Si avvicina a grandi passi la tredicesima giornata di campionato, la dodicesima, per una Pallacanestro Varese chiamata a dare una risposta di grande valore nella sfida casalinga contro la De Longhi Treviso di domenica. Una partita che, a questo punto della stagione, diventa determinante per il cammino della Openjobmetis che non può più permettersi di perdere punti contro le dirette avversarie per la lotta salvezza e deve risalire posizioni di una classifica che oggi recita ultimo posto in classifica e tanta paura.

Una situazione che pochi tifosi si aspettavano ad inizio stagione, galvanizzati da acquisti di spessore come Luis Scola e Toney Douglas, oltre alla nascita di un progetto ambizioso come quello instaurato dalla società varesina di creare una squadra con un forte zoccolo duro di italiani per ridare identità e senso di appartenenza a tutta la città.
Ad oggi però questo mix non ha ancora trovato la giusta scintilla che inneschi il meccanismo e, parlando di un basket in era covid senza tifosi, che a Varese più che in altre città valgono davvero come sesto uomo in campo, la squadra si trova a dover affrontare ed uscire dal momento buio da sola con le proprie armi. I giocatori di coach Massimo Bulleri finora non sono riusciti a mettere in campo il primo vero dettame che questa squadra ha fatto suo negli anni: grinta, fame ed intensità per superare il tasso tecnico a volte maggiore degli avversari.
Ci vuole pazienza, perché il progetto della nuova Varese dia i suoi frutti, perché i giovani possano crescere e perché si sviluppi quell’idea di basket che vuole il nuovo allenatore, ma nella pallacanestro di oggi, falcidiata dal covid e dalla crisi economica, tempo ce n’è assai poco.

Se si guardano i numeri della Openjobmetis di oggi e di un anno fa però il confronto è emblematico di una squadra che deve ancora trovare la chimica giusta.
Lo scorso anno, all’alba della dodicesima giornata, da tenere in considerazione visto che quest’anno la gara con Roma è stata annullata, Varese si presentava in campo con 10 punti in classifica, con uno score tra vittorie e sconfitte di 5 su 6. Tredicesimo posto, che voleva dire zona playoff a soli due punti in una classifica con le squadre dall’ottavo al tredicesimo posto, appunto quello di Varese, raccolte in 2 punti. Il dato dei punti segnati parlava di una media di 80 punti segnati e 78 subiti, comunque alta rispetto alle ultime annate di coach Caja in panchina, con una squadra che, dopo una mini rivoluzione estiva, stava trovando quell’amalgama giusta per ripartire sui binali soliti e le ultime partite dello scorso anno lo avevano dimostrato.

I numeri della Openjobmetis della stagione 2020-2021 sono altri. Una squadra che oggi è ultima in classifica con 6 punti con 3 vittorie ed 8 sconfitte, computo che non tiene conto della gara contro Roma, ritiratasi dal campionato. Ciò che fa la differenza non è tanto la media punti segnati per gara, che rispetto allo scorso anno parla di due punti in meno fatti a partita, 78 invece che 80, ma bensì è disarmante notare la differenza tra i punti di media subiti lo scorso anno nelle prime 12 partite e quelli subiti quest’anno, che sono 87.
Nove punti in più di media subiti per gara, che potrebbero sembrare irrisori, ma che invece contano molto e sono lo specchio di una squadra che ad oggi, non ha ancora trovato la capacità di mettere in campo grinta ed intensità difensiva, soprattutto nell’uno contro uno, trovando giovamento dalla difesa a zona in qualche occasione sporadica, come successo nel blitz a Trento, ma che fondamentalmente manca di un’organizzazione ben precisa e strutturata.

Una situazione che si aggrava ancora di più tenendo conto dei punti in meno segnati, figli di una sterilità offensiva ormai evidente per una Openjobmetis legata fin ora alle prestazioni dei due totem, con Scola che ha fatto di gran lunga il suo lavoro, con una media intorno ai 20 punti a partita, mentre Douglas sta rappresentando il vero ago negativo della bilancia in questo computo, viste le prestazioni molto sotto gli standard attesi dell’ex NBA.
In questo, l’innesto di un giocatore come Beane, che già nella sua prima gara contro Venezia ha dato prova di essere linfa vitale sia in difesa in termini di aggressività, sia in attacco fornendo punti e soluzioni fin ora mancanti, può risultare decisivo per implementare quel dato sulla media punti segnati che sarà determinante nella sfida finale per la salvezza.

Margine per migliorare ce n’è ma Varese dovrà fare sue le due sfide contro Treviso e Trieste che si presentano nelle prossime giornate, per recuperare quelle due sconfitte, contro Cantù e Cremona, che ad oggi pesano come macigni nell’economia di una classifica che, dati e numeri alla mano, può ancora dire molto per questa Openjobmetis ed il suo cammino.

Alessandro Burin

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