Se la Serie A sta valutando come, quando e con quali protocolli sanitari ripartire, la situazione per il calcio dilettanti lombardo sembra essere molto diversa e, pur non essendoci ancora lo stop ufficiale della stagione, non sembra esserci altra ipotesi della chiusura definitiva dei campionati 2019/2020. Di ricominciare, infatti, non se ne parla e sono varie le ipotesi sugli sviluppi futuri del calcio dilettantistico.

“Con le norme attuali è impossibile far ripartire i campionati – spiega Giuseppe Baretti, presidente del CRL, al Notiziario del Calcio -. Il decreto impone alle società sanificazioni costanti degli ambienti, quotidiane, addirittura dopo ogni allenamento, che costano ognuna dai 300 ai 350 euro. Può permetterselo un club professionistico, non certo una società del nostro pallone provinciale. Ad ora l’ipotesi è che si riparta tra gennaio e febbraio 2021. La speranza è che i nostri scienziati trovino il vaccino contro questa bruttissima malattia e si possa tornare a giocare prima, magari a settembre”.

La prossima settimana dovrebbe essere quella decisiva per qualche decisione. “Mercoledì c’è il Consiglio Federale, venerdì quello della Lega. Credo che a fine settimana prossima anche noi stabiliremo in che modo concludere questa stagione fermata dall’epidemia del covid in Italia. La Serie C ha già deciso, le prime dei tre gironi e il Carpi promosse in B, col blocco delle retrocessioni. Vedremo come si esprimerà in merito la Figc. Passasse come sembra il modello Serie C, potrebbe essere ripreso anche dai vertici del calcio dilettantistico”. Ciò vorrebbe dire, quindi, che la prima classificata al momento dello stop sarebbe promossa nella categoria superiore e che non ci sarebbero retrocessioni. “Chi farà ricorso avrà solo due gradi di giudizio, quello del Coni e quello del Tar del Lazio. Chi si appellerà avrà quindi una risposta definitiva entro un mese. Da lì si potrà pensare all’organizzazione della prossima stagione”.

Quanto all’aspetto economico, Baretti aggiunge: “La nostra proposta alla Figc è quella di non far pagare le iscrizioni per il 2020/2021, che incidono molto sui bilanci dei nostri club. Lo stesso discorso vale per l’Aia, l’associazione arbitri, che ha incassato in Lombardia più o meno tre milioni di euro per le direzioni arbitrali, spendendone, anche loro, due terzi. C’è un tesoretto, che è sostanzialmente delle società. Inoltre, è ancora presto per capire, ma sembra che il governo si stia muovendo per tutelare il pallone provinciale, importantissimo per la nostra società”.

Redazione

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