Sembra assurdo eppure giocatori e dirigenti non vogliono mollare la presa. Non si rassegnano al fatto che il Varese, con una sede svuotata e dove i telefoni squillano a vuoto, senza uno stadio dove giocare, senza un campo dove allenarsi, coi bambini che hanno già alzato bandiera bianca, con un presidente che non si presenta, non esiste più e forse è finito ancor prima di iniziare. In effetti è brutto rendersi conto che la maglia che hai indossato finora in realtà era quella di un fantasma.
Quello di oggi è stato davvero un pomeriggio surreale che si è consumato nella sede biancorossa. Se da un lato c’è l’estremismo di Beppe Accardi, procuratore della maggior parte dei giocatori, che accusa e punta il dito verso Berni facendo anche il mea culpa in quanto collante tra quest’ultimo e Sauro Catellani, dall’altro c’è invece il “democristiano“ Marco Ballotta che non si addentra in discorsi scomodi provando ancora a dare un senso ad una situazione che un senso, parafrasando Vasco, non ce l’ha. Lo dimostra la doppia telefonata a Benecchi e a Fadani con Accardi come interlocutore. L’imprenditore tedesco si è detto ignaro del fatto che la società avesse comunicato di aver saldato le vertenze presentando anche ricevute “farlocche” che portano il suo nome (sarà la verità)? Si è anche detto ignaro del fatto che la squadra non sappia dove allenarsi e dove giocare. Benecchi invece, alla riunione di oggi non si è presentato, ha ribadito la fattibilità della trattativa che però non è ancora arrivata da nessuna parte.
Sembra incredibile, ma Ballotta ci crede ancora: “Fadani ci ha ribadito che è pronto a chiudere la trattativa, ma vuole farlo dietro garanzie (concessione dello stadio sempre più infattibile ndr); Benecchi è pronto, ci auguriamo possano trovare l’accordo entro giovedì – ha dichiarato il direttore tecnico -. Noi possiamo arrangiarci, possiamo chiedere di allenarci e di giocare altrove in attesa che si sistemino le cose. L’organico è risicato, ma se cambia il vento si rimette tutto a posto e vale anche per la squadra, al momento in difficoltà numerica. Cosa ci spinge ad andare avanti? La passione per questo gioco”. L’accanimento dunque va avanti, intanto è trascorso un intero pomeriggio in cui non si è ancora concluso nulla. La squadra non sa se domani si allenerà o meno e soprattutto se domenica tornerà in campo.
Elisa Cascioli