Se il mondo della pallacanestro a Varese è ancora entusiasta dell’arrivo degli australiani nella Città Giardino (venerdì 25 giugno la conferenza stampa di presentazione di Pelligra Group in Comune), il macrocosmo del calcio bosino continua ad interrogarsi su quello che sarà il futuro del Città di Varese. Sia relativamente alla prossima stagione (Serie C o Serie D?) sia al possibile inserimento australiano anche nella Varese calcistica.

Basket e calcio, realtà diverse e destini diversi che però potrebbero avere un punto d’incrocio. Il condizionale è d’obbligo dato che, al netto della soddisfazione per l’accordo raggiunto tra i protagonisti (Pallacanestro Varese, Comune di Varese e Ross Pelligra), di concreto al momento (comprensibilmente) c’è poco o nulla per quel che riguarda il capitolo infrastrutture, il più delicato dalle parti di Varese con la ristrutturazione dell’Enerxenia Arena da un lato e del “Franco Ossola” dall’altra parte della strada (letteralmente).

Di certo ha destato stupore la risposta del Sindaco Davide Galimberti a precisa domanda sul futuro dell’impianto di Masnago: in breve, né il Città di Varese né tutte le altre società che ne usufruiscono sono state contattate in merito. Per carità, siamo ancora alla genesi di un progetto ambizioso e a lunghissimo termine (che, per parola di Luis Scola, “Parte dal basket, ma si estende a tutta la città”), eppure la totale estraneità del mondo calcistico di Varese fa riflettere, a maggior ragione se consideriamo che il tema “Franco Ossola”, con tanto di querelle tra società e Comune per la garanzia chiesta ai biancorossi, è stato uno dei più dibattuti sul possibile futuro biancorosso in Serie C.

A proposito di Serie C, venerdì scorso non è certo passata inosservata la presenza (con tanto di intervento da remoto) di Francesco Ghirelli, il presidente della Lega Pro, che ha investito Varese al ruolo di una delle città fulcro della riqualificazione dell’impiantistica in Italia, progetto portato avanti proprio dalla Lega Pro. Com’è possibile che il vertice della Serie C parli dello stadio di Varese senza che la squadra della città ne faccia parte? Ma soprattutto, se il progetto della Lega Pro e quello di Pelligra Group sono così a stretto contatto, perché il Città di Varese non era presente?

Non mi hanno mai contattato direttamenteconferma il presidente del Città di Varese Stefano Amiranteper cui non posso commentare quanto sta succedendo tra Pelligra Group, Pallacanestro Varese e il Comune. Posso basarmi su quanto ho letto in questi giorni e, rifacendomi al discorso delle infrastrutture, mi sembra di percepire ottime intenzioni in merito al Palazzetto, ma sull’Ossola credo che ci siano altri discorsi da fare. Non mi risulta che gli investitori australiani abbiano interesse verso il mondo del calcio a Varese e la volontà di investire a Catania lo testimonierebbe; se poi, invece, le intenzioni ci sono, credo che non si possa prescindere da un minimo di dialogo con chi lo stadio lo usa. In tal caso ero, sono e rimarrò disponibile per un incontro anche a titolo conoscitivo”.

Sul capitolo Serie C, Amirante prosegue: “Stiamo aspettando l’1 luglio per sapere cosa deciderà la Covisoc. Alla luce di quello che sarà il verdetto di venerdì potremo iniziare a fare ragionamenti più concreti: se c’è solo una squadra respinta il discorso non ci tange, se invece le bocciature iniziano ad essere tre o quattro allora ci faremo trovare pronti posto che bisogna capire le reali ambizioni di ripescaggio della Torres. La presenza di Ghirelli alla conferenza di Pelligra Group? Io non so cosa si siano detti Ghirelli e Galimberti nel loro incontro a Firenze, ma fatico a credere che il presidente della Serie C s’interessi a strutture di città in cui non esiste una squadra affiliata alla categoria”.

Al netto di questi discorsi, la certezza è che il Comune di Varese si era assunto la responsabilità di far partire i lavori di riqualificazione dell’impianto (150mila euro) per renderlo idoneo alla Serie C. Un paio di settimane fa abbiamo provato ad ipotizzare quali potessero essere gli interventi in questione, ma quali sono effettivamente i lavori necessari?. “Questo è un altro problema del Comunepuntualizza Amirante : avendo assicurato a Ghirelli che lo stadio sarà pronto per la Lega Pro immagino che ben sappiano quali lavori devono essere fatti. Dopo che il Comune ha accettato la nostra volontà di non versare la garanzia di 30mila euro non ho più avuto contatti e, tra l’altro, mi era stato detto che il canone a gettone sarebbe stato rivisto. A tal proposito sarebbe utile capire in che modo, dato che il Città di Varese dovrà fare almeno 19 partite casalinghe e la programmazione è indispensabile. Inoltre, prima di presentare l’eventuale domanda di ripescaggio in Serie C bisogna iscriversi in Serie D e per l’8 luglio, data di apertura delle iscrizioni, ho bisogno di un documento che ci consenta di usufruire dell’Ossola. Sono situazioni spiacevoli e che suscitano inevitabilmente dispiacere: l’anno scorso siamo stati noi in quanto società ad occuparci dei lavori sulle tribune dei distinti, ma il Comune non ci ha riconosciuto lo sconto sui canoni. Io non dico che Pelligra Group non farà nulla perché l’investimento importante sul basket c’è stato ed evidentemente c’è un interesse anche per le strutture, ma da qui a parlare di rendering e crono-programmi dei lavori ce ne passa… Al momento gli unici che hanno messo soldi privati su strutture pubbliche, vedi Ossola e Bustecche, siamo stati noi”.

Tornando sulle possibilità di ripescaggio, Amirante sentenzia: “Noi siamo sereni, aspettiamo venerdì con i piedi per terra e vediamo cosa succede. Di certo alcune cose le faremo lo stesso, come ad esempio la trasformazione della società in una S.r.l.; non voglio fare il misterioso, ma davvero ad oggi non sappiamo in quale categoria giocheremo”. Infine, sul mercato, il presidente biancorosso si toglie un sassolino dalla scarpa e chiude: “Non è il Varese ad essere immobile, e lo testimonia l’annuncio di ieri sulla strutturazione del settore giovanile: sono gli altri a parlare di ufficialità quando le ufficialità non ci sono. Il bello del fare il calcio a Varese è che non hai problemi a trovare gente che voglia venire a giocare qui: le chiacchierate si fanno, senza dubbio, ma le firme arriveranno solo da inizio luglio e noi rispettiamo le tempistiche imposte dal regolamento. Se poi qualcuno non vuole aspettare e preferisce accasarsi altrove è libero di farlo, ma anche da questi particolari si vede chi effettivamente vuole indossare la maglia del Città di Varese”.

Matteo Carraro

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui