Con la decisione dello scorso 26 marzo il Dipartimento Interregionale ha deciso di sospendere il Campionato di Serie D dal 25 aprile (in alcuni gironi) per far spazio ai recuperi. Poco cambia per il Città di Varese, fermo dalla sfida contro il Fossano del 7 marzo, che dovrà comunque fare i conti con un’estenuante tour de force a partire dall’11 aprile.

La decisione del Dipartimento Interregionale è ritenuta “necessaria” dal numero uno biancorosso Stefano Amirante. “Se si vuole arrivare a giocare la parte finale del campionato con le squadre allineate sullo stesso numero di partite disputate – continua il presidente – la sospensione per far spazio ai recuperi era l’unica soluzione. Chiaro che i più svantaggiati da questa situazione, per quanto concerne il Girone A, siamo noi con tre partite in arretrato; Casale e Derthona ne dovranno recuperare due mentre la Sanremese una. Non entro nel merito degli altri gironi, ma credo che la decisione sia ineccepibile”.

La LND deve ancora fare chiarezza sul nuovo programma (al momento sono stati decisi 15 recuperi, di altri gironi, distribuiti nei giorni 6, 7 e 22 aprile) anche se la situazione del Girone A è al momento meno problematica. “Verosimilmente il nostro girone si fermerà solo per una domenica – spiega Amirante – e noi giocheremo i nostri tre recuperi mercoledì 21, domenica 25 e mercoledì 28 aprile, per poi ripartire dal 2 maggio con il calendario normale. Il problema non è però giocare troppe partite ravvicinate; il problema è stato fermarsi per 15 giorni”.

Concorda su tutta la linea il ds biancorosso Gianni Califano (nella foto a destra): “Non vedo altre soluzioni a meno che non vogliano farci giocare di mercoledì in mercoledì. Purtroppo è capitata questa battuta d’arresto e andremo incontro ad un’inevitabile tour de force. In linea di principio la decisione è giusta e condivisibile per portare tutti allo stesso numero di partite, ma è un cane che si morde la coda: se nelle ultime giornate dovesse arrivare uno stop per qualche squadra le altre andrebbero comunque avanti e si rischierebbe di far giocare partite importanti, per la promozione o per la retrocessione, a campionato finito. Restando su di noi è innegabile che il vero problema, come ha detto il presidente, sia stato quello di fermarci per 15 giorni”.

Il gruppo squadra del Città di Varese è stato in quarantena, senza possibilità di allenarsi sul sintetico di Brenno Useria, da giovedì 18 fino a lunedì 29 marzo e il giro di tamponi previsto per mercoledì 31 potrà finalmente ridare il via libera ai biancorossi. È chiaro che lo stop forzato potrebbe penalizzare la squadra di mister Rossi ed è quindi evidente la frecciata di Amirante al nuovo protocollo sanitario adoperato dalla Serie D che già al momento della sua applicazione gli aveva fatto storcere il naso: “All’epoca avevo detto che non sarebbe cambiato nulla e quanto successo a noi lo dimostra: con il protocollo vecchio ci troveremmo nella stessa situazione. Il rinvio delle partite, in linea teorica, è previsto nei casi in cui ci siano almeno quattro positivi, ma poiché la decisione spetta all’ATS basta un solo positivo per mettere tutto il gruppo in quarantena: i compagni di squadra, giustamente secondo me, vengono infatti considerati come contatti stretti e nel momento in cui uno contrae il virus tutti gli altri devono essere isolati. Il protocollo dell’Eccellenza? Francamente non capisco come possano pensare di portare avanti quel campionato in questo modo perché con solo dieci partite da giocare c’è il rischio che quelle rinviate siano più di quelle disputate”.

Di fatto secondo Amirante ci si ritrova allo stesso punto di partenza e, nonostante la situazione sia parzialmente rientrata nel Girone A, la spiegazione è più semplice di quanto si possa immaginare: “Il minor numero di rinvii avuti da dicembre ad oggi non è dovuto al protocollo, ma al fatto che la maggior parte dei giocatori avevano già contratto il virus andando a creare una sorta di immunità di gregge; non a caso il positivo che abbiamo individuato nel gruppo squadra è arrivato a dicembre. Per cui i rinvii continueranno ad esserci nonostante il protocollo: io avrei voluto fermarmi a novembre, così non è stato e ora ci troviamo a dover fare i conti con un campionato problematico”.

Come si affronta il tutto? A rispondere è nuovamente il ds Califano che sentenzia: “Sappiamo tutti di star disputando una stagione anomala, ma proprio per questo dovremo mettere il 200% in ogni partita, senza fare calcoli e dimostrando di essere più forti di tutto il resto. I ragazzi in questi giorni hanno seguito un programma personalizzato e sicuramente, da atleti professionisti quali sono, l’avranno condotto in maniera impeccabile. Li ho sentiti amareggiati, com’è normale che sia, ma la voglia di giocare, la rabbia e la fame ripagherà l’inevitabile gap fisico che ci sarà. Disabato? La risposta dal punto di vista clinico è buona; aspettiamo di valutarlo negli allenamenti con il resto del gruppo e ci auguriamo che le sensazioni positive continuino”.

Sulla ripresa del campionato biancorosso (ad oggi prevista per domenica 11 aprile al Franco Ossola contro il Legnano) Califano non ha dubbi: “Al momento è inutile fare valutazioni: dobbiamo guardare in faccia la realtà, ammettere che nessuno poteva pensare a un campionato del genere, rimboccarci le maniche e dimostrare il nostro valore sul campo”.

A margine, c’è spazio anche per una questione extra-calcio perché gli Skorpions Varese giocheranno al Franco Ossola le loro partite casalinghe. “Non è una decisione che devo ‘accettare’ – conclude Amirante – ma immagino che la scelta del Comune sia ragionata: la manutenzione dello stadio spetta a loro e sono sicuro che ci metteranno nelle condizioni migliori per giocare. Ora il nostro calendario subirà delle variazioni: è chiaro che se devo disputare un recupero preferisco non farlo il giorno dopo la partita del Football Americano, non tanto per me ma per chi dovrà fare la manutenzione del terreno. Sta di fatto che ho fiducia nel Comune di Varese e noi ci faremo trovare pronti per giocare in qualunque momento e in qualsiasi situazione”. 

Matteo Carraro

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