Diciassette giornate, 1530 intensi minuti che hanno regalato alle diciotto squadre gioie e soddisfazioni, ma anche dolori e delusioni. Al giro di boa della stagione, il Girone B di Serie D ha una sua parziale (in alcuni casi totale) definizione: ai nastri di partenza si coltivavano sogni, ambizioni e obiettivi, ma arrivati alla fine dell’anno solare non tutti sono riusciti a perseguire i propri fini. Riviviamo il girone d’andata attraverso il nostro pagellone:

LUMEZZANE – 9.5

13 vittorie, tre pareggi e una sola sconfitta: 42 punti in campionato, +8 sulla più immediata inseguitrice, migliore attacco (38) e miglior difesa (10) del raggruppamento. C’è ben poco altro da aggiungere visto che i numeri parlano per conto dei bresciani e restituiscono l’immagine di una squadra che sta letteralmente dominando il Girone B. Viene quasi da sorridere nel pensare che parliamo di una neopromossa, ma il sodalizio presieduto dall’airone Andrea Caracciolo ha dimostrato a tutti quanti come si fa calcio. Certo, con solide disponibilità economiche diventa tutto più facile, ma oltre a questo serve anche competenza e a Lumezzane ce n’è da vendere. Dominante

ALCIONE – 8.5

Dopo la sconfitta all’esordio contro il Città di Varese chiunque è stato abbagliato abbinando alle due squadre destini che si sono rivelati opposti. Restando in ambito milanese, quello che doveva essere un campionato alla ricerca della salvezza si è trasformato in un cammino da urlo che, ad oggi, ha trasformato gli orange nei primi tra i mortali, alle spalle solo dell’irraggiungibile Lumezzane. Secondo miglior attacco (34) e terza miglior difesa (15): la squadra di Cusatis ha trovato compattezza e certezze giornata dopo giornata trascinata dalle reti di Manuzzi e Bangal. L’8 gennaio, ad un girone di distanza, l’Alcione riaffronterà il Varese per legittimare il percorso dell’andata. Rivelazione

PONTE SAN PIETRO – 8.5

Malata di pareggite? Sì, visti i 9 segni X, ma alla voce sconfitte c’è un 2 che impallidisce (grazie agli ultimi successi successi) a scapito delle 6 vittorie: numeri che proiettano i bergamaschi a quota 27 punti, al quarto posto in classifica in piena zona playoff. Certo, la classifica è cortissima e il girone di ritorno sarà davvero intenso, ma il Ponte San Pietro ha dimostrato di meritare ogni briciolo di quanto raccolto fin qui: partiti in sordina, i bianco-blu hanno scalato la classifica impressionando per compattezza e spensieratezza, proponendo anche un calcio di ottimo livello. La ciliegina sulla torta è data dal fatto che i bergamaschi sono l’unica squadra di categoria ancora imbattuta tra le mura amiche. Entusiasmante  

CASATESE – 8

I biancorossi si sono dimostrati per 16 giornate una corazzata granitica, rivestimento che è stato scalfito dalla debacle dell’ultima giornata contro il Breno (clamorosa sconfitta interna per 0-3). Senza quel giro a vuoto la Casatese avrebbe chiuso l’anno come miglior difesa, e invece sono 12 le reti al passivo a fronte di 15 gol segnati: sbalorditivo, pertanto, pensare che uno dei peggiori attacchi del campionato sia al terzo posto a -12 dalla vetta, ma il cammino dei lecchesi certifica l’importanza di una difesa di ferro (ben 9 clean sheet). Nel girone di ritorno servirà confermarsi provando al contempo ad aumentare la percentuale realizzativa per consolidarsi in piena zona playoff. Solida

VIRTUS CISERANOBERGAMO 8

Dottor Jakyll e Mr. Hyde. Terminologia usata e abusata più volte, ma che ben restituisce l’immagine di una squadra che può letteralmente vincere e perdere con chiunque (basti pensare alla sconfitta interna contro il Breno per 1-2 e al blitz 0-2 sul campo della Casatese): otto vittorie, sette sconfitte e appena due pareggi, con una parvenza di equilibrio data dalle reti (23 gol fatti e 22 subìti). La Virtus CiseranoBergamo è una squadra davvero imprevedibile che alterna partite di ottimo livello a blackout clamorosi anche all’interno del match stesso. Eppure, in una totale incoerenza di rendimento, i bergamaschi hanno trovato una loro regolarità alternando un successo a una sconfitta (evitando quasi totalmente i pareggi): ecco dunque spiegati i 26 punti che hanno proiettato i rossoblù nel gruppone a caccia di un posto playoff. Altalenante con costanza

BRUSAPORTO – 7.5

Avvio da incubo (0 punti in due partite), poi dodici risultati utili consecutivi fino al terzo ko stagionale ad opera (guarda caso) del Lumezzane: i gialloblù dell’ex Varese Filippo Carabbio hanno carburato con un paio di settimane di ritardo, ma si sono dimostrati come da tradizione una squadra quadrata in grado di proporre calcio. Un difetto è dato dagli otto pareggi collezionati: con un pizzico di cinismo in più, alla luce delle clamorose occasioni costruite (il che è quasi paradossale visto che Alberti è in vetta alla classifica marcatori con 13 centri), la classifica poteva essere ben più rosea. Sta di fatto che il Brusaporto si è unito ben presto alla festa playoff e con i suoi 26 punti darà del filo da torcere a chiunque. Certezza

SPORTING FRANCIACORTA – 7

La fortuna è cieca, ma la sfortuna ci vede benissimo: quattro attaccanti di categoria (e che attaccanti, visto che parliamo di nomi del calibro di Ravasi, Dell’Agnello, Bertazzoli e Cappelluzzo) infortunati e con problemi decisamente seri che hanno costretto mister Sgrò ad arrangiarsi in qualche modo per portare a termine un 2022 maledetto. A scapito delle assenze, comunque, tra una vittoria (7), un pareggio (5) e una sconfitta (5) i bresciani sono saldamente a quota 26 punti e possono vantarsi di essere l’unica squadra ad aver vinto a Lumezzane contro l’apparentemente imbattibile capolista. Con il gioco dei se e dei ma (si sa) non si va da nessuna parte, ma ora che le punte di diamante di una squadra costruita per stare in alto sono pronte al rientro, è lecito aspettarsi un Franciacorta all’arrembaggio nel girone di ritorno. Dente avvelenato  

VARESINA – 7

Il bilancio di mister Spilli parla di bicchiere mezzo pieno e, dati alla mano, la Varesina non può certo lamentarsi del campionato disputato fin qui. Certo, vedendo com’era iniziata la stagione ci si poteva forse aspettare qualcosina di più, ma la legge della compensazione ha presentato il suo conto dalle parti di Venegono Superiore restituendo l’immagine della squadra più ordinata del girone: sei vittorie, cinque pareggi e sei sconfitte con una parità anche tra reti fatte e subite (22). Et voilà i 23 punti che posizionano le Fenici esattamente a metà classifica ad un passo dal sogno playoff e a pochi metri di vantaggio dal baratro playout; il mercato invernale ha portato i rinforzi che servivano e la Varesina è pronta a tornare a spiccare il volo per consolidarsi in una categoria che deve appartenergli. Equilibrata

VILLA VALLE – 7

Totalmente in linea con le aspettative, anzi, forse addirittura qualcosina in più. I bergamaschi sono ben abituati a confrontarsi in un girone del genere e (al netto di qualche giro a vuoto) non sfigurano affatto. 24 i punti raccolti che li posizionano un gradino sopra la Varesina e nelle stesse condizioni (in bilico tra playoff e playout): per questo motivo nel girone di ritorno basterà semplicemente confermarsi per restare in categoria e continuare a regalarsi immense soddisfazioni (vedi le vittorie su Varese, Arconatese, Franciacorta, o i pareggi contro Lumezzane e Alcione). Sempreverde

FOLGORE CARATESE – 6.5

Quando si dice che solo con i soldi si può costruire una squadra competitiva, prima di parlare sarebbe meglio guardare dalle parti della Brianza. La Folgore Caratese degli ex Varese Mauro Borghetti (ds) e Giuliano Melosi (allenatore) si è presentata ai nastri di partenza fortemente ridimensionata rispetto agli anni precedenti, ma il giovane gruppo costruito non ha tremato al cospetto dei colossi di categoria sudandosi dalla prima all’ultima giornata del girone d’andata i 21 punti raccolti che, ad oggi, vorrebbero dire salvezza. Ottimo calcio e ottima qualità; l’esperienza, inevitabilmente, è stata un po’ il tallone d’Achille. Sbagliando s’impara e nel girone di ritorno servirà dimostrare di aver appreso questa lezione. Gioventù alla riscossa

REAL CALEPINA – 6

Nonostante l’attuale quattordicesima posizione non basti per garantirsi la salvezza diretta, i bergamaschi stanno disputando un campionato assolutamente dignitoso: l’obiettivo alla vigilia era quello di mantenere la categoria e i biancoazzurri, ad oggi, se la giocherebbero ai playout. Inoltre, la Real Calepina si è dimostrata una squadra ostica per chiunque senza mai incappare in una debacle clamorosa (da segnalare solo lo 0-3 casalingo contro il Brusaporto) e i nove pareggi lo dimostrano; le tre vittorie (tra cui quella dell’Ossola) hanno poi dato lustro e fiducia in vista delle prossime diciassette partite. Rognosa

ARCONATESE – 5.5

Gli oro-blu chiudono il gruppone a quota 26 ma, inevitabilmente, il loro voto è nettamente più basso rispetto agli altri. Il motivo? Le ambizioni pre-campionato. Sulla carta, e alla luce del pomposo mercato, l’Arconatese doveva quantomeno provare a restare in scia al Lumezzane ma, al giro di boa della stagione, il -16 dalla vetta è un passivo decisamente troppo pesante. Dopo un buon avvio qualcosa si è rotto nello scacchiere di Livieri e nelle ultime cinque giornate sono arrivati appena due punti che hanno fatto precipitare l’Arconatese all’ottavo posto (ribadiamo che la classifica è comunque cortissima). Con il campionato ormai andato, un piazzamento playoff è d’obbligo, ma fin qui la stagione non può essere positiva. Deludente

DESENZANO – 5.5

Percorso quasi opposto rispetto all’Arconatese visto il finale in crescendo. I bresciani avevano iniziato la stagione con alte aspettative, salvo poi ricredersi dopo i primi risultati a singhiozzo e il trittico di sconfitte consecutive senza segnare (2-0 contro la Caronnese, 0-1 contro il Varese e 3-0 contro la Folgore Caratese) cui, dopo la vittoria sul Ponte San Pietro, si è aggiunto un altro tris di ko (seppur di livello più alto) contro Franciacorta, Lumezzane, Alcione. I 9 punti nelle ultime quattro giornate hanno però ridato ossigeno al Desenzano che si è tolto dai playout festeggiando il Natale in zona salvezza con 20 punti a referto; troppo poco, chiaramente, per le ambizioni di inizio stagione, ma i segnali di rinascita sono incoraggianti. In ripresa

BRENO – 5

Ci sarà da soffrire, e soffrire tanto. In una stagione travagliata, il Breno ha trovato tre importanti sussulti (4-0 sulla Caronnese e i prestigiosi blitz esterni contro Virtus CiseranoBergamo e Casatese rispettivamente per 1-2 e 0-3) che hanno rinvigorito l’ambiente bresciano portando la squadra a 12 punti, alla pari con la Caronnese ma davanti in virtù dello scontro diretto, in zona playout. Chiaro che quei risultati (insieme ai pareggi contro Real Calepina, Sona e Varese) dovranno essere replicati nel girone di ritorno per non rendere vani i sei sussulti dell’andata. Come anticipato, però, ci sarà da soffrire. Evanescente  

CARONNESE – 5

Si sapeva che sarebbe stata una stagione difficile, ma forse non ci si poteva immaginare così tanto. L’attacco rossoblù ha messo a referto appena 13 gol (29 le reti al passivo) e la gioia dei tre punti è arrivata solo contro Desenzano e Sona: troppo poco per ambire alla salvezza diretta, considerando che attualmente (con lo scontro a diretto a sfavore contro il Breno) la Caronnese sarebbe retrocessa in Eccellenza. Ci sarà da lavorare per il gruppo di mister Moretti che ha dimostrato fin qui qualche limite di troppo: il mercato, ad oggi, non ha ancora dato la scossa e servirà trovare (come avvenuto lo scorso anno) il cambio di passo il prima possibile. La sensazione a fine dicembre è che la batosta nel derby di Varese (avanti 1-0 al 90′ e ko 2-1 al triplice fischio) non sia ancora stata del tutto assimilata. In apnea

SEREGNO – 5

Alla vigilia del campionato si vociferava di possibili problemi in casa azzurra e l’andamento del campionato lo ha dimostrato: un avvio di stagione discreto, poi è iniziata una pericolosa e vertiginosa discesa (aggravata dai due punti di penalità in virtù di qualche problema a livello dirigenziale) che ha portato il Seregno in piena zona playout. La rosa, poi, ha subìto parecchi cambiamenti con l’addio di bomber Diop (nove reti) e tanti avvicendamenti, incluso il cambio in panchina con l’arrivo dell’ex Pro Patria Massimo Sala; la nave rischia di affondare e bisogna cercare di salvare il salvabile. Allo deriva

CITTÀ DI VARESE – 4.5

Da dire ci sarebbe molto, ma la classifica è abbastanza inequivocabile: i biancorossi erano partiti, dopo non esser riusciti a procedere con l’iscrizione in Serie C, con l’aspettativa di vincere il campionato (o di “Provare a vincere – per usare le parole del presidente Amirante –, che non significa vincere“), ma il campionato ha preso presto una piega che alla vigilia non ci si poteva aspettare. Un destino frutto anche di decisioni “giustificate” dal vertice, ma abbastanza opinabili: Gianluca Porro è stato sollevato dall’incarico dopo cinque partite in cui aveva collezionato cinque punti (una media esatta di un punto a gara), ma la scossa di Luciano De Paola non è mai arrivata (11 punti nei successivi 12 incontri, media più bassa: 0,91 punti a gara). Per di più, a novembre è iniziata la girandola di mercato con i tagli di capitan Disabato e del vice Mapelli, seguiti poi da altre sei uscite compensante da sei entrate (rosa numericamente ridimensionata) che dovranno riuscire nell’impresa di trascinare i biancorossi alla salvezza. I quattro punti che separano il Varese dalla tredicesima posizione non sono certo un gap incolmabile, ma la squadra ha evidenziato parecchi limiti (soprattutto psicologici, anche alla luce delle ultime travagliate settimane) tra cui una difesa che non riesce a reggere l’urto degli attacchi avversari (31 gol al passivo, il peggior reparto del campionato). La speranza è che la pausa resetti mentalmente il gruppo, pronto a ribaltare il girone d’andata nelle prossime diciassette partite per blindare la permanenza in categoria. Un traguardo che doveva essere già messo in ghiaccio a questo punto della stagione. Inconcepibile  

SONA – 4

Le similitudini tra Sona e Varese non mancano. Un’estate travagliata (per motivi differenti), chiusa dall’iscrizione in Serie D con la volontà di ambire alle zone nobili della classifica; in particolare, i veneti partivano spinti da Luca Campedelli (ex presidente del Chievo in Serie A) che si è però visto subito bocciare la possibilità di ridar vita al sodalizio gialloblù (anche solo a livello di nomenclatura). Il campionato, comunque, era stato approcciato con sicurezza e nulla lasciava presagire ciò che sarebbe arrivato dal girone d’andata: un magro bottino di undici punti frutto di sole due vittorie (di cui una nel deserto di Varese) e cinque pareggi, con il peggior attacco della categoria (13) e una delle difese più perforate (29, al pari della Caronnese). Uscire dalle sabbie mobili non sarà facile. Impantanata  

Matteo Carraro

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