La Serie D si ferma, ancora, per dare spazio ai recuperi. La Castellanzese ne approfitta per recuperare i recuperabili, fare il pieno di carburante e avvicinarsi a piccoli passi al big match con il Pont Donnaz in programma il 6 giugno alle 16.00 al “Provasi”. La quart’ultima di campionato con i valdostani potrebbe rivelarsi un passaggio chiave per la stagione del club di via Cadorna.
Il finale dei ragazzi di Mazzoleni in cinque parole.

Voglia (di riscatto). Un sola vittoria negli ultimi cinque turni non rende l’idea della strepitosa avventura della Castellanzese al suo secondo anno assoluto in D. Cinque uscite senza mai andare sopra per primi, eccezion fatta per lo sfortunato pomeriggio con il Borgosesia, dove i neroverdi il vantaggio lo hanno trovato, due volte per altro, ma poi ne hanno prese un po’ troppe per conservarlo (3-7). Ci sono ancora Pont Donnaz, Caronnese, Folgore Caratese e Imperia, 360 minuti per dimostrare che la striscia di 15 risultati utili consecutivi non è stata un caso. Se la vetta sembra ora un po’ lontana (-6 dal Gozzano capolista che deve ancora recuperare una partita) il secondo posto con seguenti playoff interni da favorita sono più che alla portata. 

Cuore. Che ha la stessa iniziale del CrederCi, scritto così, a caratteri cubitali e con le C maiuscole come lo striscione che i supporters neroverdi preparato per la sfida stravinta con il Gozzano. Ecco, la prossima settimana per il ritorno al “Provasi” della Castellanzese ci saranno anche loro, i tifosi, a creare una cornice finalmente degna di un match di Serie D. E allora crederci, nonostante sarà un po’ più semplice, visto e considerato che nelle uniche due gare interne a porte aperte di questa stagione la squadra di Mister Mazzoleni ha fatto tris con il Fossano e strapazzato i cugini del Legnano nel derby, aggiudicandosi l’intera posta in palio. 

Equilibrio. E’ ciò che serve là in mezzo. L’infortunio di Federico Zazzi, il vero uomo della svolta in neroverde, è risultato determinante per l’ultimo spezzone di campionato della Castellanzese. Che dal suo addio al campo, per questa stagione, ha cercato più volte di reinventarsi a centrocampo. Con Chessa trequartista con compiti di impostazione; con Fusi mezz’ala con il gol pronto nella manica; con il duetto forte e intraprendente Mecca-Perego; con il sacrificio di un Francesco Bigotto da applausi; e anche con la sana incoscienza di giovani talentuosi come Simone Manfré.
L’obiettivo è stato raggiunto veramente solo una volta, nel 5-1 con il Chieri quando Mister Mazzoleni ha schierato il 4-2-3-1 con tutte e 4 le punte chiudendo il discorso al 45′ e offrendo una dimostrazione di pura solidità mai realmente ritrovata dalla sua squadra. Recuperare il giusto raccordo tra attacco e difesa, due reparti così diversi nella sorte, almeno di recente, è in cima alla lista delle cose da fare per i neroverdi.

Attenzione. Dal mese di febbraio la Castellanzese non ha mai fatto registrare novanta minuti senza subire reti. Con il Saluzzo in casa, il 17/02, i neroverdi si imposero per 2-0 con le gioia di Andrea Ghilardi, al primo centro in carriera, e Jacopo Concina, attualmente infortunato. Poi sempre almeno un gol incassato dalla difesa degli uomini di Mazzoleni, di gran lunga il reparto che ha sofferto di più la seconda parte pur strabiliante di questo campionato. Finora sono 61 i palloni raccolti dal fondo del sacco dai portieri neroverdi. Che si sono trovati a farlo ben 19 volte nelle ultime 5 gare (4 gol presi da Bra e Sestri Levante, 7 dal Borgosesia, “solo” 2 da Varese e Derthona). Serve più solidità per una formazione che ha dovuto fare i conti con gli infortuni soprattutto nel pacchetto arretrato dove, al netto degli ultimi acciacchi di Mattia Negri, l’unico difensore di ruolo schierabile risulta essere Giulio Alushaj. 

Attenzione. Dal mese di febbraio la Castellanzese non ha mai fatto registrare novanta minuti senza subire reti. Con il Saluzzo in casa, il 17/02, i neroverdi si imposero per 2-0 con le gioia di Andrea Ghilardi, al primo centro in carriera, e Jacopo Concina, attualmente infortunato. Poi sempre almeno un gol incassato dalla difesa degli uomini di Mazzoleni, di gran lunga il reparto che ha sofferto di più la seconda parte pur strabiliante di questo campionato. Finora sono 61 i palloni raccolti dal fondo del sacco dai portieri neroverdi. Che si sono trovati a farlo ben 19 volte nelle ultime 5 gare (4 gol presi da Bra e Sestri Levante, 7 dal Borgosesia, “solo” 2 da Varese e Derthona). Serve più solidità per una formazione che ha dovuto fare i conti con gli infortuni soprattutto nel pacchetto arretrato dove, al netto degli ultimi acciacchi di Mattia Negri, l’unico difensore di ruolo schierabile risulta essere Giulio Alushaj. 

Attacco. Se è vero che la miglior difesa sta nella fase offensiva, allora perché non continuare a puntare dritto verso l’area di rigore avversaria? La strada è già stata tracciata, percorsa e ripercorsa più volte dalla Castellanzese e i suoi interpreti più avanzati. Per la precisione sono 74 le volte in cui il club di via Cadorna ha manovrato un pallone negli ultimi sedici metri spedendolo poi alle spalle del portiere avversario. Una media di 2,17 gol a partita, una media da Top Club. In 39 occasioni lo zampino è stato di Super Mario Chessa che ne ha fatti 30 in 32 e ne ha fatti segnare 9. Con un bomber così circondato da attaccanti prolifici del calibro di Colombo (14), Corti (7) e Bigotto (4), che di protrarre oltre il proprio digiuno di gol non ne vogliono sapere, è legittimo continuare a insistere su questa via.

Alessio Colombo

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui