Il Legnano ha chiuso la stagione perdendo la finale playoff contro la Casatese. Una partita che ha lasciato l’amaro in bocca non solo per il 4-1 subito sul campo, ma anche per la contestazione dei tifosi contro giocatori e allenatore che ha portato all’addio di Marco Sgrò. Un episodio che non può tuttavia far passare in secondo piano l’ottima stagione dei lilla, capaci di chiudere al secondo posto davanti a corazzate sulla carta più attrezzate a lottare per la promozione. A tracciare il bilancio sul campionato appena concluso è il presidente Giovanni Munafò.

Secondo posto in classifica alle spalle del Sangiuliano e finale playoff persa. Come valuta il cammino del Legnano in questa stagione?
“Alla squadra do 8 perché ad inizio stagione avevamo fissato i playoff come obiettivo e l’abbiamo raggiunto bene ottenendo il massimo, ovvero il secondo posto. Peccato per l’ultima partita che non è stata giocata al meglio delle nostre possibilità”.

Il distacco dalla prima in classifica è stato di 16 punti. Possiamo dire che un gap così importante non lascia rimpianti in chiave promozione diretta?
“Questo è vero, infatti voglio fare i complimenti al Sangiuliano che ha meritato di vincere il campionato e l’ha fatto con tanti punti di vantaggio, quindi gli va dato merito. Noi abbiamo fatto quello che dovevamo e penso sia stato un secondo posto importante per società e tifosi, quindi siamo soddisfatti”.

Nonostante i risultati siano sempre stati in crescita in questi anni, la frangia più calda del tifo non è rimasta soddisfatta e nell’ultima settimana ha contestato l’attaccamento alla maglia dei giocatori. Episodio che ha portato anche all’addio di Sgrò.
“Io penso che i tifosi nel calcio, specialmente nelle piazze importanti, sono ultras perché vogliono sempre di più dalla squadra. Questo dev’essere anche uno sprono per i giocatori. A volte vengono rimostrate in maniera non costruttiva, ma io queste grandi critiche non le ho riscontrate. Se si viene a Legnano si sa che c’è un ambiente caldo, ma io al di là di tutto ho visto dei ragazzi in tribuna domenica che hanno incitato la squadra dal primo al novantesimo”.

Circolano voci su una possibile mancata conferma di Eros Pogliani nel ruolo di direttore sportivo, mentre per la panchina si fanno insistenti i rumors su Mazzoleni. Cosa c’è di vero?
“Dopo queste festività, quindi tra una decina di giorni, faremo una conferenza stampa per guardare alla prossima stagione. Al momento però dobbiamo ancora parlare quindi non c’è nulla di concreto nelle voci che si sentono. Io ho sempre dato carta bianca al direttore sportivo di scegliere tutto, dalla A alla Z, e così sarà anche il prossimo anno. Quindi al momento non è possibile che qualcuno della società abbia contattato qualsiasi allenatore. Il campionato è finito da due giorni, con calma valuteremo tutto. Ad oggi tutte le porte restano aperte”.

A margine del trasferimento di Chessa dalla Castellanzese all’Arconatese, il presidente neroverde si è lasciato andare a uno sfogo contro le aste per i calciatori in Serie D che, a suo dire, stanno rovinando le società. Cosa ne pensa?
“Sono assolutamente d’accordo col mio amico Alberto Affetti. Purtroppo ci sono questi soggetti, identificati come procuratori, che stanno rovinando il calcio a livello dilettantistico. In queste categorie ci vogliono degli equilibri altrimenti le società dopo uno-due anni chiudono. Poi nella vita ciascuno può fare quello che vuole coi propri soldi, però non è giusto che alla fine siamo noi presidenti a dover fare un calcio non più sostenibile a causa di queste aste sui giocatori. Io a Legnano faccio un calcio sostenibile ma importante, perché il primo anno per una partita non sono andato in Lega Pro, la scorsa stagione siamo arrivati a 1 punto dai playoff e quest’anno abbiamo disputato la finale. Quindi si può fare calcio senza sperperare soldi, così come si può farlo anche nelle categorie maggiori. Altrimenti poi le proprietà passano in mano straniera come sta avvenendo in Serie A e B ma questo non è più calcio, perché si perde completamente il legame con la città”.

Nella conferenza stampa dopo la vittoria sul Brusaporto ha detto che le piacerebbe si investisse di più sui giovani per lanciarli nel calcio che conta. Sarà questa la linea guida per la prossima stagione?
“Di questo ne parlerò col direttore sportivo. La mia opinione è che se i ragazzi bravi a 18-19 anni non giocano in Serie D, allora dove devono giocare? Addirittura io abbasserei ancora di un anno l’ultima quota d’ingresso per favorire poi un processo finalizzato ad aiutare anche le nostre nazionali. Questa potrebbe essere la strada per sanare il nostro calcio a tutti i livelli. Inoltre, andrebbe aumentato sensibilmente il premio “Giovani D Valore” per incentivare ancora di più le società a far giocare i ragazzi”.

Si sente di promettere ai tifosi che anche l’anno prossimo verrà allestito un Legnano in grado di lottare al vertice?
“Noi vogliamo sempre migliorare il risultato dell’anno precedente. È chiaro che dopo un secondo posto migliorare vorrebbe dire solo vincere il campionato, però ci proveremo. Si dovrà anche capire se introdurranno questa famosa D élite di cui parlano da un paio d’anni ma di cui non si hanno novità. Quella sarebbe un’innovazione importante per fare un passaggio graduale dalla Serie D alla C, perché se una società fa il salto diretto ha una trasformazione economica che si raddoppia o triplica addirittura”.

Il vantaggio di una piazza come Legnano è poter vantare un impianto già idoneo senza doversi preoccupare di trasferirsi altrove.
“Quello è sicuro, tant’è vero che già il primo anno ci eravamo informati per capire cosa servirebbe per omologare il Mari e abbiamo visto che è realizzabile. Chiaramente poi ci vorrebbe anche una predisposizione del Comune e degli enti preposti per favorire questo processo, perché le squadre di calcio sono un bene della città”.

Alex Scotti

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