6 dicembre 1954-6 dicembre 2020. Sessantasei anni di storia della Pallacanestro Varese dall’inaugurazione del palazzetto di Masnago, casa delle emozioni, dei trionfi e delle sconfitte della gente varesina.
E’ stato un compleanno sicuramente particolare quello del palazzo “Lino Oldrini”, vissuto nella solitudine degli spalti vuoti causa covid-19 che nulla lascia di quel senso di casa e familiarità che sempre questo palazzetto ha significato e continua a significare per tutta la tifoseria biancorossa.
In questi lunghi anni di storia gloriosa, a Varese il palazzetto gremito è sempre stato un fattore determinante nelle stagioni dei campioni biancorossi, anche nelle annate più difficili. Un fortino difficile da espugnare, che evoca senso di appartenenza e di storia a chiunque calchi il suo parquet o occupi una poltroncina dei suoi spalti. Una casa che come tale va tenuta al meglio, preservata e resa la più bella possibile.
Per farlo ci vuole lavoro, dedizione e spirito di sacrificio ed è ciò che il trust dei tifosi Il Basket Siamo Noi si impegna a fare da 3 anni ormai, ridando lustro ad una struttura che aveva raggiunto un degrado insostenibile. Un lavoro di squadra, spinto dalla passione e da un forte senso di appartenenza alla squadra, alla società ed alla città. Perché il palazzetto di Masnago rappresenta un monumento di tutta Varese e come tale va preservato al meglio.
Umberto Argieri, presidente del trust dei tifosi biancorossi, racconta com’è nata l’idea del video celebrativo per questo compleanno del palazzo, richiamando al senso civico ed al rispetto chiunque passi dall’odierna Enerxenia Arena, in un grande gioco di squadra. E’ stato un compleanno particolare per il palazzetto… “Sì, soprattutto per la situazione che stiamo vivendo. Sentivamo l’esigenza di dare un segno per il compleanno del palazzetto anche se vuoto. E’ nata l’idea di questo video, ripercorrendo tutti i lavori fatti negli anni e di come sia cambiata l’immagine del palazzo confrontata al degrado che 3 anni fa colpiva la struttura. Sono stati tanti piccoli lavori fatti nelle varie settimane, con tanto impegno e passione ai quali magari l’occhio si abitua, ma che dal video rendono bene l’idea della ristrutturazione messa in atto”.
Un lavoro che ha dato un’immagine nuova a tutta la struttura e che prevede nuove iniziative per il futuro? “Sicuramente. Ad oggi abbiamo ridato un minimo quanto meno di organizzazione e sistemazione, lavorando anche sui dettagli da un punto di vista estetico. Ora però bisogna tenere la guardia alta. Purtroppo durante ci sono frequentazioni che sono ben lontane dall’idea di senso civico e che rischiano di rendere vani tutti gli sforzi fatti. In tal senso la campagna che abbiamo inaugurato un mesetto fa “Il cestista usa il cestino”, anche in riferimento a quanto successo a Trento con la squadra a dare l’esempio di civiltà in questo, abbiamo voluto dare un segnale. La situazione durante il primo lockdown da un punto di vista igienico e sanitario era davvero disastrosa all’esterno della struttura e richiedeva un lavoro importante di pulizia, con i piccioni che avevano fatto da padroni in tutte le voragini createsi agli ingressi del palazzetto, accumulando i propri bisogni da tutte le parti. Inoltre abbiamo apposto i cestini fin ora mancanti dando la possibilità a chi viene a banchettare sulle scalinate del palazzetto o ai tifosi quando torneranno di avere tutti gli strumenti necessari per non buttare le cartacce per terra. In relazione a questo, ci stiamo muovendo per dar vita a delle campagne di sensibilizzazione sul rispetto del palazzetto e dell’area che lo circonda con le due scuole principali che si affacciano alla struttura, Liceo Scientifico e Artistico e con McDonald’s, i cui proprietari si sono dimostrati molto propensi. Vogliamo dare un segnale di unione e senso civico per una struttura a noi tanto cara e che non si deve trascurare“.
Alessandro Burin