Francesco Viscomi, classe 1991, ha chiuso la stagione giocando con la maglia della Pro Sesto. “Un’annata molto positiva, soprattutto a livello personale – attacca l’ex centrale difensivo del Varese -. Ho giocato 30 partite e ho segnato 3 reti, sono soddisfatto. A livello di squadra abbiamo raggiunto un buon traguardo giocando i playoff. Alla vigilia, onestamente, puntavamo ad un traguardo più ambizioso, ma alla fine va bene così“.

Come ti sei trovato a Sesto San Giovanni?Non ti nascondo che lasciare Varese lo scorso anno è stato veramente difficile perchè lì ho vissuto due annate fantastiche, nonostante le difficoltà. Sesto è stata una piazza che mi ha dato la possibilità di vivere un calcio ad un certo livello, la società è super e la dirigenza è veramente professionale. Persone squisite che non ci hanno fatto mancare mai nulla facendoci sentire importanti“.
L’anno prossimo, sai già dove sarai?No, non so ancora nulla. La mia prima scelta, non lo nascondo, è rimanere alla Pro Sesto. Devo ancora parlare col direttore e se rientro nei loro piani sono ben felice di restare. Ho avuto qualche contatto con squadre di Serie D e anche con qualche di Eccellenza, ma per ora aspetto. Logisticamente è perfetto per me e, come ti ho già accennato, ci fanno sentire ‘giocatori veri’ (sorride, ndr)”.

Capitolo Varese Calcio, nota dolente? C’è anche una tua vertenza in corso. “Penso che le stagioni a Varese, soprattutto quella di Eccellenza, siano state le migliori della mia carriera sotto tutti i punti di vista. Lo scorso anno, alla fine del campionato, il direttore Merlin ha deciso di puntare su un determinato gruppo di giocatori. La telefonata con lui ad inizio luglio, che mi comunicava che non ero più nei piani dei biancorossi, è stato l’ultimo contatto con qualcuno del Varese. Normale che poi si arrivasse ad una vertenza quando nessuno si è fatto più sentire“.
Ora sembra che le cose si siano risolte…Me lo auguro davvero e, ovviamente, non per me. Il pubblico di Varese è super, c’è un attaccamento alla squadra e alla maglia come in pochi posti. La città in primis merita un palcoscenico diverso da quello che ha vissuto in queste ultime stagioni. Ho sentito parlare bene della nuova dirigenza, ho letto addirittura di una domanda di ripescaggio in Serie D. Spero che tutto vada per il meglio“.
Varese è diventata anche la tua città.Da due anni abito qui con Angela, la mia compagna, e Rebecca, la nostra piccola che ad agosto compirà 4 anni. Ci sto benissimo è una città a misura d’uomo dove puoi vivere serenamente avendo tutto. Quando cammino per strada mi sento importante perchè c’è ancora qualcuno che mi ferma e si ricorda che ho indossato la maglia biancorossa. L’altro giorno – chiude il centrale -, ad una ragazzino che mi ha fermato e mi ha chiesto di tornare gli ho detto: ero venuto in Eccellenza per riportare Varese al professionismo. Ho fallito al primo tentativo, ma nel calcio, come nella vita, mai dire mai…

Michele Marocco