, ma ha anche dato qualche carezza ai giocatori. Più di una cena è stata organizzata al bocciodromo di Malnate, qualche merenda nello spogliatoio a fine allenamento e, perché no, anche qualche regalo. C’è sempre stato mangia maccecchinianche in questo Varese Calcio rifondato nel 2015, prima come Presidente del Settore Giovanile, poi come sponsor e infine come nonno di tutti, dai baby ai ragazzotti della prima squadra. Una storia molto particolare la sua, che TuttoSport ha voluto raccontare nell’edizione di oggi.

Maccecchini ha anche parlato a cuore aperto della sua vita: “Sono nato il 14 giugno del 1938 (quindi tra poco compirà 80 anni ndr) – dice nell’intervista di Marco Bo -, orfano di papà; ho 4 figlie femmine e 7 nipoti. Ho iniziato a lavorare a 10 anni in una ferramenta e dopo 19 anni da dipendente ne ho aperta una mia. A calcio ho giocato un po’ in Svizzera e un anno con il Varese. Ero un difensore. Il mio idolo è Omar Sivori. Per 32 anni ho fatto il presidente della Malnatese”.

E il Varese? “Ho aiutato i ragazzi del Varese perché ho visto il loro brave persone. Per il futuro voglio dare una mano al Settore Giovanile che adesso ha circa 300 ragazzi. Se il Varese non avesse avuto questi debiti, lo avrei preso io in qualsiasi categoria”.

L’intervista completa su Tutto Sport di giovedì 24 maggio.

Elisa Cascioli
(fonte Tutto Sport)