Questa è per cinefili. Dove è stato girato Quel maledetto treno blindato, cult (a posteriori) di Enzo G. Castellari (al secolo Enzo Girolami) il cui titolo internazionale (The Inglorious Bastards) ha plagiato l’Inglourious Basterds tarantiniano? Vabbeh, grazie ad un Google qualsiasi, la risposta è Ronciglione, borgo medievale affacciato sul lago di Vico in pieno agro viterbese.
Località che torna utile in quanto natale di Sean Parker (al secolo Sean Parker), attaccante di padre londinese e madre laziale alla seconda stagione di militanza biancoblu. L’11 tigrotto non si fa prendere in contropiede: “E’ vero. Molte scene erano ambientate nella vecchia stazione sulla linea Civitavecchia – Orte. Era molto ben conservata. Per quello giravano lì. Adesso però è dismessa. Nella mia zona hanno realizzato tante pellicole (una cinquantina da “L’armata Brancaleone” a “Romanzo Criminale, ndr). Da piccolo mi ricordo che c’erano spesso delle troupe in paese. Ma non ho mai avuto parte in nessun film”. La divagazione nella piccola Cinecittà della Tuscia serve da scalda-palco ad una chiacchierata che non può che partire da una realtà (quella del calcio) che non ha nulla di cinematografico. O forse sì.

Poche ore e conosceremo il destino della Serie C. Cosa ti aspetti? E cosa ti auguri?
“Svelo un piccolo segreto. Turotti nelle scorse settimane ci ha detto di tenerci pronti. Vediamo cosa succederà nel Consiglio Federale. Ma insomma, mai dire mai”. 

Robusta speranza o pia illusione?
“Nel mio piccolo dico solo che non ce la faccio più. Dopo 3 mesi di stop, c’è grande voglia di ripartire. Mi auguro con tutto il cuore che sia possibile partecipare in qualche modo ai playoff. Anche se le possibilità sono minime. E’ stato giusto fermarsi. Prima. Ma adesso è rimasto un po’ di rammarico perché mi sarebbe piaciuto chiudere la stagione. Quando si è fermato il campionato ero ai box per un problema alla caviglia. Ora è tutto risolto. Grazie al prof ho lavorato tanto in queste settimane. Anche sulla sabbia, qui a Francavilla al Mare dove risiedo e dove sono tornato il 25 marzo. Mi sento pronto”.         

Vada come vada, il tuo futuro è comunque ancora legato alla Pro Patria…
“Ho rinnovato a febbraio per un altro anno con opzione per il successivo. Abbiamo preferito non dare particolare pubblicità alla firma. Ma sono felice. A Busto mi sono trovato subito bene”. 

   

Dalla mandrakata di Bormio con il Torino in amichevole ai gol con Pianese e Pergolettese in campionato. Dovessi scegliere?
“Se devo mettere il circoletto rosso ad alcune mie prestazioni, penso al 2-0 con la Pianese (con la mia rete in apertura) e alle due di Coppa con Monza e FeralpiSalò. Soprattutto quella del Brianteo, una bella soddisfazione. Ho sempre cercato di sfruttare le occasioni che mi ha dato il mister (2 gol e un assist in 506’ giocati in campionato, ndr)”.   

Domanda a bruciapelo. Quanto vale Javorcic?
“E’ molto bravo sia tatticamente che nel lavoro sul campo. Ha grande personalità e un carattere forte. Senza peli sulla lingua. A volte può sembrare irruento o brusco. Ma fa capire quello che vuole. Per un giocatore è fondamentale”.

Il tuo calciatore feticcio?
“Oggi Zlatan Ibrahimovic. Senza alcun dubbio”. 

Punti di riferimento nella Pro Patria di oggi?
“Ho cercato di affinare l’intesa con Le Noci e Kolaj. Per caratteristiche, molto diversi da me e quindi complementari. Beppe in particolare mi dà sempre tanti consigli. Utilissimi da uno della sua esperienza e qualità. Così come quelli di mister Sala, il vice di Javorcic. Da un ex attaccante, sono davvero di grande aiuto”.   

Hai fatto la patente con Vincenzo De Bernardi, da poco scomparso. Parlava spesso di te. Il tuo ricordo?  
“(Attimo di esitazione)…non lo sapevo. Mi dispiace tantissimo. Era molto simpatico. Quando avevo le guide, arrivavo sempre una mezzora prima per poter fare due chiacchiere con lui. Gli avevo anche promesso una maglia. Manterrò l’impegno appena possibile con i suoi familiari”.  

Giovanni Castiglioni

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