Immaginateveli tutti indaffarati. Non è difficile. Chi spinge una carriola. Chi aziona un montacarichi. Chi prepara il cemento. Chi inchioda assi. Chi tira su i muri. E’ il “cantiere aperto” della Openjobmetis Pallacanestro Varese a pochi giorni dall’inizio del campionato fissato a Masnago per domenica prossima contro Germani Brescia (inizio ore 17).
Un cantiere è, per definizione, un luogo in continuo divenire, figuratevi quindi come può essere quello di Varese che da pochi giorni ha addirittura cambiato il “direttore dei lavori”, mettendo coach Massimo Bulleri al posto del licenziato Attilio Caja. “La premessa riferita al cantiere è corretta e – dice Andrea Conti, general manager Pallacanestro Varese – in questo senso i ragazzi stanno lavorando durissimo per costruire qualcosa di buono che, peraltro, iniziamo a vedere, pur con tutti i problemi che ci siamo già messi alle spalle. La squadra ha usato bene le gare di Supercoppa per crescere, ma il giudizio al netto di alcune assenze, in particolare quella di Andersson, non può essere esaustivo. Personalmente sono contento, ma nessuno di noi nasconde che c’è ancora tanto da fare”.

In questo “tanto da fare” la figura di coach Bulleri è, per mille ragioni, clamorosamente centrale.
“Bulleri, tanto per cominciare ha avuto un impatto molto positivo con la squadra e con tutto l’ambiente portando – continua il dirigente varesino – visione e mentalità tipiche di un coach che fino a pochissimo tempo fa è stato un giocatore professionista ad altissimi livelli. Bulleri fin dal primo allenamento ha dimostrato di possedere personalità, idee chiare, grandissima capacità di rapportarsi coi giocatori, è molto serio, rigido ed esigente prima di tutto con se stesso e, non ultimo, ha mentalità da allenatore-top. A mio parere, per come si muove in campo e in spogliatoio, Massimo appare tutt’altro che un esordiente e sono, anzi siamo assolutamente sicuri di aver fatto una “buona presa” col “Bullo”. Sotto il profilo tecnico sta lavorando tantissimo sulla fase difensiva che, sempre di più, dovrà diventare l’arma vincente della nostra squadra. Del resto, è di tutta evidenza, Varese ha talento offensivo di prima categoria solo con Scola e Douglas, ma tutti gli altri giocatori possono portare un buon contributo, ma soprattutto entrare al mille per cento nella parte della “Squadra Speciale”. Un gruppo che avendo tra i 70-75 punti nelle mani, deve prendere rapidamente coscienza che si vinceranno partite solo aggrappandosi alla logica dei “brutti, sporchi e cattivi. Dei coriacei fisicamente e durissimi caratterialmente, che non mollano mai”.

Come vedi invece la situazione sotto il profilo delle scelte tattiche?
“In questo momento la possibilità di giocare “a scacchi” è decisamente limitata da scelte obbligate e ruoli chiusi, specialmente nel settore lunghi. Nelle rotazioni dei piccoli e in generale degli esterni c’è qualche opportunità in più ma, ribadisco, con l’organico attuale sperimentare tatticamente non è facilissimo. Tuttavia, Bulleri ha già dimostrato ampia flessibilità e tutte le intenzioni di sfruttare tutte le carte tattiche a disposizione in un gruppo che, ho già avuto modo di dirlo, è pronto a giocarsi diverse scommesse. Oggi siamo alla finestra per capire il reale valore della squadra e siamo consapevoli che serviranno alcune settimane di assestamento al “sistema Bulleri” e per valutare l’impatto dei giocatori esordienti o con poca esperienza. Però, non avendo le fette di salame sugli occhi sappiamo benissimo che nel reparto piccoli manca qualcosa in termini di qualità”.

Tra pochi giorni però comincia il gran ballo: come valuti la situazione fuori dal rettangolo di gioco?
“Mi sembra che il termine più adeguato sia “confusione”. Pur capendo che la linea dei massimi dirigenti nazionali sia improntata alla cautela, credo che passare da una capienza del 20-25% a circa il 10% attuale – vedi i 700 spettaori ammessi per eventi in impianti al chiuso -, rappresenti un brusco e inatteso passo indietro. In SuperCoppa Varese, ma anche le altre società lombarde hanno dato ampia dimostrazione di poter amministrare fino a circa 1300 spettatori in totale sicurezza. Passare da questo numero, comunque gestibile, alla metà è stata una scelta difficile da comprendere. Infine, per quanto riguarda l’esordio con Brescia, sappiamo di essere attesi ad una gara molto dura e impegnativa contro una squadra di più alto livello rispetto a noi, attrezzata per fare l’EuroCup e con un organico certamente migliore del nostro. Però, anche se non potremo contare sul supporto del nostro “sesto giocatore”, il pubblico, siamo pronti a dare ancora di più. Iniziare il campionato col piede giusto, ovvero con una vittoria, sarebbe davvero fantastico e – conclude fiducioso Andrea -, davvero meritato per un gruppo in cui tutti lavorano in maniera encomiabile”.

Massimo Turconi

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