SudTirol in vetta, Padova in caduta, miglior performance della Pro Sesto (+7), peggiore di Trento e Mantova (-5). Power Rankings di inizio novembre con nessuna posizione confermata, vertice ribaltato e coda rivoluzionata. Appuntamento a dicembre per il terzo aggiornamento stagionale.
Valutazioni a seguire (tra parentesi la variazione rispetto a quanto pubblicato l’8 ottobre).           

1) SudTirol (+1) – Il numero magico è 6. Intesi come successi consecutivi (Coppa inclusa), punti di margine sulle seconde e turni al giro di boa. Con Feralpi, Padova e Triestina residui in oroscopo come passaggi utili a peritare la consistenza della leadership Rot-Weiß. Incassa gol dopo 1.018’. Difendendo a 4. A dispetto del Giuanìn Zaro e della pregressa (biancoblu) consuetudine a 3. Perché un conto sono i principi di gioco, ben altro la rigidità dogmatica. Quando si dice la mano (anzi, la manona) dell’allenatore. Javorcic non certo estraneo (eufemismo) al full throttle altoatesino.       

2) FeralpiSalò (+4) – Quattro punti (con 2 sconfitte) nelle prime 4, 23 (invitta) nelle ultime 9. Mettendo sotto Padova, Pro Vercelli, AlbinoLeffe e facendo pari a Trieste. Allo stato, la più credibile alternativa alla capolista. Vecchi trasloca sul Garda il 4-3-1-2 lasciato in eredità a Bolzano (ma anche Renate e, in parte, Padova, utilizzano sistemi di gioco analoghi). Plausibile non si tratti di una coincidenza.       

3) Renate (+1) – Prima dello stop di Piacenza, 16 punti su 18 con 18 fatte (la metà più 3 assist per un Galuppini in fregola atomica) in 6 partite. Media realizzativa presto fatta. Miglior attacco dell’intera categoria (ma anche terza peggior difesa del Girone). Il giro di vite (tattico ed emotivo) di Cevoli va al di là di ogni ragionevole dubbio. Restano le sconfitte (chiare) con Padova e SudTirol. Indici di una dimensione (forse) da prime 5 ma non da prime 3.           

4) Padova (-3) – I bookies continuano a darla come più accreditata pretendente alla B. Ma 2 sole vittorie (con 9 punti, 8 meno di SudTirol e Feralpi, 7 del Renate) nelle ultime 7 dopo aver fatto il pieno nelle prime 5 se non l’intero progetto tecnico di Sean Sogliano, certamente, mettono in discussione il ruolo di lead dog del campionato. In agenda prenatalizia (12 dicembre), lo showdown con gli altoatesini. Pavanel dovrà arrivarci più pronto rispetto a quanto fatto a Salò 3 settimane fa.    

5) Triestina (+3) – Torna in bolla (3 vinte nelle ultime 5), dopo l’avvio horror (2 punti in 4 giornate). Resta discontinua (2 sole vittorie consecutive ed una sola striscia di 3 risultati utili). Delle prime 10 affrontate, batte unicamente il Lecco, pareggia con Feralpi e Piacenza, perde con Padova, Renate, AlbinoLeffe e Juventus U23. Circostanza che sommata ai 14 punti di distanza dal primato condanna all’obiettivo massimo di scavallare i primi 2 turni playoff. Accedendo direttamente alla Fase Nazionale. Fare di più attiene all’ottimismo profumo della vita.   

6) Pro Vercelli (-1) – Bifronte assoluta del campionato. Fregolismo giustificato dalle 4 vittorie per aprire la stagione e dalla singola (con la Giana) nelle successive 9 uscite. Non batte nessuna delle prime 8, perde relativamente poco (3 volte), sempre al “Piola” e con avversarie di spessore (SudTirol, Feralpi e Piacenza). Aggrappata all’elite solo in virtù della partenza a cannone. Competitiva. Ma (a spanne), non per i primi 5 posti.      

7) AlbinoLeffe (-4) – Rottura prolungata (nessuno peggio nelle ultime 5). Con vittoria che (Coppa a parte) manca da 6 turni (2 pareggi e 4 sconfitte) o 40 giorni (2-3 a Trieste il 3 ottobre). Dipendenza da Manconi più che acclarata: 12 punti su 18 responsabilità diretta del numero 10 celeste. A segno in 6 delle 8 partite in cui la squadra è andata a punti. Ipotesi outsider in chiave promozione ormai tramontata.       

8) Piacenza (+2) – Sopra il camino gli scalpi (recentissimi) di Pro Vercelli e Renate. Ben 7 pareggi (come la Virtus Verona) e solo 3 sconfitte. Con SudTirol (e ci sta), ma anche con Mantova e Pro Sesto (un po’ meno). Salvezza certa, playoff (a fiuto) quasi.     

9) Juventus U23 (+3) – Nessun pari nelle prime 7, 3 nelle ultime 6. Con una sola sconfitta. A differenza delle 4 in striscia tra 3^ e 6^. Equilibrio crescente per un progetto all’anno zero o giù di lì dopo 3 stagioni dalla fisionomia mutante. Tornata alla modalità under pura. Con talenti futuribili come il mancino neo convocato con l’albiceleste Soulé.      

10) Lecco (-3) – Sdraia il Padova (dopo aver schienato anche la Feralpi), poi tira il freno a mano fatturando 2 soli punti nelle 5 successive. Contro 7 delle ultime 10 contabilizza 11 punti. Insomma, rendimento schizofrenico. Figlio di un paio di arbitraggi non proprio fortunati e delle proverbiali fibrillazioni extra campo. Peccato. Perché la qualità del materiale sarebbe da prime 5.      

11) Seregno (-2) – Come la serie Amazon Prime. All or nothing. In campo e (forse soprattutto), fuori. Avvio durissimo: un solo punto nelle prime 4. Ma contro Triestina, Feralpi, Pro Vercelli e Renate. A seguire discese ardite…e le risalite (la prima a fermare sul pari il Padova). A compendio veramente di tutto tra polemiche con Ghirelli, allenamenti all’alba, rossi a nastro (3 domenica a Legnago) e dimissioni presidenziali. Bussola fuori uso. Ma non ci si annoia davvero mai.    

12) Fiorenzuola (+2) – Gioca al calcio. E a queste latitudini è già una notizia. Matricola atipica. Tesa più alla qualità che al temperamento. Perde parecchio (6 volte, di più solo Pergolettese e Legnago), ma batte Feralpi e Lecco. Lasciando intuire margini ancora tutti da esplorare.         

13) Pro Sesto (+7) – Non esattamente Mr. Wolf. Ma Banchieri comunque risolve problemi. Prima della sconfitta al “Breda” con il SudTirol, 6 risultati utili seguiti al singolo punto nelle prime 6 e al cambio in panca con Filippini. La classifica resta orribile (ultima a 11 punti). Ma la compagnia non manca e la salvezza è a 2 sole lunghezze.           

14) Pro Patria (+1) – Il barone von Sacher-Masoch (ovvero il sofistone ottocentesco che ha brevettato il masochismo), vanta ammiratori ovunque. Anche allo “Speroni”. Homefield di una squadra che ha accatastato rimonte subite (6), punti gettati nella ripresa (idem), e reti incassate sui titoli di coda (sempre 6 dall’85’ in giù). Quando sembra aver risolto un problema, Prina si ritrova punto e daccapo. Le assenze spiegano in parte (ma non tutto) di un’identità troppo spesso intermittente.                   

15) Pergolettese (+3) – 9 punti nelle ultime 5. Meglio solo SudTirol, Feralpi, Renate e Triestina. Difesa porosa con 23 reti subite. Ma solo 5 nelle ultime 5 con 2 clean sheet e soltanto con il Fiorenzuola più di una al passivo (nelle prime 8 era occorso 7 volte). Lucchini ha bullonato la difesa. Per osmosi facendo altrettanto anche con la sua panchina.           

16) Trento (-5) – Crisi aerobica con 4 rovesci nelle ultime 5 e 5 nelle ultime 7. Smalto smarrito salvo rimbalzo tecnico di domenica a Verona. Per vincere non deve subire gol (un 3-0 e 3 1-0). La classifica è all’ingrosso quella attesa. Ma l’avvio a pompa aveva tracciato altri orizzonti.     

17) Virtus Verona (+2) – Il presidente/allenatore/factotum Gigi Fresco indagato per truffa. Com’è come non è, poche ore dopo arriva la prima sconfitta a seguire 5 risultati utili. Presunzione di innocenza alla base di qualsiasi ordinamento. Ma è probabile che la vicenda possa avere comportare qualche sopravvenienza passiva.    

18) Mantova (-5) – Unica con una sola vittoria (nel derby transpadano con il Piacenza), in astinenza da 8 turni, detentrice del primato di pareggi (8, solo l’Avellino in C come i virgiliani), vittima di sole 4 sconfitte tutte di misura (con AlbinoLeffe, Juventus U23, Triestina e SudTirol). La classifica a occhio e croce potrebbe anche mentire (4 giorni fa 1-1 con il Padova). La via per raddrizzarla è una e una sola: cominciare a vincere.                      

19) Legnago (-2) – Difesa discretamente pacifista (28 reti, 14 nelle ultime 5 e già 5 volte dalle 3 in su ad uscita). A bilancio 11 punti esclusivamente contro le ultime 8. Colella ringhia. La squadra un po’ meno. Playout al momento ineludibili.          

20) Giana Erminio (-3) – Non segna mai più di un gol (7 in totale, secondo peggior attacco della categoria davanti al Grosseto con 6), ne incassa solo una volta più di 1 (11 reti al passivo, ottava prestazione dell’intera Serie C). Coperta cortissima e punta centrale contumace. Argomento che ha convinto il club ad accompagnare Brevi all’uscita. Rosa dei subentranti assortita da Tacchinardi, Contini e dal ricicciare del solito Cesare Albè. Per un eterno ritorno che Nietzsche davvero scansati. E infatti alla fine tocca all’ex Pergolettese.             

Giovanni Castiglioni

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