In silenzio, con passione e umiltà, il Gallarate Calcio si è formato e consolidato la scorsa estate (dall’unione di Crennese Gallaratese e Uboldese)  iscrivendosi al campionato di Promozione: una prima stagione difficile, comprensibilmente, che i rossoblù stanno vivendo con entusiasmo per conquistare la salvezza. La Prima Squadra, però, rappresenta solo la punta dell’iceberg del movimento gallaratese che, da agosto a questa parte, ha attraversato un’importante crescita soprattutto a livello giovanile.

A parlarci del processo evolutivo della società sotto tutti i punti di vista è il responsabile del settore giovanile Vincenzo Tripodi: “Negli ultimi tre anni, da quando è nato questo progetto, abbiamo riscontrato una crescita esponenziale sia per quanto riguarda la qualità formativa sia a livello numerico: investendo in maniera importante sulle guide tecniche qualificate siamo passati da una novantina di ragazzi agli attuali 140 che ci permettono di coprire tutte le annate. Le speranze per il futuro sono ottime perché molti gruppi si stanno conformando su livello medio-alto”.

Giustamente, per quanto la nomenclatura Gallarate Calcio risalga alla scorsa estate, il vostro progetto è iniziato tre anni fa. Come giudica il percorso di crescita fin qui?
“Sicuramente è da completare, ma da marzo 2019 a febbraio 2022 non possiamo che essere orgogliosi di quanto fatto. Grazie al duro lavoro di tutti coloro che vivono quotidianamente questa società, il Gallarate ha ottenuto la qualifica riconosciuta di Scuola Calcio Elite: per una società come la nostra, partita da una ricostruzione completa, l’aver raggiunto questo traguardo in pochi anni vuol dire davvero tanto. Siamo sulla strada giusta e dobbiamo continuare a percorrerla”.

Quali sono gli obiettivi futuri?
“Il prossimo step è raggiungere i campioanti regionali con qualche gruppo dell’agonistica e, in questo senso, soprattutto i 2007 ci fanno ben sperare. In ogni caso, la sfida più importante consisterà nel creare un volano positivo per la formazione educativa e sportiva dei più piccoli. Per questo motivo, e mi ricollego a precedente discorso, abbiamo fatto grossi investimenti sui tecnici in modo da creare fin dal principio un percorso formativo che porterà stabilità numerica e qualitativa al Gallarate. Un processo che, ovviamente, non tralascia il concetto dell’inclusione dato che la nostra grane famiglia accoglie chiunque dando a tutti le stesse opportunità, crescendo in un ambiente sano e rispettoso”.

Per la vostra realtà quanto è stato importante potersi fregiare del nome Gallarate Calcio? Cosa significa rappresentare in toto la città di Gallarate?
“Ne siamo orgogliosi perché siamo l’unica realtà della città che può contare su una Prima Squadra in Promozione, una Juniores di fascia A e di un settore giovanile completo. Ci sono state delle comprensibili difficoltà nei risultati legate ad un balzo di categoria così repentino, ma tutto ciò è servito per darci la giusta vetrina utile a creare all’interno della città iniziative che danno risalto al nostro lavoro.  Oggi, infatti, siamo ben riconosciuti e con la crescita delle strutture in città, parallela al servizio sportivo di qualità che già offriamo, raggiungeremo un ulteriore livello qualitativo che ci porterà a competere con altre realtà. Quanto ci manca? Alcune società possono sembrare nettamente più avanti di noi, ma non dobbiamo dimenticarci da dove siamo partiti e quanta strada abbiamo fatto in tre anni:  considerando poi che nel mezzo c’è stata una pandemia globale, i risultati ottenuti ci hanno dato ulteriore fiducia e consapevolezza”.

A proposito di Covid, come avete vissuto tutte le difficoltà legate alla pandemia?
“Abbiamo fatto fatica a tenere avvinti i ragazzi, ma l’aspetto familiare che contraddistingue il nostro ambiente, fatto di accoglienza e sana competizione stimolante all’interno di ogni gruppo, ci ha permesso di raggiungere la stabilità di cui oggi ci vantiamo. Ora puntiamo a raggiungere i campionati regionali con l’Agonistica e a raggiungere una riconoscibilità a tutto tondo, vale a dire formativa, educativa e numerica, per quel che riguarda l’Attività di Base”.

Al netto delle difficoltà di questa stagione, quale potrebbe essere il bilancio fin qui?
“Il bilancio è positivo perché, per come la vedo io, bisogna contestualizzarlo al momento. Noi, compatibilmente alle normative, non abbiamo mai bloccato l’attività riscontrando grande partecipazione da parte di tutti. Questo ci ha permesso di crescere, e di farlo molto velocemente in alcune annate: dei 2007 abbiamo già parlato, ma anche i 2005 sono un’ottima squadra e i gruppi del 2013 e 2014 ci fanno ben sperare. In ogni caso i complimenti vanno fatti a tutti, nessuno escluso, perché il clima che si respira è davvero bello, positivo, di collaborazione, di attenzione e di partecipazione. Un grazie doveroso va fatto alla società che sostiene la crescita attraverso una presenza costante e fondamentale nel gestire ogni eventuale problematica. Un aspetto che di sicuro non manca al Gallarate è la cultura della quotidianità”.

Ci sono giovani che potrebbero raggiungere in fretta l’orbita della Prima Squadra?
“Chiaramente la cura del settore giovanile è anche orientata a creare una base solida su cui edificare la Prima Squadra. Rispetto al passato c’è forse meno qualità e predisposizione alla fatica, ma credo che questo sia dovuto in gran parte alle continue interruzioni dell’attività negli ultimi due anni; non è un mister che molti ragazzi abbiano maturato una disaffezione dalla pratica sportiva. Il nostro scopo principale è stato pertanto quello di tenerli avventi a noi e a Gallarate ci stiamo riuscendo: sappiamo che un processo del genere non può avere risultati immediati e costanti, ma stiamo lavorando nel modo migliore. Qui si respira una bella aria costruttiva che farà bene a tutti”.

Per concludere, come si potrebbe descrivere la realtà Gallarate?
“Una realtà in forte crescita, che ha voglia di investire e di affermarsi, basandosi su punti fermi come l’inclusione, l’accoglienza e un servizio di assoluta qualità. Vogliamo consolidarci sempre più e confermarci in maniera importante nei prossimi anni. Su questo non ho dubbi e, pertanto, voglio ringraziare calorosamente tutti coloro che vivono la nostra realtà quotidianamente: dai magazzinieri al presidente, dai ragazzi ai genitori, passando soprattutto per gli allenatori seri e qualificati che hanno sposato a 360° un progetto a lungo termine. Senza di loro tutto questo non sarebbe possibile”.

Matteo Carraro

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