E’ inutile negarlo e fare gli spocchiosi, la sfida tra Varese e Varesina che solo diverse stagioni fa, quando i primi erano in B e gli altri in Promozione, sembrava impensabile, nelle ultime stagioni si è sempre più trasformata in un derby vero. Lo scontro diretto di domenica scorsa ha dimostrato (sul campo e fuori) la crescente rivalità tra le due piazze vicine di casa. I tifosi ospiti non si sono trattenuti nell’inveire contro i rossoblù, davvero orripilante la scena di un indemoniato sostenitore del Varese (sulla cinquantina) che insegue, si aggrappa alla rete e urla a Boni durante la sua uscita dal campo dalla parte opposta delle panchine. Dall’altro lato invece davvero inascoltabili le minacce rivolte a Gestra direttamente da parte di un membro dello staff tecnico seduto in Tribuna; e per chiudere in bellezza, dopo il 2-0, la Varesina è corsa ad esultare sotto al Settore Ospiti. “E’ stato un caso perché l’azione si è sviluppata da quella parte – ha voluto precisare il capitano Albizzati a fine match -. Conosco Broggi e l’ultimo suo pensiero è quello di provocare gli altri”.

Sia chiaro, non stiamo raccontando di gesti di esagerata gravità, ma semplicemente di atteggiamenti vissuti in prima persona che rendono chiaro quanto l’antipatia tra le due piazze sia sempre più palese. D’altronde l’esultanza liberatoria e gli abbracci dei padroni di casa al triplice fischio hanno espresso quanto quella vittoria fosse importante non solo per i tre punti incamerati. Anche in queste categorie possono esserci sfide vere e sentite e ci sono ancora gli strascichi. Una punzecchiatura è arrivata anche col messaggio social del ds Max Di Caro, pur senza riferimento esplicito, che cita Julio Velasco e il suo “Chi vince festeggia, chi perde spiega”, una frase non proprio felice considerando il fatto che a fine partita il tecnico Marco Spilli si è negato alla stampa (e quindi a tifosi e non) senza un perché (la Varesina ha poi precisato si trattasse di una scelta, sacrosanta aggiungiamo noi, per dar maggiore voce ai giocatori) così come, dall’altro lato, non si è presentato nemmeno un giocatore del Varese. Gesti che a chi fa questo di lavoro e non come passatempo non piacciono mai.

Elisa Cascioli