La diretta di “Aspettando con…” è dedicata all’Hockey Varese. Un parterre ricco dei protagonisti degli anni dei due scudetti vinti, nel 1987 e 1989. Partendo da Flavio Faré e Davide Quilici, passando per Tony Currie a Luca Orrigoni e Umberto Gandini.
Tony che cosa ha rappresentato per te Varese? “Ricordo con piacere quel periodo e il fatto che condividevo molto tempo con i miei compagni in centro. Bellissima l’atmosfera dello spogliatoio, era un bel gruppo e se dovessimo ritrovarci oggi è come se uscissimo dal palaghiaccio dopo l’allenamento”.
Luca invece l’hockey cosa significa per te? “E’ una parte fondamentale della mia vita e della mia carriera, ho mantenuto le amicizie e soprattutto è stato un momento di maturazione e crescita importante. Un’emozione sportiva e una lezione di vita”.
Umberto invece? “Mi ha formato moltissimo l’aver giocato e aver avuto l’opportunità di conoscere uno sport dove crei legami molti forti. Ho imparato a condividere”.
Si aggiunge per un saluto anche Sergio Visentin che ci parla delle sue mascherine targate Mastini: “Le abbiamo realizzate in collaborazione con la società e fino adesso hanno avuto un buon riscontro. Sono in tessuto lavabile e ci sono di tre tipi di misure. Si possono richiedere su ordinazione e costano 10€ e una parte di questa cifra va all’ospedale”.
Flavio ricorda Gino Pasqualotto scomparso l’anno scorso: “Persona straordinaria e lo ricordo con grande affetto. Grande giocatore e campione come dimostra la sua carriera”. “Gino è stato un grandissimo atleta e una persona eccezionale”, aggiunge Umberto.
Se vi dico hockey sul ghiaccio cosa vi viene in mente? Umberto: “Ricordo soprattutto le amicizie che abbiamo forgiato in quegli anni a Varese, il fatto di avere legami con persone in giro del mondo e che secondo me ci hanno formato come persone”. Luca: “Mi ha fatto crescere e ho imparato a vivere con altre persone. Ho un affetto profondo con tutti loro e tutte le persone che abbiamo incontrato ci hanno dato qualcosa”. Flavio: “La squadra, il gruppo sono i ricordi maggiori che ho dall’hockey e sembra ieri quando ci siamo lasciati. Anche con i tifosi si è creato un bel legame”.
Quali sono le cause per cui il livello dell’hockey non è come quello di anni fa? Ci sarà la possibilità che torni? “Evidentemente come tutte le attività contano gli investimenti e i ricavi. L’hockey, ma anche il basket, hanno sofferto i mancanti ricavi delle televisioni. La mancanza di un sostegno da parte delle emittenti televisive ha segnato la fine di molti sport. Sostanzialmente il nostro paese parla solo di calcio”, l’analisi di Umberto.
Successivamente Gandini parla del suo nuovo ruolo come amministratore delegato della Lega Basket Serie A: “Sono stato cercato da diverse società alla fine di gennaio e mi hanno chiesto se mi sarebbe potuto interessare il ruolo di presidente della Lega. Ero in una situazione ideale da quel punto di vista perché non avevo legami e quindi ho detto ‘Perché no?’ Quando sono arrivato purtroppo si è fermato tutto a causa di questa emergenza ma è un periodo in cui ho imparato a capire molte cose. Adesso stiamo lavorando su vari fronti. Il primo è preparare le regole di iscrizione per la prossima stagione e capire quante squadre reclutare, pensare alle regole di gioco e valutare l’impianto per cercare di metterlo in sicurezza”.
Continuando in linea Coronavirus ci si chiede quando e come si potrà riprendere. Luca: “La mia idea è che prima o poi si deve riprendere ma per un discorso economico-finanziario. Lo sport in questo momento è orientato almeno nel giocare, a porte chiuse, ovviamente. Ad esempio, come fa uno sport come il basket, che si basa sul pubblico, ad andare avanti?”. Non tarda ad arrivare la risposta di Umberto: “Ad oggi penso sia prematuro fare conclusioni perché stiamo imparando a convivere con l’emergenza. È chiaro che l’80% dei ricavi del basket derivano dalle sponsorizzazioni e dagli incassi del palazzetto. Bisognerà essere realisti, non possiamo aspettare di riprendere quando avremo gli stadi aperti e qualche aiuto dovrà arrivare. Il fatto di giocare a porte chiuse magari porterà ad avere maggiori ricavi dalle televisioni”.
Michele Marocco
testo a cura di Roberta Sgarriglia