A volte non servono parole per commentare, bastano i gesti. Ecco dunque che il Città di Varese torna da Casale tra gli applausi giunti alla fine di un match che non ha visto né vincitori né vinti: potrebbe quasi sembrare paradossale, se si pensa a come sono stati recepiti i tanti pareggi stagionali, ma lo 0-0 ottenuto ieri pomeriggio ha tutt’altro peso.

Dopo mesi di buio senza vittorie, la gestione di Gianluca Porro ha fatto ritrovare il sorriso al popolo biancorosso dando nuova serenità alla squadra, e questo binomio si sta rivelando vincente a prescindere dal risultato. Attenzione, predisposizione e mentalità: le linee guida tracciate dal tecnico ben si sposano con ciò che chiede la tifoseria bosina (la duplice esperienza di Porro da giocatore biancorosso lo ha senz’altro avvantaggiato) e finché il Città di Varese scenderà in campo in questo modo regnerà sempre il buonumore.

I risultati danno fiducia, ovvio, ma un Varese così aggressivo e propositivo in trasferta (contro una squadra sulla carta più forte) era da tempo che non si vedeva. A Sanremo, per esempio, per quanto l’approccio complessivo al match fosse stato positivo, si percepiva quel senso di paura che impediva alla squadra di pigiare appieno il piede sull’acceleratore; quello stesso timore che ha consentito all’RG Ticino di recuperare allo scadere il match di due settimane fa al “Franco Ossola”. Ieri, invece, ciò che ha stupito del Città di Varese è stata la tranquillità: consapevoli dei propri mezzi e delle qualità dell’avversario, i biancorossi sono scesi in campo a mente libera, aggredendo alti il Casale e concedendo il giusto ai vari Candodo, Giacchino, Forte, D’Ancora e Continella. Una prova di maturità non da poco.

I dettagli da limare ci sono ancora ed è giusto che ci siano, mister Porro ne è ben consapevole e non ha mancato di farlo notare nel post-partita, ma senz’altro il Varese è sulla buona strada. Fra un paio di settimane, se la situazione di classifica rimarrà invariata, la “rivincita” tra le due squadre prometterà senz’altro scintille.

Tornando a ieri, però, il momento più bello del match è stato indubbiamente il dopo gara. Innanzitutto al triplice fischio si è subito percepito un senso di rabbia positiva che aleggiava in campo: i biancorossi credevano nella vittoria e sapevano che i tre punti erano alla loro portata. Poi, dopo qualche istante, ecco la squadra presentarsi sotto le gradinate occupate dai tifosi bosini e lì sono spuntati i sorrisi nell’udire gli applausi festanti e di approvazione dei supporter giunti a Casale. Non servono parole, non servono commenti: il Città di Varese ha riconquistato i suoi tifosi.

Durante e dopo la conferenza post-partita, lo stesso Porro è ritornato su questo aspetto sottolineando che, dal suo punto di vista, era certo di come la squadra si meritasse quegli applausi nonostante, al tempo stesso, non sapesse bene cosa aspettarsi. Come abbiamo più volte ripetuto, se ti chiami Varese non puoi accontentarti di un pareggio: Porro lo sa, i giocatori lo sanno e i tifosi lo sanno. Se a vincere è però l’amore tra una squadra e il suo pubblico il risultato non conta: la vittoria dei tifosi di ieri pomeriggio è stata vedere un Varese aggressivo e determinato, carico e pronto nell’affrontare le ultime due partite per approcciarsi ai playoff nel modo migliori. Per inciso: là sì che conterà anche il risultato, ma per adesso è anche giusto godersi il momento. In attesa del Saluzzo, in attesa del Pont Donnaz, in attesa dei playoff.

Matteo Carraro
(foto Ezio Macchi)

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