Determinato, volenteroso, ed un sogno grande quanto un campo da calcio: Tobia De Bernardi, il centrocampista attualmente in forza alla Sestese, culla le velleità di diventare un calciatore professionista da sempre e negli ultimi tempi si è tolto anche un meraviglioso “sfizio”.
Quella che ci lasciamo alle porte è stata, infatti, la settimana dedicata a “Il Divin Codino” il film uscito su Netflix e dedicato a Roberto Baggio.

Proprio Tobia ha avuto l’onere ma ancor di più l’onore di ritagliarsi una piccola parte in questo “capolavoro”.
“Un giorno era sui social e ad un certo punto mi compare un annuncio con scritto ‘Ultimo giorno per candidarsi ai provini de “Il Divin Codino” il film dedicato a Roberto Baggio, non ci ho pensato due volte, ho cliccato e sono stato chiamato a Roma per il primo provino, ne sono seguiti altri due di cui uno direttamente sul campo, e alla fine mi hanno scelto per interpretare un centrocampista norvegese nei Mondiali del ’94 (Lars bohinen maglia n.22 ndr)”.

Che esperienza è stata e cosa ti porti via da quest’avventura?
“Un’esperienza bellissima, ho conosciuto tante persone ed è stato bello vivere su un set cinematografico seppur con un piccolo ruolo, quello che però mi rende più orgoglioso è l’aver partecipato ad un film che rimarrà nella storia e che racconta di uno dei più grandi campioni di tutti i tempi, mostrando sia le qualità calcistiche ma ancor di più le immense qualità umane”.   

Dalla “finzione” alla realtà: tu invece che calciatore sei e come si compone la tua giovane carriera?
“Io sono un centrocampista classe ’99 piuttosto tecnico, amo i numeri dieci ed è a loro che più mi ispiro, ho sempre rincorso un pallone ed ho sempre avuto questo sogno, sono molto determinato nel voler raggiungere i miei obiettivi e punta ad arrivare il più in alto possibile”. “Quanto alla mia carriera nasco nelle giovanile del Bosto, all’età di 5 anni ho tirato i miei primi calci, ad 11 anni sono passato nelle giovanile del Varese e ci sono rimasto per 6 anni, poi a 17 anni sono stato selezionato per far parte della Marcet Football Academy, un’accademia che ha sede a Barcellona e che seleziona giocatori in diversi stati, per tre anni mi ha permesso di partecipare al campionato giovanile catalano e di affrontare grandi club europei, un’esperienza di ottimo livello”.

E poi cosa è successo?
“Sono tornato in Italia per provare ad affermarmi qui, per tentare una carriera nel mio paese, ho fatto il ritiro con il Renate in serie C ma ho avuto un infortunio proprio il giorno prima di un’importante amichevole con l’Atalanta e con loro ho perso un po’ il treno, come si suol dire”.

Adesso spazio alla Sestese, campionato di eccellenza, in cui vi state ben comportanto.
“Sì oggi sono alla Sestese e devo dire che mi trovo bene, c’è un bell’ambiente e un bel gruppo, stiamo facendo un buon campionato nonostante una squadra giovane e nonostante il covid ci abbia un po’ scombussolato, era importante però tornare in campo e riassaporare il terreno di gioco, lo spogliatoio, l’adrenalina dei pre-partita”. 

Quali sono invece i progetti per il futuro?
“Io voglio continuare a fare ciò che più mi piace, giocare a calcio e spingermi il più in alto possibile, per adesso ho la testa su questo campionato e con la Sestese puntiamo a concluderlo nel migliore dei modi, poi vedremo cosa succederà, penso che grazie alla mia determinazione, alla mia umiltà ma anche all’appoggio della mia famiglia e dei miei amici che mi sono stati sempre vicini, potrò togliermi molte soddisfazioni”.

Per concludere: sarà un’estate ricca di eventi sportivi tra cui gli Europei di calcio, come la vedi l’Italia?
“La vede bene, Mancini ha trovato la giusta quadra con una rosa giovane e che a mio avviso può arrivare in fondo, occhio però a Francia e Belgio che credo siano le compagini più agguerrite”.

Mariella Lamonica

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