Trascorse quasi 24 ore dal surreale martedì di ieri, le cose, come era facile prevedere, non sono cambiate in casa Varese dove, mentre i giovani si arrangiano come possono, la prima squadra oramai è con le valigie in mano. Mister Domenicali e il suo staff, capitan Camarà e i suoi compagni hanno atteso invano una chiamata da parte di Benecchi, presidente e proprietario del Varese, che non è mai arrivata e probabilmente mai arriverà. Nonostante le promesse di tre domeniche fa, dopo la vittoria a Vigevano, quando Benecchi si era recato negli spogliatoi assicurando la squadra sulla riapertura di Varesello e dello stadio e sui pagamenti dei rimborsi spese. La verità è che non si è mosso nulla e la cosa più scandalosa è non aver avuto il coraggio di ammettere la sconfitta pubblicamente, guardando in faccia le persone che hanno mandato avanti la baracca finora.
“Siamo addirittura noi a doverlo cercare” sottolinea amaro il tecnico. Ieri Benecchi non si è presentato all’appuntamento in sede, è stato raggiunto telefonicamente e, modalità segreteria telefonica, ha ripetuto le stesse parole pronunciate in loop da oramai più di un mese. Oggi non ha dato alcun tipo di segnale costringendo i giocatori a dire basta.
La squadra è stata costretta ad incrociare le braccia: non ha un campo dove allenarsi, uno stadio dove giocare e tra 24 ore alcuni giocatori non avranno nemmeno un tetto sopra la testa. Quelli “fuori sede” domani torneranno a casa: chi in Guinea Bissau, chi a Palermo, chi a Terni e chi, come il mister, nella sua Voghera. Domani scadrà l’affitto dell’alloggio di Camarà, Moceri e Conti, quello di mister Domenicali finirà il 10 del mese e, se la società non pagherà il dovuto, tutti si ritroveranno senza dimora.
Oggi il gruppo, più unito che mai nella desolazione più totale, ha pranzato insieme al direttore Ballotta per decidere il da farsi. “Purtroppo nulla è cambiato rispetto a ieri – afferma Domenicali -. Servivano mosse concrete, serve che ci dicano dove possiamo allenarci, che ci diano il materiale, un magazziniere e che ci comunichino il giorno di paga. Ma oramai è una speranza vana”.
E’ più arrabbiato che amareggiato il tecnico Domenicali: “E’ un grosso peccato buttare via tutto quello che abbiamo fatto finora. Siamo ripartiti tutti con entusiasmo e abbiamo creduto a delle persone che man mano sono sparite. Nonostante tutto intorno si sgretolasse, abbiamo lavorato e costruito qualcosa. Avevamo tutto da giocarci: la fase nazionale di Coppa, la corsa playoff, un possibile ripescaggio. Siamo la squadra prima in classifica per i minuti giocati dai nostri giovani, quasi 4mila totali. E’ un dato importante in un possibile ripescaggio. Abbiamo sempre schierato 6 o 7 under per poi magari finire con 8 o 9. Le altre che si vantano e son brave fanno giocare 4 under giusti: un ’97, un ’98, un ’99 e un 2000, punto. Il Varese aveva un grande capitale e l’ha buttato via”.
Il gruppo biancorosso non si è arreso al primo segnale, ma ha continuato a credere alle promesse: “A dicembre Benecchi ha sistemato la mensilità di ottobre ai giocatori, non allo staff. Poi abbiamo vinto la Coppa. A gennaio la situazione è precipitata, sono stati chiusi gli impianti, sono andati via 6 giocatori mai rimpiazzati, Ballotta e Vescusio si sono dovuti adattare a fare i magazzinieri. Siamo andati avanti con una società assente, negli amatori sono più organizzati. Il grave problema è che senza soldi non possiamo più fare nulla. Possiamo anche cercare un campo, ma poi chi lo paga? Ci dispiace che nessuno venga a dirci come stanno le cose. Se entro sera nessuno ci avrà detto nulla, domani ognuno di noi andrà per la sua strada. Ce ne andremo pronti a tornare se le cose dovessero sistemarsi”.
Elisa Cascioli