Nicolò Martinenghi, ventuno anni, è ritornato virtualmente a sedersi nei banchi del Liceo Sportivo Marco Pantani di Busto Arsizio. Il nuotatore varesino ha ripercorso, con dovizia di aneddoti e particolari, il suo percorso scolastico e sportivo che lo ha portato ai massimi livelli del nuoto internazionale. “Ho iniziato a praticare il nuoto per caso – ha raccontato Nicolò agli studenti –; giocavo a basket e un mio amico praticava il nuoto. Mi ha convinto a provare, per qualche tempo ho praticato entrambe le discipline, poi mi sono appassionato alla vita in acqua. E’ stata una mia scelta, mai forzata da  parte della mia famiglia. Nel nuoto riesci a raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato da solo, con tanti sacrifici. I risultati aiutano, raggiungere l’obiettivo è sempre gratificante”.

Sul percorso scolastico al Liceo Sportivo Marco Pantani di Busto Arsizio il campione si è espresso così: “E’ il percorso adatto per un atleta. Una scelta che rifarei senza nessuna esitazione, nel mio caso si era creato un clima ideale che mi consentiva di andare a scuola senza che lo studio mi pesasse. In questo contesto si capisce che è possibile abbinare l’impegno scolastico con quello sportivo. A me piace sempre fare ogni cosa dando il massimo, voglio che ogni cosa sia fatta bene e nel Liceo ho trovato la giusta tranquillità dal punto di vista didattico che mi ha permesso di affrontare con altrettanta tranquillità l’impegno sportivo”.
Il campione varesino continua: “La scuola è stata anche importante quando ho subito l’infortunio che mi ha tenuto lontano per otto mesi dall’acqua. Il focalizzarsi sull’impegno scolastico in quei momenti è stato molto importante”. C’è stato poi il ritorno in piscina: “Non è stato facile ritornare a gareggiare dopo l’infortunio. Il ritorno in acqua dopo la frattura del bacino è stato difficile, oltre che dal punto di vista fisico, soprattutto a livello mentale. Ho preso ad esempio quei campioni che hanno una mentalità forte”.

La carriera di un campione è fatta di tanti sacrifici: “L’atleta è il finalizzatore del lavoro di un team che lavora con lui. Una squadra che lavora a stretto contatto. E’ così anche nel mio caso. Ci sono persone con le quali passo molto tempo e mi sono vicine in ogni momento. Solitamente svolgo tredici allenamenti alla settimana, tra piscina e palestra”. Martinenghi fa parte del  Gruppo Sportivo Fiamme Oro, il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato: “Sono un poliziotto a tutti gli effetti. Sono entrato nella Polizia di Stato quattro anno fa, ritengo si stata una scelta giusta e questa mia appartenenza naturalmente mi impone un comportamento adatto alla mia situazione, ma sono ben felice di poterlo fare. Inoltre è innegabile che il supporto economico che il Gruppo Sportivo Fiamme Oro fornisce ai suoi atleti e molto importante per  ogni atleta”.

Hai già pensato cosa farai a carriera finita? “Solitamente un nuotatore può restare a buoni livelli fino a 28/30 anni. Salvo eccezioni. Ho ancora qualche anno per  pensarci, ma ogni tanto il mio pensiero va in quella direzione. Sicuramente mi farò trovare preparato quando abbandonerò l’attività agonistica”.

S.G.

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