Nella giornata che segue la notte degli orrori, quella di Halloween, la Openjobmetis Varese mette in scena una prestazione da incubo sul parquet della Dinamo Sassari. Un tonfo fragoroso, enorme nelle proporzioni e nei modi nei quali è arrivato, perchè se è vero che Sassari ha fornito una delle sue migliori prestazioni offensive di sempre, tirando con l’81,2% da 3, è anche vero che Varese non è mai scesa in campo.
La squadra biancorossa è apparsa come una zattera in mezzo ad un mare in tempesta, incapace anche minimamente di reagire all’onda d’urto biancoblu abbattutasi su di lei a suon di canestri. La squadra di Bulleri, sconsolato a fine gara e pronto a prendersi le colpe di una sconfitta clamorosa, è un’entità senza anima né spirito di squadra. Una mancanza di coesione tanto evidente quanto preoccupante agli occhi di tutti, società, tifosi e avversari.

La Pallacanestro Varese di oggi ha perso completamente quella cattiveria, intensità, grinta ed unione di gruppo che negli anni passati permetteva di dare filo da torcere a chiunque, intimorendo tutto gli avversari contro cui scendeva in campo e facendo sudare qualsiasi vittoria. Quella di ieri sera invece è stata l’ennesima non prestazione di un gruppo arrivato alla gara scarico mentalmente ancor prima che fisicamente.
La terza partita in fila nella quale i biancorossi regalano il primo quarto agli avversari, dopo Cremona e la Virtus Bologna, e perpetrano nell’errore anche in tutto il secondo quarto. Subire 67 punti in 20’ minuti è qualcosa di inaccettabile, soprattutto parametrato alla pochissima se non inesistente, verve offensiva dimostrata.

La prestazione è figlia delle non idee, non leadership e della non potenza di fuoco di playmaker e guardia titolare, Ruzzier e Douglas, corpi estranei a questo gruppo.
Il play azzurro continua la sua inspiegabile serie negativa, che va avanti ormai da troppo tempo, confezionando l’ennesima prova da 4 in pagella, scialba, senza punti, senza idee, fatta di tantissima indecisione e paura. La guardia americana invece è la bruttissima copia di quel giocatore capace di trascinare Varese alla vittoria nelle prime due gare stagionali. Un Douglas che dovrebbe essere il faro offensivo di questa squadra insieme a Scola, ma che confeziona appena 3 punti, nell’ennesima prova al di sotto delle peggiori aspettative.
I biancorossi si reggono solo sull’eterno Scola, che però paga in difesa tutto il lavoro offensivo che produce come un predicatore in mezzo al deserto, con 33 punti finali, unico insieme a Strautins, 26 punti 9 rimbalzi e 5 assist, sempre più giocatore vero a 22 anni.
A loro si aggiunge il coraggioso De Nicolao, capace di dare sempre una scossa alla squadra nel momento in cui entra a sostituire Ruzzier, dando prova di carattere, voglia e fame in una squadra sempre più apatica. A tutto questo si aggiunge lo smarrimento difensivo di un gruppo che pare aver perso ogni sorta di solidità ed idee nella propria metà campo, più simile ad un groviera che ad una squadra di basket visti gli innumerevoli buchi lasciati ai tiratori sassaresi.

Una situazione resa ancora più grave dall’infortunio al piede di capitan Ferrero e del perpetrarsi dell’infortunio di De Vico, che ne avrà ancora per un paio di settimane, in attesa dell’arrivo di Jones a sostituire Andersson, altro corpo estraneo della squadra. Una riflessione su un roster che sta mostrando solo il peggio di sè, che non può essere questo e che ha bisogno di una scossa emotiva e tecnica dopo il mea culpa del GM Conti e di coach Bulleri, certi del fatto che questo incubo in salsa biancorossa debba prima o poi pur finire.

Alessandro Burin

2 Commenti

  1. Credo che fino a quando Scola continuerà a giocare esclusivamente per il suo tabellino di vittorie se ne vedranno pochine. Aveva ragione Caja?

  2. l’unica speranza è che sospendano ll campionato
    per covid,altrimenti le porte della A2 si spalancano
    inesorabilmente.Giocatori con valori scarsi e senza attributi,
    povera Varese!!!!

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